“Ai consultori il compito di promuovere la prevenzione primaria”. L’assessora Urbelli ha risposto in Consiglio, giovedì 21 gennaio, a un’interrogazione del Pd
MODENA – “L’attività di senologia clinica con l’offerta di visite al seno ed ecografie mammarie presso il consultorio familiare è stata svolta con efficacia nel passato presso i Consultori di Modena ma oggi tale attività, dalle informazioni ricevute dall’Azienda Usl e dalla Regione, non è più considerata appropriata. A fronte della definizione a livello regionale, in linea con le evidenze scientifiche, dei diversi percorsi di screening e diagnosi precoce offerti gratuitamente alle donne, l’obiettivo specifico dei consultori familiari rimane la promozione della prevenzione primaria del tumore alla mammella, attraverso l’informazione e l’educazione alla salute, oltre alla promozione dell’adesione ai percorsi di prevenzione secondaria, come i programmi di screening senologico attuati dal Policlinico di Modena”. Lo ha spiegato l’assessora alla Salute e al Welfare Giuliana Urbelli, rispondendo giovedì 21 gennaio, in Consiglio comunale, all’interrogazione firmata dalle consigliere del Pd Simona Arletti e Caterina Liotti che chiedevano quali servizi restino ai consultori per la prevenzione del tumore al seno e se sia vero che “oggi le donne che si rivolgono ai consultori senza un preciso quesito diagnostico non possano più effettuare la visita senologica gratuita”.
Nella sua risposta, l’assessora Urbelli, ha osservato che l’interrogazione “offre l’occasione per fare chiarezza sui nuovi percorsi di diagnosi precoce senologica attivati negli ultimi anni, in città come in tutta la regione, e per ricordare tutte le attività svolte ora dal consultorio famigliare soprattutto in ambito preventivo come la promozione dell’allattamento al seno, di sani stili di vita e dell’adesione ai programmai di screening su target d’età differenti, dalle adolescenti alle donne in postmenopausa”.
In particolare nei consultori è possibile effettuare, a cura delle ostetriche, l’addestramento all’autopalpazione del seno e trovare tutte le informazioni sui corretti stili di vita dimostratisi efficaci nel ridurre l’incidenza del tumore al seno.
La riorganizzazione dei percorsi senologici nella provincia di Modena, in linea con le indicazioni regionali, ha determinato la ridefinizione di percorsi d’accesso appropriati e uniformi in tutti i distretti dell’azienda dando la garanzia della continuità e della presa in carico. Come sottolinea l’Azienda Usl, “le risorse destinate alla prevenzione del tumore al seno e alla diagnostica senologica, che si conferma come obiettivo prioritario per l’Azienda, non sono state ridotte”.
I percorsi di diagnostica senologica garantiti dall’Azienda Usl sono lo screening per la prevenzione dei tumori della mammella rivolto gratuitamente a tutte le donne dai 45 ai 74 anni; la visita senologica rivolta esclusivamente alle donne di età inferiore a 40 anni che abbiano un quesito clinico (quindi non con finalità di prevenzione), garantita entro 90 giorni. Eventuali ulteriori accertamenti, come l’ecografia o l’agoaspirato, vengono garantiti nell’ambito della presa in carico. In caso di urgenza clinica, per le donne di età inferiore a 40 anni, è indicato l’esame clinicostrumentale della mammella (visita più ecografia) garantito entro 7 giorni; per le donne sopra i 40 la prestazione appropriata è la mammografia, garantita in 7 giorni.
Intervenendo dopo la trasformazione in interpellanza, Caterina Liotti (Pd) ha espresso la preoccupazione che “vengano meno le motivazioni profonde che erano alla base della nascita dei consultori e che avevano l’obiettivo di tenere insieme e lasciare alla gestione delle stesse donne, tutto quello che ricade nell’ambito della sessualità e della salute riproduttiva. Questi nuovi percorsi di screening, che sono sicuramente efficaci, mi sembrano più medicalizzati e mi chiedo se non vadano a intaccare l’aspetto della consapevolezza del proprio corpo e dell’educazione”.
Nella replica, la consigliera Arletti ha affermato che “se l’Azienda Usl ritiene non più appropriato per la diagnosi precoce l’accesso libero, va bene così. Ma credo – ha proseguito – che sarebbe il caso di fare il punto su cosa sono oggi i consultori, e vorrei essere rassicurata sul fatto che si tratta solo di una questione di appropriatezza e non di riduzione di risorse”.