“In questi giorni il nostro Paese sta facendo uno sforzo enorme per contribuire a portare in salvo le persone che in questi 20 anni hanno collaborato in vari modi con l’azione della comunità internazionale. Perché si ha ragione di temere forti ritorsioni nei loro confronti. Mi riesce difficile credere pienamente nelle recenti promesse di circostanza fatte dai talebani! Sono, soprattutto, molto preoccupata per il futuro delle categorie più deboli in quel martoriato Paese, in particolare per la condizione delle donne. Sono idealmente vicina a tutti gli afghani e le afghane che in questi anni non hanno esitato ad esporsi, lottando per il riconoscimento dei loro diritti e per le altre indispensabili battaglie di civiltà.” – ha proseguito il Sottosegretario Pucciarelli sottolineando con forte apprensione questo passaggio.
“Il ritorno al potere dei talebani e le loro prime reazioni alle manifestazioni di dissenso non possono non destare profonda amarezza e grande preoccupazione; sono chiare, al di là dei primi proclami, le gravi ripercussioni che potenzialmente gravano sulla popolazione afgana. In questi ultimi 20 anni di trasversale impegno della comunità internazionale la società civile locale ha fatto importanti passi avanti; questo anche grazie allo straordinario lavoro svolto dalle numerose organizzazioni umanitarie profondamente coinvolte nel difficile percorso di assistenza e modernizzazione finalizzato alla tutela e promozione dei diritti fondamentali di tutti gli afghani, senza distinzione alcuna. Un progresso che rischia seriamente di essere annullato dai talebani che in questi ultimi giorni hanno ripreso il controllo di buona parte dell’Afghanistan, compresa la capitale Kabul. L’esempio più eclatante sono le donne afgane che già in questi primi giorni sono oggetto di discriminazioni e minacce dei talebani. Nelle città conquistate, scuole e università sono state immediatamente chiuse alle donne, mentre molte lavoratrici sono state costrette a lasciare la propria occupazione. Sono certamente segnali preoccupanti che potrebbero vanificare gli sforzi compiuti negli ultimi anni per tutelare i basilari diritti della condizione femminile in Afghanistan, donne “colpevoli” solo di essere nate in un’area in cui essere femmina significa essere condannata ad una vita priva di diritti e di identità.” – conclude il Sottosegretario Pucciarelli
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