Il countdown delle piazze prosegue verso lo sciopero del prossimo 8 aprile
ROMA – Non hanno mai seppellito l’ascia di guerra e non intendono farlo certo adesso.
In una contingenza economica delicatissima per il Paese, con l’inflazione alle stelle, gli infermieri italiani chiedono un legittimo aumento di quello stipendio fermo al palo da troppo tempo, con gli operatori sanitari di casa nostra, mestamente, al terzultimo posto della graduatoria europea, davanti solo a Grecia ed Estonia.
Scendere nelle piazze, manifestare il proprio dissenso e malcontento, alla luce di una bozza di contratto che ancora non si è concretizzato nella svolta sperata, rappresenta in questo momento l’unica strada per, da una parte, raccontare alla collettività una situazione insostenibile, dall’altra provare a costruire, per l’ennesima volta, un dialogo fattivo con il Governo, attraverso l’intervento dei Prefetti e dei Governatori regionali.
Dopo Ferrara e Rimini, dopo Genova, Milano e Trento, dopo Cagliari e Palermo, ecco scendere in strada questa mattina gli infermieri del Veneto, una delle regioni che è uscita maggiormente con le ossa rotta dai due anni di Pandemia.
A Verona, questa mattina, nel suggestivo scenario di Piazza Bra, davanti alla storica Arena, ha manifestato una delegazione del Nursing Up.
In ballo, come sempre, ci sono tante “tematiche calde” che riguardano il presente e il futuro degli infermieri italiani, dalle risorse aggiuntive per il nuovo contratto, allo sblocco della libera professione, ad un piano di assunzioni indispensabile, fino ad una sicurezza sul luogo di lavoro che gli infermieri pretendono, alle luce degli allarmanti dati dell’Inail sulle aggressioni agli operatori sanitari, che disegnano un quadro poco degno di un Paese civile.
Non è finita qui: perché il prossimo 1 aprile toccherà agli operatori sanitari di Pescara e Torino.
Tutto questo è il preludio all’ufficializzato sciopero del prossimo 8 aprile che vedrà gli infermieri incrociare le braccia per 24 ore e sospendere per 6 giorni gli straordinari.
La stagione calda dei professionisti della sanità è ripresa, anzi, sarebbe il caso di dire che non è mai davvero finita.