Nota di Confartigianato sulla nuova Marecchiese

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“Il protocollo alla firma il 15 febbraio sia l’inizio di un percorso che risolva il dramma delle imprese”

confartigianato-riminiRIMINIServe una Marecchiese vera, una strada che onori finalmente quel che avvenne nel 2009 col passaggio dei comuni dell’Alta Valmarecchia in Provincia di Rimini.

La Confartigianato di Rimini ricorda bene quanto lunga e dura fu la battaglia al fianco dei comuni, delle imprese e dei cittadini dell’Alta Valmarecchia per ‘tornare a casa’.

L’Associazione fu convinta e decisa nel contribuire al raggiungimento di un traguardo che anche sotto il profilo dei collegamenti è stato sostanzialmente tradito.

Si aggiunsero 18.000 abitanti, la Provincia crebbe del 60% quanto ad estensione, 1.836 imprese per lo più individuali arricchirono il nostro tessuto economico. “Bentornati a casa”, dicevamo in coro in quegli anni.

Dieci anni fa uno studio commissionato da Fondazione Carim e Camera di Commercio diceva: il 62% degli imprenditori dell’Alta Valmarecchia ritiene decisivo un collegamento rapido con la costa.

La Marecchiese oggi è una strada più sicura, va detto. Interventi che hanno cercato di contrapporre soluzioni alla strage di morti e incidenti di questi decenni. Ma non basta.

Nella sostanza le imprese dell’Alta Valmarecchia hanno passato questi anni mantenendo nel loro bilancio una spesa cospicua per far fronte all’inefficienza dei collegamenti. Soldi buttati, persi per le aziende, per i dipendenti, per il progresso dei territori. Condizione che vale anche per la gente della Valmarecchia, per gli studenti, per tutti quelli che pensando al 2021 speravano in uno scenario diverso.

Al mare c’è invece chi ritiene che quell’area debba essere quasi solo turistica. Posizione che ha evidentemente un rapporto intermittente con la realtà. Troppe parole e promesse sono state portate via dal vento.

Lunedì prossimo alla Provincia di Rimini sarà firmato un protocollo che avvierà una nuova stagione per provare a risolvere il ‘buco nero’ della Marecchiese. Al tavolo ci saranno gli amministratori, con l’ambizione di sapere cosa serve per risolvere un problema che interessa cittadini e imprese; per queste ultime ormai questione decisiva per la sopravvivenza. Un elenco di buone intenzioni, al momento.

La Confartigianato chiede che parta un cammino concreto, basato su numeri e obiettivi precisi, con il coinvolgimento della Regione. Il protocollo è una base di partenza, sicuramente migliorabile e certo bisognoso di ben altra sostanza quanto ad impegni. Anche oggi, come accadde vent’anni fa, la Confartigianato sarà al fianco delle imprese. Abbiamo lottato per enfatizzare un legame storico, sociale, culturale. Se non sarà anche un legame virtuoso sotto il profilo economico, si tradirà tutto il resto.