Inaugura sabato 18 marzo alle 18 la mostra con opere di Bernardini, Ciracì, Pugliese. I curatori Panaro e Chimento propongono un viaggio sensoriale nelle tendenze recenti
MODENA – Suoni, luci, visioni. E ricerca attiva di artisti giovani che si misurano con le nuove tecnologie, le ultime frontiere della comunicazione e i nuovi media. C’è questo al centro della seconda edizione di “Effimera” al Mata di Modena, che inaugura sabato 18 marzo alle 18 nello spazio espositivo di via della Manifattura Tabacchi 83, nel comparto urbanistico recuperato nei pressi della stazione Fs. La mostra, realizzata con supporto di Coptip e Gruppo fotografico Grandangolo Bfi, è a cura di Fulvio Chimento e Luca Panaro, in collaborazione con Galleria Civica di Modena. Propone opere di tre artisti: Carlo Bernardini, Sarah Ciracì e Roberto Pugliese, e sarà visitabile gratuitamente fino al 7 maggio. Il percorso espositivo è stato presentato in anteprima alla stampa nella mattinata di giovedì 16 marzo, dai due curatori e dall’assessore alla Cultura del Comune di Modena Gianpietro Cavazza.
La seconda edizione di “Effimera” resta coerente con l’intento dichiarato dai curatori già nella prima: “individuare e valorizzare artisti, preferibilmente italiani e con esperienza all’estero, che fanno dell’utilizzo avanzato della tecnologia la cifra stilistica del proprio lavoro”. Nel 2016 “Effimera” aveva individuato il suo punto focale nel web, inteso come strumento di conoscenza artistica e relazionale grazie alla presenza degli artisti Eva e Franco Mattes, Carlo Zanni e Diego Zuelli. La nuova mostra si concentra, invece, dicono i curatori “sull’analisi della componente immateriale caratteristica della ricerca artistica attuale, che trova trasposizione (e sintesi) in un percorso espositivo che prevede la creazione di un viaggio sensoriale interno alle tendenze artistiche recenti”.
Luca Panaro e Fulvio Chimento, i curatori, hanno strutturato i 500 metri quadri del Mata in tre ambienti distinti. Punto di partenza di questo “attraversamento” è costituito dalla ricerca sonora del sound artist Roberto Pugliese, mentre l’approdo si identifica nelle installazioni luminose in fibra ottica di Carlo Bernardini, dipanando il percorso fra le immagini fluttuanti degli affreschi digitali di Sarah Ciracì.
“Effimera – Suoni, luci, visioni”, spiegano Chimento e Panaro, è costruita intorno a un percorso immersivo, ideato e strutturato appositamente sul Mata, con tre installazioni ambientali separate ma contigue, che marcano una distinzione linguistica e temporale, e al tempo stesso suggeriscono una linea di continuità all’interno del percorso evolutivo dell’arte. Arte intesa come esperienza totale e totalizzante, in grado di stimolare l’intelletto, ma anche di innescare un corto circuito a livello sensoriale.
Per rimarcare le distinte peculiarità d’approccio i curatori hanno coinvolto artisti appartenenti a tre generazioni differenti, nati negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, che riflettono altrettanti modi di intendere l’interazione tra arte e tecnologia. Il fil rouge che contraddistingue “Effimera” è sempre rappresentato dall’intento di indagare l’arte attraverso le sue componenti immateriali, al fine di far luce sullo statuto attuale dell’opera. I lavori degli artisti di ultima generazione, infatti, si caratterizzano per la spiccata componente effimera legata al procedimento artistico che rispecchia l’epoca nella quale viviamo. Non a caso il nome della rassegna si ispira anche a quello della specie animale che ha vita più breve sulla terra, l’Ephemera, un piccolo insetto acquatico (simile a una libellula) la cui esistenza dura all’incirca un’ora e mezza. Altro assioma fondante di “Effimera” è il constatare come l’unicità dell’opera non sia più un assunto dell’uomo contemporaneo: grazie alle tecnologie di cui disponiamo, ogni copia è riproducibile con la medesima qualità, e quindi è sempre potenzialmente identica all’originale.
Il catalogo (Apm Edizioni, Carpi), bilingue, contiene il testo critico di Fulvio Chimento e Luca Panaro, la riproduzione iconografica delle opere esposte a colori, e l’elenco completo delle opere in mostra
Fa da corredo a “Effimera” un calendario di incontri collaterali con la presenza degli artisti, ma anche di filosofi ed esperti del settore “arte e tecnologia”.
La mostra è visitabile gratuitamente dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19.30.
Informazioni al tel. 059 4270657 in orari di mostra; on line (www.mata.modena.it).
CHI SONO GLI ARTISTI IN MOSTRA AL MATA
Un percorso tra le installazioni in fibra ottica di Carlo Bernardini; immagini fluttuanti e affreschi digitali di Sara Ciracì e la ricerca sonora del sound artist Roberto Pugliese
Carlo Bernardini, Sarah Ciracì e Roberto Pugliese. Sono tre gli artisti selezionati dai curatori Fulvio Chimento e Luca Panaro per “Effimera 2017 – Suoni, luci, visioni”, allestita al Mata di Modena, dove inaugura sabato 18 marzo alle 18 e sarà visitabile gratuitamente fino al 7 maggio, dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19.30. All’inaugurazione gli artisti hanno assicurato la presenza.
Carlo Bernardini (Viterbo, 1966) vive e lavora a Milano; utilizza la fibra ottica dal ‘96. Tra le mostre si segnalano nel 1996 a Roma la XII Quadriennale, nel 2002 la XX Triennale di Milano, Sculpture Space a Utica (NY), la XIV Quadriennale al Palazzo Reale a Napoli (2003), le installazioni al Museo Paço Imperial di Rio De Janeiro (2004), a Valencia (2008), Event Orizon (2007) allo Swing Space di New York. Nel 2009 per Art First presenta a Bologna Codice Spaziale in S. Stefano, a New York è invitato al Dumbo Art Festival. Nel 2010 realizza grandi installazioni per Luci d’Artista a Torino, La Scultura Italiana del XXI sec. alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, ad Amsterdam, all’Aja e all’Art Light Domaquarée a Berlino. Nel 2011 mostre a Berlino, a Londra, a Westminister e al Macro. Nel 2013 ancora Londra e Metz. Nel 2014 realizza per Prato l’installazione permanente Il Passo della Luce in collaborazione col Museo Pecci ed espone Invisible Dimensions alla IV Bienal del Fin del Mundo a Mar del Plata. Sempre nel 2014 è la volta della XVII edizione dell’Islamic art festival di Shariah, presso lo Sharjah Art Museum (Emirati Arabi). Nel 2015 è invitato alla Bienal de Curitiba al Museu Niemeyer con il progetto Invisible Dimensions, e nello stesso anno alla Pop Austin (Texas) con Light Trasformation. Nel 2016 prende forma l’installazione Dimensioni Invisibili al Terminal 1 dell’Aeroporto di Malpensa e l’installazione pensata per la Global Innovator Conference all’898 Innospace di Pechino.
Sarah Ciracì (Grottaglie, 1972) vive e lavora tra Grottaglie (Ta) e Milano. La sua ricerca si muove nella coerente ambiguità di antinomie e nella capacità di sollevare dubbi suggerendo riflessioni che traggono spunto dalle contraddizioni del presente, per sollevare interrogativi ed evidenziarne i cortocircuiti. Nell’ultimo decennio, per descrivere il suo mondo visionario usa strumentazioni tecnologiche, foto digitali manipolate al computer, videoregistrazioni e installazioni. Le sue opere, popolate da dischi volanti e astronavi, ripetono gli stereotipi proposti da tv, film, cartoni animati giapponesi e da una narrativa scientifica popolare che l’artista contamina col linguaggio alto dell’arte. La sua produzione recente si muove su un crinale di equilibri sottili, dove l’interpretazione scientifica del mondo sconfina nella ricerca spirituale. In questa dimensione la suggestione per le teorie scientifiche si carica di implicazioni filosofiche, letterarie e fantastiche. Sarah Ciracì partecipa a collettive e personali in gallerie private e musei internazionali: a Campo 6, a cura di Francesco Bonami, Torino (1996); vince il New York Prize (2004); Oh my God is full of stars, Macro, Roma (2004); Intramoenia Extrart, a cura di Achille Bonito Oliva e Giusy Caroppo, Castel del Monte, Bari (2005); Tangent, Aomori Contemporary Art Center, Giappone (2007): Apocalittici e integrati, Maxxi, Roma (2007); I paesaggi e la natura dell’arte, a cura di Danilo Eccher, Arcos, Benevento (2009). Nel 2013 presenta il video Watershed al Maxxi e nel 2016 espone alla Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare (Bari).
Roberto Pugliese (Napoli, 1982) vive e lavora a Bari. Consegue la laurea in Musica elettronica al Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli sotto la guida del maestro Agostino di Scipio. A Napoli per un po’ divide la propria attività tra l’insegnamento nel conservatorio in cui si è formato (Sistemi musicali digitali, Elettroacustica, Informatica e Sound art), e l’attività compositiva e la produzione di installazioni sonore. La sua ricerca trae ispirazione principalmente da due correnti artistiche: la “sound art” e l’arte cinetica. Si serve con maestria di apparecchiature meccaniche pilotate da software in grado di interagire tra loro, con l’ambiente e il pubblico; esplora nuovi punti di ricerca su fenomeni legati al suono e all’analisi dei processi psichici usati dalla mente per differenziare le strutture di origine naturale da quelle di origine artificiale. Centrale nel suo lavoro è la dicotomia tra uomo e tecnologia e tra arte e tecnologia, senza perdere mai di vista l’aspetto visivo e strutturale dell’opera. Il suono diviene continuo oggetto di ricerca e mezzo espressivo, pura energia che anima l’inanimato, guida che analizza e stimola la percezione umana. Attualmente è docente di Multimedialità al Conservatorio Piccinni di Bari. Tre le mostre personali: Ivy Noise, IED, Madrid (2010); Unexpected Machines, Galerie Mazzoli, Berlino (2011); Gervasuti Mix, omaggio a Cage, Gervasuti Foundation, Venezia (2012); Volta NY, New York (2012); Concerto per natura morta, Muse, Trento (2014); [bo’loɲɲa], Villa delle Rose, Mambo, Bologna (2016).
INCONTRI COLLATERALI E VISITE GUIDATE
Durante il periodo di apertura della mostra al Mata si svolgeranno tre incontri al sabato alle 17 con gli artisti, i curatori ed esperti, preceduti da visite guidate. Partecipazione libera
Tra gli obiettivi della mostra Effimera, dal 18 marzo al 7 maggio al Mata a cura di Fulvio Chimento e Luca Panaro con opere di Carlo Bernardini, Sarah Ciracì e Roberto Pugliese, c’è anche quello di fornire strumenti per comprendere e codificare l’arte del nostro tempo. Per questo una serie di incontri collaterali e visite guidate faranno da corollario all’esposizione visitabile a ingresso libero dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19.30, organizzata in collaborazione con la Galleria Civica di Modena e con il supporto di Coptip e del Gruppo Fotografico Grandangolo Bfi.
Per approfondire i temi proposti dalla mostra al Mata vengono infatti organizzati tre incontri collaterali mirati per dare una visione d’insieme e multidisciplinare su temi d’attualità quali: arte, tecnologia e filosofia contemporanea. Gli incontri, tutti a partecipazione libera e gratuita, si svolgono sempre di sabato alle 17 al Mata e sono preceduti alle 16 da una visita guidata con i curatori.
Sabato 25 marzo è dedicato a “Arte e tecnologia: dai primi Duemila a oggi”, con intervento di Fabio Cavallucci, dal 2014 direttore del Centro Pecci di Prato. Tra i suoi incarichi recenti: direttore della Galleria Civica d’Arte contemporanea di Trento (2001-2008); coordinatore di Manifesta 7. Biennale europea di arte contemporanea in Trentino Alto-Adige (2008); direttore artistico della XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara (2010); direttore della Ujazdowsky Castle di Varsavia, istituzione per l’arte contemporanea in Polonia (2010).
Sabato 8 aprile sempre alle 17 si presenta il catalogo di “Effimera – Suoni, luci, visioni” (Apm Edizioni, 2017) con la presenza degli artisti. La presentazione darà l’occasione per conoscere dall’interno il lavoro di Carlo Bernardini, Sarah Ciracì e Roberto Pugliese. I curatori Chimento e Panaro, approfondiranno tematiche di attualità con focus sull’arte ambientale e l’editoria in ambito artistico.
Sabato 29 aprile alle 17 ad “Arte e filosofia dell’effimero”, interviene il filosofo Tommaso Tuppini, che insegna filosofia all’Università di Verona, dove è responsabile scientifico del Centro di ricerca Orfeo – suono immagine scrittura. Tiene lezioni e conferenze in vari Paesi europei, negli Stati Uniti e in Brasile. È autore di “Ludwig Klages. L’immagine e la questione della distanza” (Franco Angeli, Milano 2003), “Kant. Sensazione, realtà, intensità” (Mimesis, Milano 2005), “Essere uno, essere due. Eros e bellezza” (QuiEdit, Verona 2009), “Jean-Luc Nancy. Le forme della comunicazione” (Carocci, Roma 2012). È co-autore di “Deleuze e il cinema francese” (Mimesis, Milano 2002) e di “Ebbrezza” (Mimesis, Milano 2014).
Oltre a quelle che si svolgono alle 16 nei giorni degli incontri collaterali (sabato 25 marzo, sabato 8 aprile e sabato 29 aprile), sono in programma due ulteriori visite guidate dai curatori, gratuite e libere, senza prenotazione, per domenica 7 maggio alle 11 e alle 17.
Fulvio Chimento (Roma 1979, sito web www.fulvio-chimento.it) curatore, ha all’attivo l’organizzazione di oltre 30 eventi espositivi. Si interessa alle molteplici forme della comunicazione artistica e alla genesi dei processi creativi. Ideatore della residenza “Italia-Oriente” (2012-2015) e del progetto itinerante “Ailanto” (2016); cura “Terzo Paradiso”, una performance collegata al progetto internazionale di Michelangelo Pistoletto (2016). Nel 2014 pubblica “Arte italiana del terzo millennio” (Mimesis); scrive per le riviste “Inside Art” ed “Espoarte”.
Luca Panaro (Firenze 1975, sito web www.lucapanaro.net) critico d’arte e curatore, insegna all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Tra i suoi libri: “L’occultamento dell’autore” (Apm Edizioni 2007), “Tre strade per la fotografia” (Apm Edizioni 2011), “Conversazioni sull’immagine” (Danilo Montanari Editore 2013), “Casualità e controllo” (Postmedia Books 2014 – trad. inglese 2016), “Visite brevi” (Editrice Quinlan 2015), “Photo Ad Hoc” (Apm Edizioni 2016). Ha pubblicato su Enciclopedia Treccani XXI Secolo (2010) e co-curato l’opera in più volumi “Generazione critica” (Danilo Montanari Editore 2014-2017) oltre a una serie di cataloghi e monografie su artisti contemporanei.