Sabato 12 giugno, alle 18, alla scoperta del “dotto raccoglitore di tessuti”, terzo direttore del museo. E domenica 13, due visite guidate tra le sale e alla mostra Primordi
MODENA – Luigi Alberto Gandini, “dotto raccoglitore di tessuti”, fu il terzo direttore del Museo civico di Modena, dopo Carlo Boni e Arsenio Crespellani. E a lui è dedicata la performance di Ert in programma sabato 12 giugno, alle 18, al Lapidario romano, terzo appuntamento, nell’ambito del cartellone di iniziative dedicate ai 150 anni dell’istituto culturale, per raccontare episodi e personaggi chiave che hanno fatto la storia del Museo cittadino.
E domenica 13 giugno il Museo civico, aperto con orario continuato dalle 11 alle 18, propone anche due visite guidate gratuite per le quali è consigliata la prenotazione: alle 11, alla scoperta delle sale e delle curiosità del Museo con “Una storia lunga 150 anni”. Alle 16.30, alla mostra “Primordi. La riscoperta della raccolta del Paleolitico francese del Museo civico di Modena”.
L’appuntamento con la performance di Ert “Luigi Alberto Gandini, dotto raccoglitore di tessuti” è a ingresso gratuito su prenotazione, nel rispetto delle necessarie misure di sicurezza. Per informazioni e prenotazioni, anche per le visite guidate, si può telefonare al numero 059 203 3125 o scrivere alla mail del Museo (palazzo.musei@comune.modena.it).
La figura di Luigi Alberto Gandini emerge dalle letture teatralizzate di Elena Natucci, della Compagnia stabile di Ert, e dai contrappunti della direttrice del Muse Francesca Piccinini. Dopo una carriera come Guardia nobile d’onore di Francesco V d’Austria Este, che segue in esilio a Vienna nel 1859, Gandini rientra a Modena distinguendosi per il suo impegno civile e politico. Sviluppa presto interessi collezionistici e di ricerca che lo portano a costituire una raccolta tessile di grande valore che ha donato al Museo Civico nei primi anni Ottanta dell’Ottocento, progettandone l’allestimento nella grande sala che ancora oggi la ospita. Interessato in particolare alla storia del costume e del tessile, soprattutto quello legato alla corte ferrarese del Rinascimento, mette a punto una metodologia di studio considerata all’avanguardia per l’epoca. A lui si deve il riallestimento realizzato nel 1900 che ha accentuato l’impronta artistico-industriale e dato alle sale quel caratteristico sapore di spazi arredati che si può apprezzare ancora oggi. L’appuntamento verrà filmato e riproposto sui canali social del museo.
Il programma è disponibile anche sul sito del Museo (www.museocivicomodena.it).
Foto: Museo civico, la sala Gandini