Nota del Sindacato Infermieri Italiani Nursing Up del 3 febbraio 2021

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De Palma: «Sono vergognose le proposte di alcune Ats lombarde, che per il piano vaccini vogliono reclutare infermieri a titolo volontario»

ROMA  – Apprendiamo con un sentimento di estremo sdegno quanto sta accadendo in Lombardia in queste ore, con alcune Ats che hanno tirato fuori, come per magia, dal cilindro, un bando, hanno il coraggio di chiamarlo così, che prevede il reclutamento di infermieri che lavorino a titolo volontario, e quindi gratis, per svolgere la delicata e decisiva “missione” dei vaccini. 

Accanto alla rabbia iniziale, ci pervade anche un profondo senso di amara sorpresa, verso una politica sanitaria che, da parte di Governo e Regioni, non smette mai di regalarci “novità inattese” e nel contempo continua a “giocare” con le vite di professionisti, uomini e donne che, da soli, da più di un anno ormai, conducono un’ardua battaglia contro la morte.

Con quale coraggio, noi ci chiediamo, alcune aziende sanitarie provinciali, in piena antitesi con l’azione governativa, chiedono agli infermieri di lavorare addirittura a titolo gratuito? Esiste, o forse ce lo siamo sognati noi, un  Piano Arcuri, fin ora mai davvero decollato, in parte perché mancano gli infermieri disoccupati, ma soprattutto perché le offerte che arrivano di giorno in giorno ai 3900 infermieri che hanno avuto il coraggio di candidarsi,  sono a dir poco vergognose?

E mentre noi palesiamo il delinearsi dei contorni dell’ennesimo paradosso italiano, i cittadini continuano ad aspettare i vaccini, in piena emergenza sanitaria. Dall’altra parte ci sono gli infermieri dipendenti del SSN  pronti a mettersi a disposizione  dopo il loro orario ordinario. Sono almeno 100mila, e  potrebbero essere pagati con le risorse messe a disposizione dalla legge  finanziaria, eppure vengono ancora totalmente ignorati. Ne abbiamo viste di tutti i colori nell’ultima settimana: bandi per reclutare Oss quando quelli che mancano sono gli infermieri, adesso bandi per volontari. Tutto questo solo per non riconoscere le prestazioni aggiuntive agli infermieri: attenzione qui si parla solo di dare il giusto valore economico alle attività professionali infermieristiche. Non si può chiedere a professionisti sanitari con elevata qualificazione e che come tale sono tenuti all’iscrizione ad un ordine professionale, di prestare la propria attività in maniera completamente gratuita. 

A che punto siamo arrivati?»  

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, commenta inferocito quanto sta accadendo in Lombardia, appellandosi agli Ordini Provinciali affinché intervengano subito per arginare sul nascere queste pericolose iniziative.

«Chiediamo anche al Ministro Speranza, nonché ai Governatori Regionali, di vigilare su quanto sta accadendo, impedendo che anche altre aziende sanitarie, in altri territori, possano intraprendere iniziative del genere!

Siamo a dir poco indignati! Non solo non vogliono pagare gli infermieri con dignitose prestazioni aggiuntive, e questo ormai ci pare chiaro, ma ora arrivano addirittura a chiederci di lavorare a titolo gratuito?

Gli infermieri, lo ribadiamo per chi lo avesse dimenticato, sono professionisti, e come tali bisogna retribuirli per l’attività che svolgono . Quando invece  vogliono svolgere attività di volontariato è perché decidono di mettersi a disposizione autonomamente, e la maggior parte lo fa per enti benefici, come la Comunità di S Egidio, solo per esempio, oppure per la Croce Rossa Internazionale. Ma questo non avviene di certo con  le ASL, che sono datori di lavoro pubblici che vengono finanziati profumatamente, dallo Stato e dalle Regioni, per pagare come si deve i professionisti che impiegano.

Non sono bastati evidentemente quei quasi 50000 infermieri infettati dal Covid 19, anche per effetto della grave disorganizzazione che ha caratterizzato l’approccio alla pandemia. Non sono bastati i 68 infermieri che hanno perso la vita “sul campo”, lottando per difendere la vita altrui.

Non è bastato a questa politica inconcludente di prenderci in giro per mesi e mesi, promettendo riconoscimento e valorizzazione del nostro ruolo, per dimenticarsi vergognosamente di tutto questo subito dopo.

Insomma, continua De Palma infervorito, in un momento del genere, con il rischio reale che la missione vaccini si protragga per anni, a discapito della salute dei cittadini, ci vuole davvero una grande faccia tosta per venire a chiedere la carità proprio in Chiesa, e per pensare di vincere una battaglia del genere con iniziative che dequalificano costantemente quegli operatori sanitari che fin ora hanno combattuto in prima linea e che sono ancora disposti a farlo, ma non certo gratis!

Abbiamo competenze, conoscenze, esperienza, qualità umane e coraggio da vendere! Ma non possiamo e non vogliamo tollerare l’ennesima pugnalata dietro la schiena!

Ci meraviglieremmo anzi, se gli infermieri italiani dovessero accettare proposte di lavoro “aggratis” , come quelle delle Ats lombarde di cui parliamo.

E poi, perché dovrebbero accettare incarichi come volontari? Prima consentono  loro di lavorare solo se accettano un vincolo di esclusività e con stipendi da fame, poi però a chi accetta di lavorare da volontario, quindi gratis , l’esclusività non si applica. In quel caso gli infermieri possono fare tutte le vaccinazioni che vogliono , anche se lavorano presso altre aziende… Di questo passo arriveranno presto a chiederci di ringraziarli per il lavoro che ci chiedono di fare gratis… 

A che gioco perverso, lo ripetiamo, stiamo giocando? A questo punto sembra chiaro che il problema di fondo non sono le carenze di infermieri vaccinatori ma ancora una volta l’intento di non volerli pagare come si deve, nonostante, paradosso dei paradossi, le risorse economiche per retribuire il personale sanitario oggi non mancano di certo!», conclude furioso De Palma.