Piacenza

“No Lander” domani a Piacenza

Domenica 7 maggio, alle ore 16, il coreografo piacentino Riccardo Buscarini con la creazione ispirata all’Odissea omerica in scena al Teatro Municipale, a conclusione della Stagione Danza 2016/2017 della Fondazione Teatri

PIACENZA – Sarà la creazione No Lander, firmata dal coreografo piacentino Riccardo Buscarini, in programma domenica 7 maggio alle ore 16 al Municipale, a concludere la Stagione Danza 2016/2017 della Fondazione Teatri di Piacenza.

Cinque danzatori in scena – Riccardo Buscarini, Andrew Gardiner, Josh Jones, Marc Stevenson, Tom Wohlfahrt – si faranno interpreti di questa “Meditazione malinconica e sottile sui temi dell’Odissea di Omero”, come recita il sottotitolo dello spettacolo.

Commissionato da The Place di Londra con il supporto di ResCen – Middlesex University, Arts Council of England, TIR Danza, sviluppato durante il progetto internazionale di ricerca ArtsCross London 2013 e sostenuto dal Fondo per la Danza D’Autore/Regione Emilia-Romagna 2015/2016, No Lander è un discorso sulla ricerca dell’identità, sul desiderio e sull’appartenenza.

Spiega il coreografo Buscarini: lo spettacolo “è d’ispirazione parzialmente autobiografica a raccontare la difficoltà nella ricerca della propria identità in un mondo che oggi viaggia a mille velocità diverse; simboleggia il nostro essere alla ricerca di un punto fisso, di un miglioramento, di una luce che manca, ma mi sento di dire che è simbolico anche di quello che sta succedendo nel Mediterraneo, la culla della civiltà europea che sta diventando tomba per molti”.

I cinque interpreti in scena agiscono “come marinai dispersi in mare”, ispirandosi dunque ai temi omerici resi più che mai attuali.

“Ho sempre voluto fare il mio personale omaggio all’Odissea di Omero, che rappresenta una delle principali ispirazioni per il movimento e funge da cornice estetica del lavoro – aggiunge Buscarini – No Lander non segue il flusso narrativo del poema, si ispira piuttosto ai temi del ritorno, del viaggio e alla curiosità di Ulisse verso ciò che è per lui ignoto.

Vincitore di numerosi premi e riconoscimenti, Riccardo Buscarini è attivo nel campo della danza contemporanea e arti visive. Alla base della sua pratica artistica ci sono il movimento e la missione di esplorare interazioni con linguaggi diversi rispetto a quelli della danza e coreografia. Per questo il corpus delle sue creazioni comprende collaborazioni con artisti provenienti da ambiti molto diversi e opere per la scena come anche per spazi urbani, museali e gallerie d’arte.

Buscarini si forma presso l’Accademia ‘Domenichino da Piacenza’ sotto la direzione di Giuseppina Campolonghi, Michela Arcelli ed Elisabetta Rossi e per poi diplomarsi alla London Contemporary Dance School di Londra nel 2009. Nel 2010 riceve una delle borse di studio danceWEB per partecipare a Impulstanz, il festival internazionale di Vienna e una delle 16 commissioni coreografiche di The Place Prize; il suo lavoro Cameo, in collaborazione con Mariana Camiloti e Antonio de la Fe, è uno dei finalisti.

Vince il Premio Prospettiva Danza 2011 a Padova/IT con volta, primo capitolo di Family Tree, un progetto di Chiara Bersani, ed è uno dei Creatives in Residence a The Hospital Club, Londra, dove dirige la sfilata di moda della stilista Brooke Roberts, parte di London Fashion Week. Nel 2012 riceve il Fondo Fare Anticorpi per la realizzazione del solo 10 tracce per la fine del mondo, realizzato con il sostegno di TIR Danza, Modena.

Nel 2013 vince The Place Prize con Athletes, è invitato a partecipare al progetto di ricerca internazionale ArtsCross London 2013 e al progetto europeo Performing Gender sulle differenze di genere e l’orientamento sessuale, durante il quale realizza l’installazione Blur.

Nel 2015 è uno degli artisti invitati a prendere parte a Maroc Artist Meeting, Marrakech e firma non finito a sei voci, un breve lavoro coreografico sugli allievi della Scuola del Balletto di Toscana, Firenze, parte del progetto Prove D’Autore. Tra dicembre 2015 e marzo 2016 collabora con l’artista visivo Richard Taylor per l’installazione In Parting Glass a Summerhall, Edimburgo e nel giugno 2016 sviluppa l’installazione interattiva INTERTWINED con lo studio di architettura Flow Architecture nella cornice del London Festival of Architecture 2016. Nello stesso mese collabora con la galleria Nahmad Projects per i’m NOT tino sehgal, la loro mostra inaugurale. La performance realizzata in questo contesto, We, All Need Fairytales verrà poi presentata come We, Dreaming a MIART, Fiera d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano nel marzo 2017.

A Piacenza collabora con l’Associazione Amici della Lirica come regista a fianco di Giuseppina Campolonghi per le opere Don Pasquale di G. Donizetti (settembre 2016) e Il Barbiere di Siviglia di G. Rossini (settembre 2017). Dal 2011 al 2015 insegna coreografia e performance alla Birkbeck University di Londra. Dirige laboratori di improvvisazione e coreografia a livello internazionale. Ha da poco terminato una creazione su commissione per il Chelyabinsk Dance Theatre (Russia) e ne sta completando una sugli allievi di Opus Ballet, Firenze.

Informazioni e biglietteria: biglietteria@teatripiacenza.it www.teatripiacenza.it

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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