De Palma: “La Regione Emilia Romagna cerca Oss per il piano vaccini. Ne avevamo davvero bisogno con tanta urgenza quando mancano gli infermieri?”
ROMA – Apprendiamo, con non poche perplessità, della realizzazione, negli ultimi giorni, di un bando, a cura del servizio sanitario Emilia Romagna, azienda sanitaria locale di Piacenza, relativo al conferimento di incarichi libero-professionali occasionali per una collaborazione coordinata e continuativa finalizzata al reclutamento di operatori socio sanitari (Oss) per l’attuazione del piano di somministrazione dei vaccini anti Covid-19.
Si legge testualmente nel bando: “Per far fronte alle esigenze straordinarie urgenti derivanti dall’emergenza sanitaria covid 19, in esecuzione della deliberazione del direttore generale n 68 2020, è aperta procedura d’urgenza per l’individuazione di operatori socio-sanitari, OSS, al fine di garantire un efficace gestione del piano di somministrazione dei vaccini”.
Oltre alle modalità di inserimento della propria candidatura, che avverrà on-line, viene chiarito esplicitamente quanto segue: “Il personale che risulterà idoneo sarà impiegato per l’attuazione del Piano vaccini, integrando gli organici dell’Azienda che si occupano della somministrazione dei vaccini. L’attività da svolgere sarà coerente con le funzioni proprie del relativo profilo professionale e potrà essere prestata sul territorio dell’AUSL di Piacenza in base alle esigenze organizzative, mediante conferimento di incarichi di lavoro autonomo; non è previsto riconoscimento di indennità di trasferta”.
Da un lato, almeno all’apparenza, tutto sembra perfettamente in regola. Del resto la possibilità di inserire personale di supporto, con funzioni secondarie, a integrare il ruolo primario, nell’ambito del piano vaccini, di professionisti della sanità quali gli infermieri, era previsto anche dalla Circolare Organizzativa del Ministero della Salute dello scorso dicembre.
Se non fosse però, che, come al solito, nell’Italia dei paradossi, per costruire un edificio perfetto che non crolli il giorno successivo alla conclusione dei lavori, si comincia, ahimè, dai dettagli, come dal colore delle pareti delle stanze interne da arredare, non certo dalle fondamenta dell’edificio come invece si dovrebbe.
Cosa sta succedendo nel nostro sistema sanitario? In piena emergenza pandemica, con un piano vaccini mai decollato, cosa facciamo? Partiamo ancora dalla coda, organizzando un bando per reclutare il personale di supporto, con tutto il rispetto per quest’ultimo.
Dove sono gli infermieri? Perché ancora una volta le Asl e le Regioni italiane si muovono senza alcun tipo di coordinamento tra di loro?
Perché il Commissario Arcuri non si preoccupa di redigere l’unico bando che potrebbe salvarci dal virus? Ovvero quello per acquisire la disponibilità degli infermieri che già sono in forze presso le Asl italiane? Alla fine parliamo di colleghi già in servizio, e che ogni giorno ci confermano, attraverso i nostri rappresentanti, la loro disponibilità a scendere sul campo.
Insomma, le forze le abbiamo dentro casa! Eppure, nonostante questo, noi stiamo qui a sbatterci la testa, ad evidenziare che ci sono anche le risorse! Quelle messe a disposizione dalla legge finanziaria del 30 dicembre scorso per le cosiddette prestazioni aggiuntive!»
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, partendo dal bando per gli Oss dell’Emilia Romagna, evidenzia ancora una volta le lacune del “progetto Arcuri” che adesso, con il passare del tempo, accumulando ritardi su ritardi, assumono i contorni del rischio reale, a discapito della salute degli italiani. Siamo nel bel mezzo di un’emergenza sanitaria, che a dispetto dell’apparente riduzione dei numeri di quelli che ogni giorno si infettano, corre il rischio di riesplodere in qualsiasi momento, se non si organizza subito una poderosa ed efficace campagna di immunizzazione di massa!
«Lo ripetiamo ancora una volta: dove sono gli infermieri sul mercato del lavoro? Perché, a fronte di questa oggettiva verità, nessuno si prodiga per mettere nelle mani, di chi già lavora sul campo, con competenza ed esperienza, le responsabilità concrete per far partire davvero “la macchina” dei vaccini, che è ancora ferma al pit stop?
Dove li troveranno più di 21 mila infermieri liberi, per concludere entro l’anno in corso la “missione vaccini”?
Infatti, alla luce dei dati emersi, se dividiamo il numero complessivo delle somministrazioni necessarie per 60 milioni di cittadini, e quindi 120 milioni di dosi (tra prima e seconda somministrazione), ad un ritmo di 504 somministrazioni per vaccinatore al mese, e dividendo poi il valore ottenuto per il numero dei mesi che ci separa dalla fine dell’anno 2021, otterremo come risultato, affinché possa essere garantita l’effettuazione di 120 milioni di somministrazioni entro tale data, che occorre assumere almeno 21645 infermieri a tempo pieno. Altro che le 4000 domande messe insieme da Arcuri!
Ma vi è di più, perché sono tante le testimonianze di colleghi che hanno presentato domanda per il bando Arcuri, e che ci comunicano che non intendono accettare l’incarico di vaccinatori, in quanto, una volta contattati dalle agenzie, gli sarebbe stato offerto un compenso di 1940 euro lordi, ben lontani dai 3000 euro dei quali parlava il Commissario Straordinario.
Ma certo, ad Arcuri non servirebbe nemmeno tirare fuori il classico “coniglio dal cilindro”, assumendo medici al posto degli infermieri. Infatti, se malauguratamente si decidesse di assumere 8000 medici pensionati per sostituire gli infermieri mancanti (rispetto ai già scarsi 12000 previsti dal bando), occorrerebbero comunque più di 2 anni e mezzo per completare la campagna.
A questo punto noi continuiamo a chiederci: serviva davvero spendere 25 milioni di euro per pagare agenzie esterne quando con un bando destinato agli infermieri pubblici, e la creazione di una banca dati, potevano essere direttamente le regioni ad utilizzare i professionisti infermieri vaccinatori che avrebbero di certo dato la loro disponibilità?
Possibile che nessuno si renda conto che di questo passo, come Sindacato lo andiamo evidenziando da settimane, senza il ruolo indispensabile, sul campo, degli infermieri pubblici, impiegheremo dai 3 ai 4 anni per portare a compimento il piano vaccini? Ce lo possiamo davvero permettere?
Anche su questo bando degli OSS ci sarebbe tanto da dire. Ben vengano gli operatori socio sanitari: ma tutto questo era così urgente quando mancano le basi di cemento armato per sorreggere l’edificio?
In ogni caso, non smetteremo mai di dirlo, presidieremo affinché tutto sia svolto secondo le regole e agli Oss non siano affidate mansioni che non rientrano nelle loro competenze.
Non vorremmo che tutto si riducesse ancora una volta a una triste, tristissima questione di soldi, per evitare di pagare compensi dignitosi a meritevoli professionisti della sanità necessari come il pane per vincere la battaglia».
Reclutiamoli e affidiamo loro gli incarichi e le retribuzioni che meritano: in gioco c’è la salute di tutti noi.», conclude De Palma.