FERRARA – “Altri dieci giorni persi nel tentativo di ottenere il via libera ai test sierologici sul personale comunale più esposto al rischio e a contatto con la popolazione. La burocrazia sta rallentando in modo grave anche azioni preventive che ormai tutti i sanitari raccomandano come lo screening sugli operatori esposti al rischio contagio. La Regione Emilia Romagna che ha accentrato la gestione dei test sierologici per aziende e enti pubblici nonostante gli annunci del presidente Bonaccini, ritarda ancora una volta l’avvio delle buone prassi sanitarie”.
Così il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, annuncia la risposta ottenuta oggi dallo Staff della Direzione Generale Cura della persona, Salute e Welfare della Regione Emilia Romagna relativamente al progetto del Comune di Ferrara di sottoporre 350 operatori (tra dipendenti comunali e delle partecipate pubbliche) alla procedura di ricerca della presenza o del contatto pregresso con il Covid 19.
La Regione ha infatti comunicato che “nella giornata odierna è previsto l’invio al Prof. Vittorio Sambri (Ausl Romagna) di tutte le richieste arrivate e protocollate nelle giornate dal 26 al 28 aprile”, invio al quale “seguirà l’istruttoria tecnica e la successiva comunicazione delle risultanze a questa Direzione generale che poi a stretto giro provvederà a comunicare a mezzo PEC agli interessati”.
“Il progetto di screening che prevede di sottoporre a test gli agenti della polizia locale, gli operatori dell’Asp a contatto con soggetti fragili e altri dipendenti che in queste settimane hanno lavorato a contatto con il pubblico era stato spedito in Regione lo scorso lunedì 27 aprile, e da allora sono passate quasi due settimane. In queste ore, secondo quanto ci è stato comunicato, l’ente ha inviato la nostra domanda all’Ausl per le verifiche, ragion per cui bisognerà attendere ancora giorni prima di ricevere il via libera.
Prendiamo atto, amaramente, del ritardo con cui ancora una volta l’ente Regione risponde alle necessità dei Comuni e dei cittadini in questo momento di grave emergenza, dove conoscere il reale stato di salute di quegli operatori che stanno a contatto con il pubblico può fare la differenza tra il successo e l’insuccesso della delicata fase della ripartenza. Riteniamo grave e non giustificato questo approccio burocratico a temi relativi all’emergenza sanitaria in corso e ci aspettiamo, in tempi brevi, il via libera a sottoporre i dipendenti alle analisi per la ricerca del virus”.