Consiglio comunale sabato 19 marzo, a vent’anni dall’agguato terroristico in cui venne ucciso: sarà cittadino onorario “post mortem”. Partecipa il ministro Bianchi
MODENA – A vent’anni dall’agguato terroristico in cui venne ucciso il professor Marco Biagi, Modena lo ricorda sabato 19 marzo con un Consiglio comunale straordinario che si svolgerà nell’Auditorium della Fondazione a lui intitolata e con la partecipazione del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Il Consiglio comunale, inoltre, conferirà al professor Biagi la cittadinanza onoraria postuma.
L’iniziativa è promossa congiuntamente dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli, dal presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi, dal rettore di Unimore Carlo Adolfo Porro e dalla presidente della Fondazione Marco Biagi, cioè la moglie del professore Marina Orlandi Biagi.
Il programma della giornata prevede alle 9.30 la deposizione di una corona alla lapide a ricordo del professore che si trova in Largo Marco Biagi.
Alle 10 si apre la seduta del Consiglio comunale. L’accesso all’Auditorium sarà consentito con green pass rafforzato e mascherina. La seduta potrà essere seguita anche in streaming sul sito del Comune di Modena.
Dopo l’intervento introduttivo del presidente del Consiglio Poggi, è previsto un videomessaggio del presidente della Regione Stefano Bonaccini. Interverranno quindi il rettore Porro, il sindaco Muzzarelli e il professor Enrico Traversa, docente dell’Università di Bologna (Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali), amico e collaboratore di Biagi sui temi del diritto del lavoro in chiave europea. L’intervento conclusivo, dopo il voto dei consiglieri sulla cittadinanza onoraria “post mortem”, è affidato al ministro Bianchi.
Marco Biagi è stato assassinato, mentre rientrava a casa a Bologna, la sera del 19 marzo del 2002 da un commando di terroristi appartenenti alle Nuove Brigate Rosse. A Modena insegnava Diritto del lavoro alla facoltà di Economia di Unimore. Consulente giuridico, con diversi incarichi governativi, è uno dei principali ispiratori della riforma del diritto del lavoro varata l’anno successivo alla sua morte.