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Nota del Sindacato Infermieri Nursing Up di lunedì 11 gennaio 2021

De Palma: «Poco meno di 4mila professionisti hanno risposto al bando vaccini. Dove sono i tanto decantati infermieri su cui Arcuri faceva affidamento?».

ROMA – «Concentriamoci subito sui 30mila infermieri che operano sul territorio, presso le ASL, appelliamoci alla disponibilità dei colleghi che prestano servizio i Centri Medico Legali dell’INPS, dell’INAIL, ai liberi professionisti ed a tutti gli altri colleghi dipendenti del SSN ai quali non viene già chiesto di fare prestazioni extraordinario. Chiediamo loro di scendere in campo, ma occorre retribuirli come si deve. Oggi è possibile pagare i colleghi con le cosiddette “prestazioni aggiuntive” che siamo riusciti a vedere inserite nella legge di bilancio approvata il 30 di dicembre u.s., dopo 3 mesi di battaglie, manifestazioni e persino uno sciopero, una tariffa oraria che è stata finalmente portata a 50 euro lordi onnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi. Fatto questo, lasciamo la possibilità di aderire a tutti i colleghi dipendenti delle aziende sanitarie italiane, che non risultano già impegnati oltre al loro orario ordinario di 6 ore. Parliamo, solo ad esempio, ed in aggiunta a quelli del territorio che ho già citato, degli infermieri che prestano attività nei servizi ambulatoriali, anche ospedalieri, e che potrebbero mettersi a disposizione, almeno nei primi periodi, oltre il proprio orario ordinario per una vera e propria campagna di massa. Diamo a questa enorme platea di potenziali professionisti, che noi ogni giorno ascoltiamo e che sappiamo essere disponibili a rimboccarsi le mani per la loro Italia, la possibilità di mettersi a disposizione. Sondiamo il terreno senza perdere ulteriore tempo, cosa ci costa? Facciamolo attraverso il portale della Protezione Civile, come è stato già fatto per il bando dei 12000 infermieri, andato alla fine così male».

Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up, ci riporta con i piedi per terra e fa emergere le pecche di un “sistema vaccinale” che va modificato in corsa. Appena 4mila domande arrivate come risposta al bando del Commissario Arcuri, per il reclutamento degli infermieri, sono il segnale palese di un fallimento annunciato in partenza.

«E’ necessario un dietrofront immediato. E’ indispensabile rimboccarsi le maniche e tornare sulle fallaci decisioni che hanno escluso da queste dinamiche gli infermieri del SSN, da ultimo proprio nel bando di Arcuri. Che senso ha escluderli, come se tutti loro fossero già impegnati h24, se invece sappiamo che esistono colleghi che operano in servizi aperti solo al mattino o su due turni che potrebbero mettersi a disposizione per altro tempo della loro giornata? Siamo o non siamo in emergenza?

Ma soprattutto, oggi che il bando Arcuri per 12000 unità si è dimostrato uno strumento fallace per il reperimento degli infermieri, a cosa serve mantenere ancora i contratti con le 5 agenzie esterne che dovrebbero cercare proprio quegli infermieri liberi e disponibili che tutti sappiamo non esistere in Italia?

E c’è chi si chiede perché i medici hanno risposto all’appello di Arcuri, anche se pensionati? Vi basta come risposta uno stipendio di 6000 euro lordi previsto per loro, a fronte dei 3000 (più lordi che mai) destinati agli infermieri?

Insomma, qui occorrono, conti alla mano, almeno 27mila, uomini e donne, per sostenere le reali difficoltà di una sfida che deve, senza ma e senza se, portarci fuori dall’incubo pandemia. Perché lo abbiamo detto, e lo ripeteremo all’infinito, questi sono numeri necessari. Altro che i 12000 infermieri del piano Arcuri. Ci venga lui a fare 120 milioni di somministrazioni entro ottobre prossimo, perché questo sarà necessario fare se si vuole mettere un punto sulla campagna vaccinale a quella scadenza, come si sente dire da più parti.

Ora bisogna rendersi conto che i 12000 infermieri del bando Arcuri, che dovevano rappresentare una forza d’urto non ci sono, non esistono, almeno di fuori di un ssn già allo sbando, e dove già mancano quasi 90mila unità».

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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