MODENA – Dopo il debutto a Torino e le repliche al Teatro Arena del Sole di Bologna, Nanni Moretti, al suo esordio alla regia teatrale, arriva sul palco del Teatro Storchi di Modena dall’8 al 12 novembre con Diari d’amore, un dittico composto da due atti unici di Natalia Ginzburg, Dialogo e Fragola e panna.
Lo spettacolo vede interpreti Valerio Binasco, Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli, Giorgia Senesi; le scene sono di Sergio Tramonti, le luci di Pasquale Mari, i costumi di Silvia Segoloni.
Dopo le date modenesi, Diari d’amore sarà in tournée fino a giugno 2024 in Italia e in Francia.
Una coproduzione internazionale che vede Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale al fianco di Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, il Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Carnezzeria srls, LAC Lugano Arte e Cultura, Châteauvallon-Liberté scène nationale, TNP Théâtre National Populaire de Villeurbanne, La Criée – Théâtre National de Marseille e Maison de la Culture d’Amiens; con il sostegno della Fondazione CRT.
Sabato 11 novembre alle ore 16.30 nell’ambito del ciclo Conversando di teatro, è in programma al Teatro Storchi un incontro con la compagnia dello spettacolo, moderato dalla docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia Angela Albanese.
La Casa Editrice Einaudi il 26 settembre 2023 ha pubblicato una nuova edizione di Fragola e panna e Dialogo di Natalia Ginzburg, testi già compresi in Tutto il teatro a cura di Domenico Scarpa. Con Einaudi sono uscite tutte le opere di Natalia Ginzburg (1916-1991).
Per il suo esordio da regista nel teatro di prosa, Nanni Moretti ha scelto due commedie di Natalia Ginzburg, la cui scrittura è molto vicina all’immaginario che ha consolidato il successo cinematografico internazionale dell’artista. Moretti decide di farsi “primo spettatore” e dirigere cinque attrici e attori, non più con la sua cinepresa, ma affrontando “lo spavento” del palcoscenico. Quello “spavento” che definisce lo scarto tra l’intimità della parola scritta e il clamore della parola detta di fronte a un pubblico dal vivo: termine usato, in questa accezione, da Natalia Ginzburg.
Nanni Moretti con Natalia Ginzburg ci racconta di nuclei familiari disarmonici, gente che si lascia vivere senza entusiasmi, esseri deboli, dai valori etici inconsistenti; con sguardo ironico apre il sipario su intimità domestiche nelle quali il conflitto cede il posto all’indifferenza, svelando la fatuità di uomini e donne emotivamente e moralmente inetti.
Natalia Ginzburg gioca con i valori cari alla società borghese: matrimonio, fedeltà, maternità, amicizia sono trattati con parole di una levità che ne rivela tutte le fragilità. Questa leggerezza estrema diventa una lente d’ingrandimento, una chiave di lettura fredda, che converte in commedia fatti altrimenti tragici della vita dei protagonisti. Al tempo stesso si fa spazio, tra le parole, la denuncia di una società che rimane indifferente di fronte ai fatti della vita, che non partecipa mai per davvero, che rimuove quel poco di senso di colpa che a volte, timidamente, affiora.
Nanni Moretti sceglie il “teatro delle chiacchiere” di Natalia Ginzburg per metterci davanti a uno specchio che ci mostra inadeguati, spettatori indifferenti di fronte alla complessità e alle tragedie della vita.
«Natalia Ginzburg – dichiara Valerio Binasco, protagonista dello spettacolo, direttore artistico del Teatro Stabile di Torino e profondo conoscitore del teatro della Ginzburg – per me è tra i più importanti autori italiani. Anche se la sua immaginazione poetica non è attratta dall’eccezionalità o dall’assurdo, il suo stile “semplice” e musicale, l’umorismo dolce e le partiture sofisticate delle “chiacchiere” che riempiono le sue opere arrivano a toccare corde emotive fortissime, restituendo grandezza e profondità a personaggi solo apparentemente “piccoli”. Si viaggia con ironia tra i toni malinconici di una poesia fatta di elementi quotidiani e domestici e si resta affascinati dalla musicalità originale dei suoi dialoghi. La Ginzburg ha una penna leggera, ma scava gli animi, e i suoi sono personaggi ritratti con incredibile maestria psicologica, degna di autori come Čechov».
DIALOGO (1970)
Dialogo è un lungo atto unico comico, e comincia in media res: Francesco e Marta sono una coppia, li vediamo la mattina, ancora a letto, discutono di piccole cose quotidiane, fino a che affiora dalle parole di lei la confessione di un tradimento: come per caso si è innamorata del vicino di casa, fidato amico di lui, stanno addirittura progettando di andare a vivere insieme. Non c’è tragedia nella reazione di Francesco, non c’è gelosia. E alla fine tutto rimarrà come prima. L’amante ‘scappa’ in vacanza con la legittima moglie, senza congedarsi né dall’amico né dall’amante; e anzi, per sovrapprezzo, lascia loro pure il cane da accudire.
Anche qui la quiete domina sovrana su ogni possibile sommovimento nella vita dei protagonisti.
FRAGOLA E PANNA (1966)
La scena si svolge ai giorni nostri, in una villa di campagna, dove abitano Flaminia e Cesare, con la domestica Tosca. Un pomeriggio in cui il marito è fuori città irrompe in questa quiete borghese la giovane Barbara, che è scappata di casa lasciando dietro di sé un marito e un figlio piccolo. La ragazza chiede di Cesare, di cui senza pudore rivela d’essere amante; si aspetta di essere accolta, non ha un posto dove andare, né intende tornare a casa, dove il figlioletto le è venuto a noia, e il marito tradito le fa paura. Nell’attesa del rientro di Cesare, tre donne si fanno intorno alla giovane ‘randagia’: Flaminia offre all’amante del marito un pasto e un po’ di denaro; la sorella di lei, Letizia, si propone di risolvere la questione accompagnandola in un ricovero di suore, e la domestica, che è forse l’unica davvero partecipe del dramma.
In questo ambiente domestico, violato dall’ingresso di un’estranea – doppiamente intrusa è la giovane Barbara, per differenza sociale e per illegittimità di ruolo – si sviluppano piccoli conflitti, acri, ma incapaci di produrre un cambiamento, e di modificare rapporti dati per scontati e resistenti ad ogni stimolo esterno. Nemmeno la possibile, se non probabile, morte per suicidio di Barbara, scuote nel finale le coscienze dei tre.
DIARI D’AMORE
Dialogo | Fragola e panna
due commedie di Natalia Ginzburg
regia di Nanni Moretti
con Valerio Binasco, Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli, Giorgia Senesi
scene Sergio Tramonti
luci Pasquale Mari
costumi Silvia Segoloni
direzione di produzione, casting Gaia Silvestrini
assistente alla regia Martina Badiluzzi
assistenti al casting Martina Claudia Selva, Benedetta Nicoletti
produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Carnezzeria Srls, Emilia Romagna Teatro ER T / Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, Châteauvallon-Liberté scène nationale, TNP Théâtre National Populaire à Villeurbanne, La Criée – Théâtre National de Marseille, Maison de la Culture d’Amiens
in collaborazione con Carrozzerie n.o.t
coordinamento Aldo Miguel Grompone
con il sostegno di Fondazione CRT
PERSONAGGI E INTERPRETI
Dialogo
Marta Alessia Giuliani
Francesco Valerio Binasco
Fragola e panna
Barbara Arianna Pozzoli
Tosca Daria Deflorian
Flaminia Alessia Giuliani
Letizia Giorgia Senesi
Cesare Valerio Binasco
Calendario della tournée:
9 – 29 ottobre 2023 | Torino, Teatro Carignano
31 ottobre – 5 novembre 2023 | Bologna, Teatro Arena del Sole
8 – 12 novembre 2023 | Modena, Teatro Storchi
14 – 26 novembre 2023 | Milano, Piccolo Teatro – Sala Grassi
30 novembre – 7 dicembre 2023 | Villeurbanne, Théâtre National Pupulaire
12 – 13 dicembre 2023 | Tolone, Théâtre Liberté
15 – 17 dicembre 2023 | Marsiglia, La Criée
20 – 21 dicembre 2023 | Lugano, Lac
10 – 21 gennaio 2024 | Napoli, Teatro Mercadante
25 – 26 gennaio 2024 | Amiens, Maison de la culture
23 maggio – 2 giugno 2024 | Roma, Teatro Argentina
6 – 16 giugno 2024 | Parigi, Théâtre de l’Athénée
RIDUZIONI E AGEVOLAZIONI
Per gli abbonati alla Stagione 23/24 del Teatro Fabbri di Vignola è prevista una riduzione del 50% per i biglietti di Diari d’amore, al Teatro Storchi dall’8 al 12 novembre. È disponibile un servizio navette (gratuito per gli abbonati).
Informazioni
Teatro Storchi
Largo Garibaldi 15 – Modena
tel. 059 2136021 | biglietteria@emiliaromagnateatro.com
Biglietteria: dal martedì al sabato ore 10.00 – 14.00; martedì e sabato anche ore 16.30-19.00
Vendita online: modena.emiliaromagnateatro.com | www.vivaticket.com
Prezzi: da 7€ a 27 €
Teatro Storchi
Via Largo Garibaldi, 15
Modena
La prima regia teatrale di Nanni Moretti
Diari d’amore
due commedie di Natalia Ginzburg
dall’8 al 12 novembre
da martedì a venerdì ore 20.30 | sabato ore 19.00 | domenica ore 16.00
durata 1h e 30 minuti
Nanni Moretti nasce il 19 Agosto 1953 a Brunico, in provincia di Bolzano. La sua infanzia è a Roma, segnata da due passioni, il cinema e la pallanuoto, giocherà anche nella Nazionale Giovanile e in serie A nella Lazio.
Dopo la maturità classica, Moretti compra una cinepresa Super 8 con la quale, nel 1973, gira due cortometraggi: La sconfitta, storia e crisi di un giovane militante e Pâté de bourgeois, su alcuni amici disillusi e su una coppia in crisi. Questi due corti segnano già l’esordio ufficiale nel mondo del cinema, partecipando al Festival di Venezia.
Nel 1976 esce il suo primo lungometraggio, ancora un Super 8, successivamente gonfiato in 16 mm, Io sono un autarchico, in cui fa la sua prima apparizione il personaggio di Michele Apicella, suo alter ego in molti film successivi. Presentato nello storico cineclub romano Filmstudio, il film rimane in programmazione per molti mesi ottenendo grande successo di pubblico e di critica. In meno di due anni la sua popolarità varca i confini nazionali, conquistando il pubblico francese, con Ecce bombo (1978), in concorso al festival di Cannes. La risposta del pubblico è enorme, Ecce bombo è un vero e proprio successo commerciale. Il 1981 è l’anno di Sogni d’oro, che si aggiudica il Gran Premio Speciale della Giuria presieduta da Italo Calvino al Festival di Venezia. Segnano la definitiva affermazione internazionale Bianca del 1983 e La messa è finita del 1985, con cui vince l’Orso d’Argento a Berlino, e riscuote successo in tutta Europa; la prima proiezione alla Cinémathèque Française è seguita da dieci minuti di applausi.
Nel 1986 fonda la Sacher Film con Angelo Barbagallo. Il primo film prodotto è Notte italiana di Carlo Mazzacurati, presentato nell’87 a Venezia; l’anno dopo è la volta di Domani accadrà, opera prima di Daniele Luchetti.
Nel 1989 esce Palombella rossa, presentato a Venezia all’interno della Settimana della Critica. Nel 1990 Moretti firma il primo documentario, La cosa, sul dibattito interno al Partito Comunista Italiano, che porterà alla nascita del PDS.
Nel 1991 nasce il cinema Nuovo Sacher, nel quartiere di Porta Portese a Roma, da allora punto di riferimento per la distribuzione dei film di qualità.
Caro diario, del 1993, suo settimo lungometraggio, è nuovamente un enorme successo, conquistando, tra gli altri, Nastro d’Argento, Premio per la miglior Regia a Cannes, David di Donatello e Premio della Critica a Berlino.
Nell’aprile del 1996 nasce il figlio Pietro; lo stesso periodo vede la vittoria elettorale di una coalizione di centro-sinistra. Questi eventi saranno poi raccontati nel film Aprile, che esce nelle sale nel 1998, e segna la scomparsa di Michele Apicella. Il film successivo è La stanza del figlio (2001), Palma d’Oro al festival di Cannes.
Sul versante politico Moretti fa sentire la propria voce, scendendo in piazza, dando vita al movimento dei “girotondini”.
Nel 2006 esce Il Caimano, in cui chiama l’attore teatrale Elio De Capitani a interpretare Silvio Berlusconi. Con Habemus Papam del 2011 Moretti torna in concorso a Cannes. Del 2015 è Mia madre in cui sceglie come protagonista un’altra grande interprete teatrale, Giulia Lazzarini. Del 2021 è Tre piani, la cui sceneggiatura per la prima volta non è basata su un soggetto originale, ma sul romanzo omonimo di Eshkol Nevo (Neri Pozza, 2017).
Il 20 aprile 2023 esce nelle sale il suo ultimo film, Il sol dell’avvenire.
Natalia Ginzburg, nata Levi (Palermo 1916 – Roma 1991) è una figura di primo piano della letteratura italiana del Novecento. Trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Torino. Della sua prima giovinezza racconta in alcuni testi autobiografici, fra cui I baffi bianchi (in Mai devi domandarmi, 1970). Compie gli studi elementari privatamente, si iscrive poi al Liceo Ginnasio Alfieri di Torino. Esordisce nel 1933 con il primo racconto, I bambini, pubblicato dalla rivista Solaria. Nel 1938 sposa Leone Ginzburg, col cui cognome firmerà in seguito tutte le proprie opere. Stringe legami con i maggiori rappresentanti dell’antifascismo torinese, in particolare con gli intellettuali della casa editrice Einaudi con la quale il marito, docente di letteratura russa, collaborava. Nel 1940 segue il marito in Abruzzo al confino per motivi politici e razziali, vi rimarrà fino al 1943.
Nel 1943 pubblica sotto pseudonimo il primo romanzo, La strada che va in città, che nel 1945 sarà ristampato a suo nome. Nel febbraio del 1944 il marito viene torturato e ucciso nel carcere romano di Regina Coeli. Nel 1947 esce il secondo romanzo È stato così con cui vince il premio letterario Tempo. Nel 1952 pubblica Tutti i nostri ieri; nel 1957 il volume di racconti lunghi, Valentino, che vince il Premio Viareggio e il romanzo Sagittario; nel 1961 Le voci della sera. Nel 1962 firma la raccolta di racconti e saggi Le piccole virtù, e nel 1963 vince il Premio Strega con Lessico familiare, memoir che viene accolto da un forte consenso di critica e pubblico. Nel 1970 esce Mai devi domandarmi e nel 1974 Vita immaginaria. I temi del microcosmo familiare tornano con il romanzo Caro Michele del 1973, con il racconto Famiglia del 1977e con il romanzo epistolare La città e la casa del 1984.
Autrice anche di teatro, Natalia Ginzburg firma alcune commedie celebri quali Ti ho sposato per allegria, che debutta nel 1966 con Adriana Asti, L’inserzione, che debutta nel ‘68 al National Theatre di Londra con il titolo The Advertisement; Fragola e panna del 1966; La segretaria del 1967; Dialogo (1970); Paese di mare del 1968; La parrucca (1971); La porta sbagliata (1968); La poltrona (1985); L’intervista, scritta per Giulia Lazzarini nel 1988; Il cormorano, prima rappresentazione nel 1991 al Mittelfest. Protagonisti delle commedie della Ginzburg sono persone ignare della realtà e di sé stesse, uomini e donne senza entusiasmo e senza grandi capacità di cavarsela. È una rappresentazione della famiglia che dà conto e a volte anticipa le evoluzioni della società italiana e che ancora può essere letta con una buona dose di identificazione da parte di molti. Sono commedie con una tristezza di fondo, ma che facevano e ancora fanno ridere. L’allegria, più che nei personaggi, è nelle parole con cui si giocano in modo leggero i destini dei rapporti fra uomini e donne, fra individuo e individuo. Questa attenzione linguistica e l’invenzione di un italiano parlato musicalmente, inconsueto nel nostro teatro, rendono la Ginzburg – come scrive Domenico Scarpa nel saggio nel volume Natalia Ginzburg, Tutto il teatro, Einaudi 2005 – autrice non troppo distante da maestri europei del dialogo come Beckett, Pinter, Compton-Burnett.
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