Così Antonio De Palma, Presidente del Sindacato, presenta alla stampa le sacrosante ragioni che portano gli operatori sanitari a incrociare le braccia, nonché a bloccare gli straordinari per ben sei giorni.
«Dopo due anni di pandemia, vissuti nel corpo e nella mente, le cui cicatrici indelebili ci segneranno per sempre, questo non può essere considerato, per gli infermieri e gli altri professionisti interessati, un momento difficile come tanti.
Nel pieno di una trattativa per un rinnovo contrattuale che stenta a virare verso quelle legittime istanze che sembrano ancora un obiettivo lontano, i professionisti della salute, con lo sciopero di domani, sentono nuovamente il bisogno, più che mai, da Nord a Sud, di raccontare alla collettività ciò che sta accadendo nel nostro fragile sistema sanitario.
Una valorizzazione economica che appare ancora come una meta lontana. Uno stipendio medio tra i più bassi d’Europa, la cui precarietà è resa ancora più gravosa da una inflazione che mette in ginocchio le famiglie italiane, paurosamente in bilico, come su un cornicione, verso la soglia della povertà.
Per non parlare poi di quella sicurezza sul lavoro che rappresenta un diritto sacrosanto da garantire da parte delle aziende sanitarie e che invece è vanificata da leggi inefficaci e provvedimenti tutt’altro che concreti, quando invece il triste fenomeno delle aggressioni ai danni degli infermieri andrebbe estirpato alla radice, perché rappresenta un maledetto cancro che una società civile, dove la sanità dovrebbe essere al primo posto, non si può permettere di far crescere senza dotarsi di strumenti idonei al suo contrasto.
E come la mettiamo poi con la carenza di personale, che senza un coraggioso piano di assunzioni rischia di vedere vanificato anche il futuro di quella sanità territoriale che con il nuovo Pnrr, nella Missione 6, necessita di oltre 30mila nuovi infermieri, oltre alla voragine strutturale di 80-85 mila da colmare?
Certo, non abbiamo la presunzione di pensare che uno sciopero possa risolvere, come con un colpo di bacchetta magica, tutte le falle del nostro sistema, ma gli infermieri e gli altri professionisti sanitari, non possono e non vogliono seppellire l’ascia di guerra.
Lo sciopero di domani è una nuova occasione per raccontare, legittimamente, quello che sta accadendo, per scuotere le coscienze, mentre continua da parte nostra il serrato dialogo con Governo, Regioni, Aran, Comitato di Settore, per cercare una soluzione che possa permetterci di accogliere il nuovo contratto, come un solido punto di partenza per il futuro.
Per questa ragione, in attesa delle risorse aggiuntive del nuovo atto di indirizzo, ci stiamo già muovendo da tempo per chiedere di rivedere le esigue cifre oggi a disposizione, alla luce delle delicatissime contingenze economiche che ci attanagliano», conclude De Palma.
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