A breve, anche un numero telefonico e un indirizzo mail di riferimento
RIMINI – È stato costituito ieri, martedì 15 marzo, il Coordinamento del Terzo settore deputato alle attività di sostegno e di assistenza dei profughi ucraini che si trovano a Rimini.
Un tavolo formato dalle organizzazioni di volontariato, dalle associazioni di promozione sociale e dagli enti filantropici del territorio che ha lo scopo di gestire i bisogni della comunità ucraina e di mettere in rete le disponibilità di aiuto provenienti dalla cittadinanza e dal mondo del terzo settore.
La sede individuata è quella della Protezione Civile in via Marecchiese. Il coordinamento fa capo alla Protezione civile comunale, con la collaborazione del Servizi sociali ed educativi del Comune di Rimini.
Gli interventi saranno divisi per ambiti in base alle specifiche richieste e necessità che emergeranno: lavoro, servizi alla persona, servizi educativi, assistenza relativa alle esigenze alimentari e materiali.
A breve, inoltre, sarà attivato un numero telefonico e un indirizzo mail a cui fare riferimento per chiedere aiuto e ricevere tutte informazioni in merito.
“L’organo che è stato costituito oggi ha il compito di coordinare e mettere a sistema le iniziative e i progetti di assistenza, garantendo un lavoro di squadra tra le diverse realtà del terzo settore e gli altri soggetti in prima linea. Un’attività oggi più che mai necessaria e urgente – spiega l’Assessore alla Protezione sociale del Comune di Rimini Kristian Gianfreda –. Per gestire al meglio un’emergenza umanitaria di questa portata serve poter contare su un coordinamento chiaro e strutturato, capace di valorizzare i diversi livelli di intervento, mettendoli al servizio dell’interesse generale. Questo è il nostro obiettivo. Da quando è scoppiata la guerra, sul nostro territorio, abbiamo assistito a numerose forme di solidarietà, che sono l’ennesima testimonianza di una città pronta ad aiutare e tendere la mano a un popolo che sta attraversando difficoltà e sofferenze che speravamo di aver archiviato nei libri di storia. Noi vogliamo continuare a fare il possibile, per non lasciarli soli”.