Il ritorno di Morgan,”rosso porpora”, con un concerto travolgente.
CERVIA (RA) – Ci eravamo lasciati con il bellissimo concerto del 4 luglio ai piedi del Castel Sismondo Malatesta a Rimini,anteprima della Notte Rosa con migliaia di persone che lo acclamavano, urlando il suo nome a suggello del successo di uno dei pochi veri artisti del panorama musicale italiano.
Dopo pochi giorni succede quel che succede: dopo quasi un semestre dove abbiamo sentito di tutto e di più, Morgan è ritornato alla maniera di Morgan, intendo sir Henry, ovvero espugnando la mitica riviera romagnola con una performace che… “Peccato che non c’eri”.
Una serata, potremmo dire nottata visto che è terminata quando mancava poco alle due della notte, dove un pubblico accalcato all’interno del locale Full Moon non voleva lasciarlo andare. Lo spirito ricordava quello delle Caves di Saint-Germain- des-Prés o dei primi concerti rock-punk dove il performer era un tutt’uno con il pubblico, mostrando un sir Morgan, ovvero il nostro grande artista sicuramente ringiovanito,non solo per la folta capigliatura corvina , ma per l’energia esplosiva che emanava, basti ricordare che il concerto si è concluso con Morgan che si ergeva sui tavoli agitando la sciabola, oops scusate, il microfono, cantando Heroes accompagnato al pianoforte a coda dal pianista Raffaello Bellavista un altro grande artista che pur di formazione diversa, è un baritono-pianista di formazione classica, ama contaminare i generi e spaziare nella musica d’autore con raffinate composizioni.
Il Full Moon, un locale che anima le serate estive della riviera a Pinarella sede di mitici locali rock, prosegue come se l’estate non fosse finita, scaldando i week end con concerti di alto livello, in questa occasione sembrava più un club underground inglese, anche se la musica spaziava da brani di Ravel a quelli Kurt Weill, da Bach a Pippo non lo sa di Gorni Kramer, da i Queen al ragtime, da Bowie a Frank Sinatra con una My Way che trasudava la versione famosa di Sid Vicious. Tutti suonati e a volte cantati da Morgan, in un medley fantastico, con rigore, ma con l’energia del rock primordiale, ovviamente non sono mancati quelli che potremmo definire ormai i classici di Marco Castoldi da Altrove a Rutti, passando dai classici di Endrigo e De André che ormai ha trasmutato, dandogli nuova vita; questi ultimi suonati all’inizio della serata, un’ apertura venata di saudade con nuage spleen, quasi ad esorcizzare il periodo, che francamente a livello mediatico meriterebbe studi sociologici approfonditi, perché, senza entrare nel merito della questione, se vogliamo farci tutti catoniani, visti quanti rei di peccati molto più gravi siedono in parlamento, potremmo chiudere baracca e burattini,
Al termine climax assoluto con un finale entusiasmante e di gran classe quando Morgan ha coinvolto il baritono-pianista Raffaello in una improvvisazione che ha richiamato le grandi jam session del free jazz, dove poteva succedere di tutto, ma sempre con uno spessore musicale ineccepibile. I due performer hanno spaziato da Volare di Modugno , alternando la bellissima voce del baritono a quella “graffiata” del “pirata”, da un Va pensiero intriso di disquisite citazioni filologiche che, diversamente da quanto capita di solito, hanno divertito il pubblico che ormai partecipava attivamente, portando spartiti e testi cercati febbrilmente sui cellulari,dissertando financo sull’Inno di Mameli:prodromo della canzone d’autore genovese?
L’Heroes finale, dopo due ore di energia pura,cantata alla Morgan da Morgan che si ergeva sui tavoli, quasi a toccare il tetto, oltre la nebbia, verso le stelle, ma suonato in una vera versione classica, da un vero pianista classico che si è rivelato un vero animale da palcoscenico, ha suggellato un altro grande evento in terra di Romagna.
Potremmo dire che il corsaro sir Morgan, accompagnato dal fido nostromo Raffaello, con i Fratelli della costa, in una notte di Full Moon- con licenza poetica- hanno espugnato con la grande cultura la Tortuga dei social, piena di veri filibustieri ,che a volte per fortuna restano impigliati nelle loro stesse “reti”.