Il commento del presidente della Provincia: “territorio rappresentato, ma servono le risorse”
MODENA – «Nel nuovo Consiglio provinciale tutto il territorio è rappresentato, un aspetto importante per affrontare al meglio le sfide che ci attendono, gestire le competenze che la legge ci assegna, oltre a continuare a supportare i sindaci come una vera e propria Unione provinciale dei Comuni». E’ il commento di Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena, dopo l’elezione del nuovo Consiglio provinciale avvenuta sabato 17 dicembre.
«Le priorità – aggiunge Muzzarelli – rimangono la viabilità e la scuola ma ora occorre che il Governi assegni alle Province le risorse indispensabili per farle funzionare. L’esito del referendum non comporta il ritorno alle vecchie Province come enti di primo livello, che peraltro nessuno auspica, però occorre rendere operativo questo ente».
Muzzarelli ricorda che il problema delle risorse si è aggravato con i tagli degli ultimi due anni, diventando drammatico con i rimborsi allo Stato previsti per il 2017 dalle leggi di Stabilità precedenti: per la Provincia di Modena ammontano a quasi 50 milioni di euro su entrate fiscali totali di quasi 54 milioni di euro
La legge di Stabilità 2017, infatti, approvata dopo il referendum avrebbe dovuto prevedere le risorse necessarie alle Province a garantire i servizi previsti dalla legge, come peraltro richiesto da tutte le 76 Province delle Regioni a statuto ordinario, ma la crisi di Governo e il voto di fiducia al Senato sulla legge di Stabilità stessa hanno impedito di discutere e approvare gli emendamenti proposti dalle Province stesse.
L’Unione delle Province italiane con una lettera inviata al Presidente della Repubblica ha sottolineato di recente la grave situazione e l’esigenza di un provvedimento urgente che salvaguardi i servizi essenziali, altrimenti non siamo nelle condizioni neppure di avviare l’approvazione del bilancio.
Muzzarelli conferma, infine, la «disponibilità a collaborare al progetto dell’area vasta Centro Emilia con Bologna e Ferrara allo scopo di sviluppare nuove opportunità. Insomma la riforma delle Province non può tornare indietro e in Emilia Romagna si sta lavorando a un impianto serio di area vasta».