Pressoché totale l’indifferenza della politica locale, che appare inspiegabilmente sorda rispetto alla causa dei professionisti della sanità, con i nostri referenti che ci raccontano di casi emblematici come quello di Grosseto, dove strutturalmente mancano 40 infermieri e 30 oss. E il personale rimasto è costretto a sobbarcarsi doppi turni per garantire un dignitoso servizio ai cittadini.
Il nostro è un sindacato che difende gli infermieri, ed è stato quindi costretto ad attivare le procedure di mobilitazione, che potrebbero addirittura portare, in caso di ulteriore inerzia da parte delle istituzioni locali, fino allo sciopero».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Ma vi è di più, perché purtroppo proteste come quella in corso nella Regione Toscana vengono seguite e sostenute, con estremo interesse, da parte di tutti gli infermieri italiani dal momento che analoghi sono i problemi che ogni giorno essi vivono, indipendentemente dalla regione di appartenenza.
Situazioni di questo tipo ci vengono segnalate dalle nostre delegazioni di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Campania, ma anche dal Trentino, dalla Sardegna e dal Molise.
Insomma, gli animi si stanno infervorando, mentre ancora si sente l’eco delle battaglie di piazza di alcuni mesi ora sono, quando ci preparavamo alle mega manifestazioni di Roma e Milano.
Nulla è cambiato da allora!
La carenza infermieristica ha raggiunto l’apice delle 80-85 mila unità in tutta Italia, se consideriamo anche gli infermieri di famiglia.
Alla fine, la protesta in atto in Toscana rappresenta solo la punta dell’iceberg, perché ben presto altre delegazioni di infermieri di altre regioni potrebbero essere costrette a seguire il medesimo percorso, “ingabbiate” in situazioni simili e altrettanto complesse.
Il destino della sanità locale sembra orientato nuovamente verso manifestazioni di protesta da Nord a Sud, con il rischio di trovarci di fronte a una nuova “caldissima” stagione per gli operatori sanitari italiani.
A tutto questo si aggiunge, e non è da poco, la delicata trattativa per il rinnovo del CCNL in corso in ARAN che, almeno sino ad ora, non ha ancora dato segnali tangibili di accoglimento dei riconoscimenti e delle forme di valorizzazione che noi abbiamo chiesto per gli infermieri italiani e per le altre professioni sanitarie, sottese dalla medesima base giuridica.
È necessario integrare immediatamente il personale che manca, attivare una capillare campagna di assunzioni, riaprire i concorsi e, ancora prima di tutto ciò, sbloccare finalmente la mobilità degli infermieri. Non ci sono altre soluzioni per uscire dal buio tunnel in cui nostro malgrado siamo entrati», chiosa De Palma preoccupato.
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