In mostra a Palazzo Cucchiari fino al 21 ottobre “Il figlio della Gleba” e “Il Fonditore”
MODENA – Dai Musei civici di Modena nel Palazzo dei Musei, a Palazzo Cucchiari – Fondazione Giorgio Conti di Carrara, dove resteranno dal 16 giugno fino al 21 ottobre. Due sculture di Giuseppe Graziosi, “Il figlio della Gleba” e “Il Fonditore”, conservate nella Gipsoteca modenese intitolata all’artista, saranno infatti esposte nella città toscana alla mostra “Colori e forme del lavoro. Da Signorini e Fattori a Pellizza da Volpedo e Balla”.
L’esposizione è dedicata alla rappresentazione del mondo del lavoro nell’arte italiana tra l’Unità d’Italia e la Grande Guerra, e vuole sottolineare una svolta profonda nella storia dell’arte italiana, sia in merito alle poetiche dei singoli artisti, sia in riferimento ai linguaggi espressivi, prestando attenzione agli sviluppi e ai mutamenti nelle diverse realtà regionali e nei principali centri di produzione artistica: dal dilagare delle intenzioni veriste, all’affiorare delle suggestioni simboliste, alle prime avvisaglie delle avanguardie. Le immagini del popolo, sottolineano gli organizzatori, diventano motivo di denuncia e origine di nuove e diverse suggestioni poetiche, e la figurazione dell’arte italiana si affolla di gente comune: poveri, contadini, anziani e lavoratori nelle loro differenti espressioni di umiltà, di bisogno, ma anche di rivendicazione della propria identità, di affrancamento, quindi di rabbia, di organizzazione e di protesta e di lotta.
In questo ambito, spiegano dai Musei civici di Modena, si collocano le opere giovanili di Graziosi scelte per la mostra: “Il figlio della Gleba” e “Il Fonditore”, che diedero fama all’artista, inserendosi fra gli argomenti di ispirazione sociale, in linea con lo sculture belga Costantin Meunier, impregnati di ideologie umanitarie e presenti in tutte le mostre nazionali e internazionali.
Con “Il figlio della Gleba”, Graziosi inaugura il tema del mondo contadino inserendosi nel filone del Realismo sociale. Eseguita nel 1898 all’ultimo anno di corso presso l’Istituto di Belle Arti di Modena, l’opera fu esposta all’Esposizione Nazionale di Torino ottennendo un immediato successo di pubblico e critica.
Con “Il Fonditore” lo scultore partecipa all’esposizione Universale di Parigi del 1899 ottenendo il terzo premio. Graziosi dedica la scultura al mondo operaio e trae ispirazione dalla frequentazione della Fonderia del Pignone di Firenze durante gli studi all’Accademia di Belle Arti in compagnia dell’amico pittore Ardendo Soffici.
Le opere di Giuseppe Graziosi sono esposte nella Gispoteca di Palazzo dei Musei, istituita nel 1984 in seguito all’acquisizione di un’importante raccolta di opere scultoree, pittoriche e grafiche che la famiglia dell’artista donò al Museo civico. La varietà di opere custodite consente di ripercorrere le fasi salienti della fortunata vicenda artistica dell’artista modenese, mentre una mappa con “QR code” consente di scoprire tutte le opere dell’artista presenti nel centro storico cittadino.
La Gipsoteca è aperta a ingresso gratutito il primo e il terzo weekend del mese grazie ai volontari del Touring Club italiano. Sarà aperta sabato 14 e domenica 15 dalla 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Si può comunque visitare facendo richiesta al Bookshop a piano terra di Palazzo dei Musei.
I Musei civici di Palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino a Modena sono visitabili gratuitamente da martedì a venerdì dalle 9 alle 12 (con possibilità di apertura pomeridiana per gruppi di minimo 20 persone, su prenotazione); sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19; chiusi nei lunedì non festivi.
Informazioni on line (www.museicivici.modena.it)