MODENA – “In questa giornata, riflettiamo non solo sulla memoria del male ma sul fare memoria del bene. Perché sono la consapevolezza e la speranza del bene che ci fanno dire che dalla memoria può nascere la praticabilità del non ripetersi di certi orrori. La memoria del bene toglie a ognuno di noi qualsiasi alibi o giustificazione che ci facciano rimanere fermi davanti agli orrori della storia e ancor di più del nostro oggi e del nostro domani”. Così il presidente del Consiglio comunale di Modena Fabio Poggi ha aperto la celebrazione dedicata al Giorno della Memoria nel corso della seduta di ieri, giovedì 27 gennaio, 77° anniversario dell’apertura dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz. Alla commemorazione hanno partecipato, in parte in presenza e in parte in collegamento on line, le autorità civili e militari e rappresentanti della Comunità ebraica.
Il momento di riflessione in Consiglio comunale è stato dedicato alla generosità e all’impegno di Angelo Donati, ebreo modenese Medaglia d’oro al Merito civile per aver salvato migliaia di ebrei di diverse nazionalità, “proteggendo per lunghi mesi le loro vite minacciate dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti”. Le persone come Donati, i giusti, ha detto ancora Poggi, “non sono santi o eroi, ma persone del tutto normali che non si sono rassegnate e hanno difeso la dignità umana di fronte ad azioni di discriminazione e disumanizzazione. Ed è proprio dalla loro ‘normalità’ che deriva la nostra speranza e il nostro impegno affinché la memoria si trasformi nel non ripetersi.
“Auschwitz è un orrore che ti rimane dentro, anche dopo tanti decenni”, ha detto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli nella sua introduzione: “Un orrore tale che diventa una spinta a ribellarsi alle ingiustizie, ai razzismi, ai pensieri d’odio che creano divisioni. È per questo che i campi di sterminio dovrebbero essere visitati da tutti, specie dai più giovani”. Facendo riferimento alle occasioni nelle quali green pass e obbligo vaccinale sono stati associati alla dittatura nazista, il sindaco ha aggiunto che “tante stupidaggini che si sentono oggi svanirebbero in un secondo se chi le pronuncia andasse a vedere la portata delle sofferenze inferte dal nazismo”.
La storia di Angelo Donati è stata raccontata da Patrizia Di Luca, responsabile del centro di ricerca sull’emigrazione del dipartimento di Storia dell’Università di San Marino, che svolge da tempo ricerche su Donati, sui Giusti tra le nazioni e sui Giusti dell’Umanità. Donati, imprenditore che da tempo viveva in Francia dove svolgeva anche funzioni di console per la Repubblica di San Marino e di rappresentante del Regno d’Italia, era dovuto scappare da Parigi all’arrivo dei tedeschi per trasferirsi a Nizza. Qui, utilizzò i contatti che aveva negli ambienti militari e diplomatici italiani per organizzare nella zona di occupazione italiana un’efficace rete di protezione per i propri correligionari. Costretto a fuggire in Svizzera dopo l’armistizio del 1943, lavorò per la Croce Rossa collaborando a diversi comitati d’aiuto.
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