In merito alle decisioni della Giunta degli scorsi 12 e 13 Novembre, ho letto sui media un post del Consigliere Gessaroli, con la sua, personale, ricostruzione dei fatti.
Premesso che ritengo assolutamente legittimo che un consigliere di minoranza tenga gli occhi puntati sull’operato dell’amministrazione e ponga critiche nel merito e nella forma, ogni qual volta lo ritenga opportuno, mi ripeto sul fatto che alimentare sistematicamente il clima del sospetto verso l’amministrazione sia una cosa diversa dal legittimo atteggiamento critico.
In questo post si parla di “procedure amministrative al limite della legalità”, “delibere omesse, nascoste, trasformate, nel tentativo di nascondere la verità ai cittadini…” e altro.
Sono parole pesanti.
La ricostruzione non è affatto corretta, mi preme riportare i fatti per come si sono svolti:
– il 12 dicembre durante la riunione di Giunta viene discussa e votata una delibera, che nasce da un progetto vagliato dagli uffici. Rispetto a quel progetto il Sindaco richiede agli stessi una ulteriore valutazione dando l’indicazione di minimizzare il più possibile il numero di piante da abbattere, anche a costo di maggiori oneri di manutenzione a carico della collettività.
Il giorno dopo (13 novembre) gli uffici hanno proposto il progetto rivisitato.
– le votazioni del 12 riportano: (tutti presenti) 3 Favorevoli (tra cui il Sindaco) 2 astenuti, 1 contrario
– le votazioni del 13 riportano: (1 assente) 4 Favorevoli
Gli uffici, in completa autonomia e senza indicazioni da parte degli organi politici avevano erroneamente considerato la delibera un argomento e come tale lo aveva rubricato (come poi anche riportato nell’atto di giunta num255 del 9/12).
Questo poiché avevano valutato che la proposta restituita agli uffici per modifiche progettuali venisse ripresentata il giorno successivo (come poi è accaduto il 13 Novembre).
Accertato successivamente che la volontà della Giunta era diversa, gli uffici rettificavano il verbale e ne davano atto formalmente in Giunta (come da delibera sopracitata).
Per arricchire il dibattito pubblico e migliorare le decisioni a favore della comunità è importante discutere nel merito, comprendere i motivi che supportano una decisione, essere vigili e fare proposte alternative su possibilità realmente fattibili.
Lavorare per erigere la “scuola del sospetto” cercando di alimentarne la cultura, non aiuta certo il dibattito pubblico.
Con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative cittadine, i toni si stanno inasprendo ogni giorno di più e quella cultura negativa trova sfogo nelle bocche e nelle azioni degli insoddisfatti cronici; quelli secondo cui ogni decisione presa da questa amministrazione sia da combattere a prescindere sostituendo troppo spesso il legittimo diritto di opinione e di critica con offese gratuite sempre più pesanti. Sui social ci chiamano “servi” (chissà poi di chi), o portatori di fantomatici interessi privati.
La mia attività da sindaco? Onorare il mio mandato sino al termine, tenendo ben presente l’unico obiettivo che mi spinge a dare sempre il massimo: il bene della comunità di Cattolica.
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