Il festival “Cuore d’Italia” rientra nel festival “Bologna Estate 2020” del Comune di Bologna, ed è sostenuto con il contributo della Regione Emilia Romagna e della Fondazione del Monte.
SCHEDE
RITRATTI: Matteo Zuppi
in dialogo con Milena Gabanelli
e la partecipazione di Matteo Lepore
incontro condotto da Daniela Camboni
Cinque sere con testimoni dell’Italia del 2020. Il terzo appuntamento è con Matteo Maria Zuppi, che dialogherà con Milena Gabanelli.
Nato a Roma nel 1955, ordinato presbitero nel 1981 e nominato da Benedetto XVI vescovo ausiliare della Diocesi di Roma nel 2012, Matteo Maria Zuppi è stato promosso ad arcivescovo metropolita di Bologna nel 2015 dall’attuale pontefice Francesco. Appena arrivato a Bologna, promise una chiesa “materna e collaborativa”, citando Lucio Dalla e invitando i fedeli a “riscoprire bella la città”, oppure, tempo dopo, visitando il lager di Auschwitz in compagnia del cantautore Francesco Guccini. La sua figura è fortemente connessa alla comunità di Sant’Egidio, fortemente impegnata nel sociale e per la pace, impegnandosi in particolare per il raggiungimento degli accordi di pace in Mozambico dopo oltre 15 anni di guerra. E’ considerata una delle figure di riferimento per chi si impegna nell’accoglienza degli ultimi, dei diseredati, dei migranti.
CINEMA: Rotta contraria
(Italia/Albania 2018, 76’)
regia Stefano Grossi
Oggi l’Albania è un cantiere a cielo aperto, e Tirana il simbolo di una nazione aggressiva e vitale, piena di forze fresche da gettare a profusione nel calderone del libero mercato e della new economy, dall’edilizia pubblica e privata al marketing finanziario e telefonico. Tirana infatti non è solo la capitale del paese delle aquile, ma anche quella dei call-center, che macinano lavoro, operatori e vendite in un flusso continuo e martellante, rivolto in gran parte verso l’Italia: vicino geografico, ex colonizzatore e ora anche bacino inesauribile di utenti di offerte telefoniche. Ma chi sono questi ragazzi albanesi di cui conosciamo solo le voci, tradite da quel loro cantilenato accento? E cosa pensano dei colleghi italiani che hanno intrapreso la “rotta contraria”, dall’Italia verso l’Albania, in cerca di lavoro? E poi, soprattutto: qual è il mondo, e l’idea di mondo, che si muove grazie a loro ma soprattutto dietro di loro? Un documentario sorprendente, firmato da Stefano Grossi, che ci dice qualcosa in più dell’Albania… e dell’Italia.
ARTE: Susanna Cati, “Il muro che vorrei”
installazione di “fiber art” nel Parco dei Pini
Susanna Cati è la quarta protagonista della rassegna di “fiber art” di questo festival. Partendo da studi classici, si laurea presso l’Accademia di Costume e Moda di Roma e arricchisce da subito le esperienze nel campo della moda, senza disdegnare l’interesse per la pittura ad olio e il ritratto, e allargando l’impegno ad altri campi, come dimostra la collaborazione con lo scenografo Giovanni Licheri al Teatro Argentina in Roma e l’esperienza come assistente stilistica free-lance e per importanti aziende. Approfondisce le tecniche tessili delle “armature” più semplici sino a quelle più complesse, dai kilim agli annodati, sino alle tecniche più innovative come il Tufting. La sua creatività trova successivamente la cifra espressiva a lei più congeniale nel tappeto (come nell’arazzo) realizzati su proprio disegno in pezzi unici a tecnica tufting, o con tecniche più tradizionali. Dal 1996, aprendo il suo atelier, ha dato inizio alla progettazione e realizzazione di tappeti etnici tessili su suo disegno, e all’ideazione di complementi d’arredo. Numerose le mostre a cui partecipa, da Napoli a Milano, da Londra a San Pietroburgo. Nel Parco dei Pini creerà l’installazione “Il muro che vorrei”: “Vorrei un muro dove poter immaginare… un muro su cui poter tracciare storie di foglie, fiori e cose mie. Un muro di fragili fili, fatto di infiniti intrecci. Vorrei un muro leggero, e tutto aperto per attraversarlo di giorno e di sera, che mi racconti storie felici. Nessun muro però nel cuore e nella mente”.
LETTERE: Carla Castelli e Bruno Brunini
Un Epistolario del 2020 scritto da poeti e poetesse. Sono vere e proprie lettere a diversi destinatari, lette dagli autori stessi, per raccontare questo Paese: “Lettere dal fronte inverno”.
I poeti di questa sera sono Carla Castelli e Bruno Brunini.
Carla Castelli ha pubblicato romanzi, racconti, raccolte di poesie. Ha fatto parte della Cooperativa Culturale Dispacci diretta da Roberto Roversi. Ha curato assieme a Gilberto Centi Bologna e i suoi poeti. Antologia del censimento della poesia e con Bruno Brunini Cinque anni dopo il duemila. Terzo censimento della poesia a Bologna.
Bruno Brunini è stato fra i fondatori della Cooperativa Culturale Dispacci, diretta da Roberto Roversi. Ha condotto seminari di scrittura poetica, scritto per il teatro, pubblicato romanzi e poesie. E’ uno dei curatori del Terzo censimento della poesia a Bologna. Nel 2007 pubblica la raccolta di poesie Dalla parte della notte.
Il cardinale Zuppi incontra Milena Gabanelli
sul palco del festival “Cuore d’Italia”
In programma anche il docufilm “Rotta contraria”,
la fiber art di Susanna Cati nel parco
e i poeti Carla Castelli e Bruno Brunini
A Bologna, Teatri di Vita 23 luglio 2020
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