Oggi, a distanza di poche settimane, dopo una calma che evidentemente era solo apparente, l’aumento costante delle infezioni dei professionisti della sanità, lento ma pericolosamente costante, è di nuovo sotto gli occhi di tutti.
E ancora una volta ci prodighiamo nell’affermare che il nostro non vuole essere affatto un atto di controproducente allarmismo.
Riteniamo, infatti, che pur essendo, almeno allo stato attuale in una situazione non allarmante, essa va di certo monitorata con estrema attenzione. Anche perché siamo di fronte a aumento nazionale dell’incidenza RT, con un rischio oggi definito moderato per ben 18 regioni, con una possibile recrudescenza epidemica in atto. Lo dicono dalla Cabina di Regia del Covid.
Accanto ai contagi dei cittadini, sale costantemente il numero di operatori sanitari infetti. Siamo passati, sempre su base degli ultimi 30 giorni, ai 1377 di lunedì 25 ottobre (25 settembre-25 ottobre), per arrivare a 1720 di ieri venerdì 29 ottobre (29 settembre-29 ottobre). Oggi se ne contano 1734 (30 ottobre 2021), ovvero 14 contagiati in più in 24 ore.
Crediamo ancora una volta che l’opinione pubblica non abbia l’anello al naso.
L’aumento c’è ed è un dato di fatto e ci racconta di 343 nuovi casi in più in appena cinque giorni, ovvero 68 operatori al giorno.
Lo dicono i dati ISS. Se a questi, come abbiamo sempre fatto, incrociamo i dati Inail, scopriamo che l’82% di chi si ammala nelle corsie sono come sempre gli infermieri. Quindi ben 55 infermieri al giorno si sono ammalati nell’ultima settimana.
Proviamo a fare una proiezione. Se l’aumento, così com’è, dovesse rimanere costante, e calcolassimo da oggi i prossimi 30 giorni di contagi, quindi 30 ottobre-30 novembre, con circa 350 casi ogni settimana, partendo dalla base odierna, che è 1734, arriveremmo di certo a sfiorare i duemila contagi di operatori sanitari entro fine novembre.
Leggiamo e apprendiamo delle dichiarazioni del Ministro Speranza e del Sottosegretario Sileri: l’ipotesi della terza dose aperta a tutti prenderebbe sempre più piede.
Noi, come sempre, non entriamo nel merito della decisione, ma come sindacato che tutela gli interessi e la salute degli infermieri vorremmo comprendere, sulla base di una accurata indagine scientifica, perché gli operatori sanitari si stanno ammalando di nuovo. Abbiamo il diritto di capire qual’è lo stato immunitario di coloro che si sono vaccinati a inizio anno. Pretendiamo di sapere fino a che punto la terza dose sarà capace di agire sulle nuove varianti».
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