PARMA – Si è tenuta ieri a Verona la conferenza stampa di presentazione del 98° Opera Festival della Fondazione Arena di Verona.
L’elemento più significativo della nuova edizione di questo festival storico è il coinvolgimento di alcune tra le maggiori istituzioni culturali nazionali, famose nel mondo, anch’esse profondamente segnate dalla pandemia. Ciascuna di esse darà infatti uno specifico contributo all’interno della drammaturgia di un’opera, in una equilibrata sintesi tra l’iconografia, la tecnologia di 400 mq di ledwall e gli elementi di scenografia che caratterizzeranno i singoli allestimenti.
Tra queste emerge il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma che contribuirà al miglior allestimento dell’opera “Turandot” di Giacomo Puccini. Uno scrigno il Museo, non solo di scoperta di tesori di epoche e popoli lontani, ma anche di incontro, ricerca e apertura ad altre culture, una realtà che ha accolto l’invito dell’Arena di Verona, condividendone lo spirito di indagine e tensione verso la bellezza. Chiara Allegri, vice direttrice del Museo, afferma: “Durante una sessione di lavoro congiunta tra il personale dell’Arena di Verona e quello del Museo Cinese, è stato possibile selezionare 12 opere, che verranno trasposte in forma digitale all’Arena di Verona costituendo l’elemento scenico fondamentale di ‘Turandot’. Sono preziosissimi dipinti che rappresentano in modo sublime il raffinato simbolismo cinese e, senza dubbio, creeranno in scena profonde suggestioni ed evocazioni”.
Oltre “Turandot”, gemellata con il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico, le altre opere in programma per l’Opera Festival saranno dialoganti con i pezzi d’arte di altre istituzioni culturali dal prestigio internazionale, quali Biblioteca Apostolica Vaticana, Fellini Museum di Rimini, Fondazione Alinari per la Fotografia, Gallerie degli Uffizi, Museo Nazionale del Cinema di Torino, Museo Egizio di Torino, Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, Parco Archeologico di Pompei, Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi, Sito archeologico di Paestum.
Conclude Padre Alfredo Turco, missionario saveriano e direttore del Museo Cinese: “Chi di noi non si è commosso davanti ad un’opera d’arte, non si è connesso con la parte più profonda del proprio animo sentendo un brano musicale, non si è lasciato toccare il ‘divino’ all’interno del suo cuore da una rappresentazione teatrale?. Questa collaborazione del nostro museo con l’Arena di Verona è visto come un insieme di elementi che suscita l’animo dello spettatore a sentimenti profondi, nascosti eppur presenti, perché la bellezza trovi spazio. Ora più che mai abbiamo bisogno di bellezza, in tutte le sue sfaccettature”.
Il 19 giugno si aprirà così una grande stagione in Arena, luogo e simbolo della ripartenza dopo la stagione buia della pandemia, all’insegna delle eccellenze nazionali. A partire dalla capienza, che è un unicum a livello nazionale, di 6mila posti a sedere concessi dalle autorità a Fondazione Arena: il più grande teatro al mondo all’aperto.
Il Museo d’Arte Cinese di Parma, voluto nel 1901 dal fondatore dei missionari saveriani e grande visionario Guido Maria Conforti (allora vescovo di Parma) proclamato santo nel 2011, rappresenta un contenitore artistico e documentario di eccezionale importanza, frutto di un lungo percorso storico. Per alcuni decenni i Saveriani operarono esclusivamente sul territorio cinese e fu proprio ai missionari presenti in Cina che il Conforti si rivolse, chiedendo loro di inviare periodicamente a Parma oggetti significativi di arte e vita locali. Dagli anni Sessanta il museo si arricchì di materiale di natura etnografica proveniente da altri paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina, divenendo testimonianza della vita e cultura di tre continenti. Accanto alla collezione fondante di terrecotte, porcellane, paramenti, statue, dipinti, fotografie, oggettistica varia e monete rare provenienti dall’Estremo Oriente, sono infatti esposti ad esempio oggetti del popolo Kayapò, un piccolo gruppo indio dell’Amazzonia che rappresenta le tante minoranze depositarie di un immenso bagaglio di valori. Ristrutturato nel 2012 presenta un allestimento moderno ed è ricco di iniziative anche per bambini. Periodicamente si organizzano mostre temporanee come questa sulle “Mode nel mondo: i vestiti raccontano la vita dei popoli. Dal kimono al burqa” ed eventi di ampio respiro culturale.
Gli orari di apertura del Museo d’Arte Cinese ed Etnografico:
da martedì a sabato: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19
domenica: dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19
Ingresso: € 3 (standard), € 1,50 (under 18)
Per prenotazioni visite guidate: info@museocineseparma.org
Foto: Museo d’Arte Cinese – Monumentale paravento costituito da dodici pannelli
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