Ravenna

Nota della Confesercenti Provinciale di Ravenna

RAVENNA – Coronavirus: è ora di pensare anche al futuro delle imprese

La situazione che il nostro Paese sta attraversando, con gravi perdite di vite umane e uno sforzo sanitario enorme, avrà, purtroppo, anche gravi ripercussioni sul piano economico e sociale.

Gli imprenditori che operano nel commercio, nel turismo e nei servizi, già in difficoltà dopo anni di crisi, rischiano di non riuscire a rialzarsi dopo questo ennesimo colpo.

Tutto ciò ci costringe a pensare non solo a come affrontare il presente, ma anche e soprattutto a programmare il futuro. Se vogliamo che l’economia del nostro Paese riesca a superare questa emergenza occorre uno sforzo enorme, e senza perdite di tempo, da parte di tutte le forze in campo.

A chi ha responsabilità politiche e istituzionali a qualsiasi livello, diciamo che non è il momento della polemica e delle divisioni ma della coesione. In questi frangenti non possono prevalere interessi di parte o posizioni di rendita: è il momento della responsabilità e della salvaguardia degli interessi generali, di tutta la collettività.

Con i Decreti emanati in queste settimane, la priorità di intervento è andata in direzione della spesa sanitaria, a finanziare gli ammortizzatori sociali e più di recente a sostenere gli Enti Locali nella gestione delle emergenze. Servono risposte certe e urgenti anche per salvare le imprese, sfiancate da un mese senza incassi ma con le spese da sostenere.

Ci rivolgiamo a tutti gli Enti chiamati a fare la propria parte in base alle responsabilità attribuite ad ognuno: Governo, Regione, Amministrazioni Locali, Camere di Commercio, Istituti di Credito.

Sono necessarie ed urgenti alcune misure basilari, fra cui:

– la cancellazione totale di una serie di imposte e tributi, da definire in tavoli di concertazione nazionale e locali. È illusorio ritenere che le imprese saranno in grado di fare fronte a determinati costi con un semplice posticipo di due mesi rispetto alla naturale scadenza. In ambito locale, riteniamo si possa azzerare la tassa di occupazione del suolo pubblico per il 2020 e depennare la TARI almeno per il periodo di chiusura delle attività;

– il posticipo al 31 dicembre di tutte le scadenze fiscali e tributarie, nazionali e locali che non dovessero essere cancellate. In questo caso il tributo dovrà essere dilazionato nelle successive due annualità;

– l’estensione delle agevolazioni per i canoni di locazione, sia riguardo al numero dei mesi sia riguardo alle categorie catastali, e la possibilità di posticipare di un anno la scadenza del contratto;

– la riduzione dell’IMU per i fabbricati utilizzati dalle imprese soggette alla chiusura o sottoutilizzati a causa dell’epidemia;

– in previsione di una graduale ripresa dei consumi e con la volontà di tornare ad impegnare tutto il personale nelle aziende, andrebbe previsto uno sgravio contributivo per il primo anno di attività dopo la riapertura;

– la riduzione degli affitti di immobili di proprietà pubblica, proporzionale al periodo di inoperosità;

– finanziamenti a lunga scadenza a tasso zero per liquidità immediata alle piccole e medie imprese, da agevolare e velocizzare anche grazie al sistema dei Consorzi Fido;

– attivare, anche in sede locale, un tavolo operativo fra Istituti di credito, Amministrazioni Comunali e Associazioni di categoria per monitorare regolarmente le azioni intraprese ai fini di veicolare liquidità alle imprese;

– ragionare pensando al domani ed al ritorno ad un territorio “vivo”. Servono risorse, quindi, per organizzare la ripartenza. Presumibilmente, per l’estate, dovrebbe essere preferibile puntare su piccoli eventi diffusi e non manifestazioni di massa. Per l’autunno e l’inverno andrebbero programmate iniziative in grande stile, di richiamo ed impatto.

Come Associazione saremo al fianco dei nostri soci e di tutti gli imprenditori, con proposte al mondo politico, servizi e consulenze, con la professionalità che da sempre ci contraddistingue.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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