L’ambizione segreta della scrittura è trasferire nella pagina un’eco dell’oralità. La parola pronunciata da una bocca ha l’alito della vita. Per non perderlo Socrate non scrisse mai una parola e affidò solo a quella orale la sua filosofia.
Narrare ad occhi ben chiusi è un libro orale in forma scritta. Sono lezioni di creatività letteraria tenute dall’autore a scuola, all’università e ai corsi di scrittura in Italia e all’estero.
Il manuale conserva le provocazioni della conversazione, ad esempio quando cita Giorgio Manganelli convinto che «vero lettore sia chi sa cosa non leggere» parafrasando il detto di Vanni Scheiwiller «non l’ho letto ma non mi piace». Si rivolge a qualcuno che potrebbe ribattere e ne previene le domande. Punta sempre su una scrittura immaginifica, renitente alla cronaca e al giornalismo, che non corteggi la sceneggiatura e non esiti a sospendere la realtà per reinventarla ad occhi ben chiusi.
Un pluripremiato narratore e poeta tradotto in ventisei lingue e con ben ventidue romanzi e nove raccolte di versi alle spalle, candidato al premio Strega col suo ultimo romanzo “Hotel Padreterno”, decide di pubblicare i segreti della sua cucina letteraria, gli amori, le preferenze, i rifiuti, la passione per una letteratura che non corteggi la tv e non si prefigga di asservirsi alla sceneggiatura. Ed ecco le sue lezioni di scrittura creativa tenute per ben venticinque anni in varie università e accademie italiane, a Macerata, a Lucca, ad Assisi e a Ferrara, dove ha fondato “Itaca” una scuola di scrittura diretto per quattro anni che ha portato a scrivere e a pubblicare le loro opere decine di corsisti.
Ne emerge un’appassionata difesa di una scrittura che non corteggi la cronaca dei giornali né la tendenza di tanti narratori italiani, il microautobiografismo, figlia della mancanza di una immaginazione ricreatrice che dilati e reiventi la realtà.
Si avverte in queste lezioni la sintonia di Roberto Pazzi, autore di best e long seller come Cercando l’Imperatore (tradotto in 14 lingue, premio Selezione Campiello 1985), Vangelo di Giuda (Superpremio Grinzane Cavour 1990) e Conclave (super premio Flaiano, premio Scanno, premio Stresa, tradotto in 18 lingue), con i grandi poeti e narratori fantastici, di tutti i tempi, da Ariosto a Calvino, a Bulgakov, a Buzzati, a Garcia Marquez. Senza mai dimenticare il maestro dell’arte moderna di scrivere, Marcel Proust. E un’autrice esemplare di romanzi storici, Marguerite Yourcenar.
Le pagine dello scrittore ferrarese di “Narrare ad occhi ben chiusi” conservano il sapore dell’oralità, di quel tipo di comunicazione cioè che sembra imitare la vita, perché nella vita si parla e anche la scrittura non sfugge alla tentazione di riversare la vita in diretta nella pagina. Questo imprime il sapore di una straordinaria originalità all’analisi delle motivazioni che portano a scrivere, passando in rassegna la costruzione dei personaggi, la scelta dei tempi narrativi, l’adozione della prima persona narrativa o della terza, l’arte dei dialoghi, la committenza di un’opera, il problema dell’esordio, il difficile rapporto col mercato e le sue tendenze.
Roberto Pazzi, poeta, narratore e giornalista tradotto in ventisei lingue, con più di trenta pubblicazioni fra sillogi e romanzi, è considerato uno dei più originali e visionari scrittori italiani. Già collaboratore del “Corriere della sera” e di “The New York Times”, oggi è opinionista di “QN”. Ha insegnato nella scuola e nell’università, a Ferrara e Urbino. Nella sua opera ricordiamo, fra i titoli di poesia, Calma di vento (1987, Premio Montale), Felicità di perdersi (2013, premio Lerici Pea), Un giorno senza sera (2020, premio Rhegium Julii) e, fra i romanzi, Cercando l’Imperatore (1985, premio Selezione Campiello), La principessa e il drago (1986, finalista premio Strega), Vangelo di Giuda (1989, superpremio Grinzane Cavour), La stanza sull’acqua (1991, premio Castiglioncello), La città volante (1999, finalista premio Strega), Conclave (2001, superpremio Flaiano), L’ombra del padre (2005, premio Procida Elsa Morante), Mi spiacerà morire per non vederti più (2010), Verso Sant’Elena (2019) e Hotel Padreterno (2021). Del 2018 Come nasce un poeta, suo epistolario con Vittorio Sereni, prefattore dell’esordio in poesia pubblicato da Minerva.
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