De Palma: «Piano vaccini, non serve fumo negli occhi. Gli infermieri fuori dal SSN non ci sono. Immunizzare i cittadini nei tempi previsti potrebbe essere una chimera»
ROMA – «Basta con il fumo negli occhi e con la politica dei proclami e degli autoelogi. E soprattutto basta con il futile gioco di chi spera di guadagnare maggiore credibilità, di fronte all’opinione pubblica, celebrando se stesso come il Paese numero uno nella Ue per vaccini somministrati. Tutto questo non ci serve, questa “gara” non ci conduce a nessun risultato concreto. Gli oltre 70mila nuovi vaccinati delle ultime 24 ore non rappresentano un dato di cui andare fieri.
Potremmo sembrare impietosi e severi, ma la matematica non è un’opinione e senza una media tra 320 mila e 400 mila somministrazioni al giorno, sempre che si inizi nei prossimi giorni ad utilizzare vaccini monodose, non arriveremo mai all’immunizzazione totale per fine anno. Lo stesso Commissario Arcuri, ogni tanto, dall’alto della sua fortezza di certezze, sembra vacillare. In realtà la verità è ben nota, non nascondiamoci!
Gli infermieri per vaccinare gli italiani non ci sono. Né i 27mila che servirebbero davvero, né i 12mila, decisamente insufficienti, che Arcuri sperava di reclutare con il suo bando.
Un piano che si è rivelato fallimentare e che non ha certo bisogno della dietrologia di quei sindacati che oggi, a differenza del nostro, che da tempo sollevava la spinosa questione, mettono in evidenza a gran voce, amaramente diciamo noi, una questione che è già vecchia. Adesso è il momento di andare oltre. Di pensare subito a un piano strategico alternativo e concreto per trovare quei vaccinatori. Non è il momento delle cantilene.
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up, calca la mano sulla necessità, adesso improrogabile, di voltare pagina. Con l’ampio sostegno di tutte le forze in gioco.
«Gli infermieri di famiglia, i famosi 9600 “disegnati” come in un fumetto dal Decreto Rilancio, ci sono, ma solo sulla carta. Come non ci sono gli infermieri che Arcuri vuole trovare al di fuori del SSN. Occorre far scendere in campo tutti i colleghi del SSN che non vengono già impegnati con prestazioni extraordinarie, e che possono rappresentare la “forza d’urto” necessaria per concludere entro la fine dell’anno l’obiettivo vaccinazioni.
Ma i numeri dovrebbero essere ben diversi da quelli attuali: con circa 43mila somministrazioni giornaliere, perché questa è la media sulla quale viaggiamo oggi, ci vorrebbero diversi anni per vaccinare tutti gli italiani. Ci rendiamo conto? E la salute dei cittadini non può certo permettersi questi tempi di attesa di fronte a una pandemia che non ci concede alcuna tregua.
Continuano i decessi dei cittadini, e purtroppo, ad oggi, non meno di 250 infermieri, negli ospedali italiani, si ammalano ogni giorno di Covid.
Ora, vogliamo chiederci concretamente perché gli infermieri non hanno risposto al bando Arcuri? Per come la vediamo noi, a parte la palese mancanza di professionisti al di fuori del SSN, ci pare improbabile che un infermiere possa accettare un incarico, lontano da casa, per 3077 euro lordi, circa 1500 euro netti, addirittura con un contratto da precari, l’ennesimo, che non va oltre i 9 mesi.
Proprio per questo, in attesa di nuove risorse, occorre retribuire le forze di cui già disponiamo, e retribuirle adeguatamente: è l’unica soluzione possibile. E sarebbe assurdo, rappresenterebbe un ulteriore schiaffo in pieno volto, se Arcuri dovesse decidere di ridistribuire i 534,2 milioni di euro del bando per pagare medici in sostituzione degli infermieri. I loro 6mila euro lordi, a fronte dei nostri 3077, sono già un gap notevole, che ci spiega oltre ogni dubbio per quale ragione il numero di 3mila medici richiesto dal bando è stato ampiamente coperto. Ma siamo abituati a essere colpiti alle spalle, non ci sarebbe da meravigliarsi».