Lo ha deciso il Consiglio comunale di Modena approvando una modifica al Regolamento sulle modalità applicative dello strumento perequativo (articolo 14.1 del Rue) illustrata in Aula, nella seduta di giovedì 14 luglio, dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli. Si sono espressi a favore della delibera, emendata su proposta dei consiglieri Paolo Trande del Pd e Mario Bussetti del M5s, tutti i gruppi consiliari fatta eccezione per Idea Popolari Liberali che si è astenuto. L’emendamento ha eliminato la soglia di 100 mila euro per l’applicazione della nuova modalità di rateizzazione con fideiussione.
“Diversi Accordi sottoscritti – ha spiegato Vandelli – non hanno avuto a oggi ancora attuazione a causa del perdurare della crisi economica e delle difficoltà crescenti a corrispondere i contributi. Il provvedimento che consente la rateizzazione è volto a favorire l’attuazione degli interventi previsti dall’Accordo perequativo rendendo la corresponsione del contributo sostenibile rispetto ai mutati scenari del mercato immobiliare”.
Lo strumento perequativo, nei casi in cui vengono attribuite maggiori potenzialità edificatorie o più vantaggiose destinazione d’uso edilizio rispetto alle precedenti previsioni del Piano regolatore generale, prevede una compensazione economica aggiuntiva rispetto al contributo di costruzione pari alla metà del maggior valore economico generato da tali modifiche.
Fino a ora il pagamento di tale contributo poteva avvenire solo in una unica soluzione o fino a quattro rate, senza garanzia fideiussoria, entro un anno dalla variante urbanistica e con la possibilità di procedere all’intervento solo successivamente. Modalità che rimane comunque tuttora praticabile.
Con le modifiche introdotte, però, il pagamento del contributo dovuto potrà avvenire anche, con preventiva presentazione di garanzia fideiussoria bancaria o assicurativa, in un numero di rate variabile da tre a nove in massimo tre anni per importi fino a 500 mila euro e in massimo quattro anni per importi superiori i 500 mila euro. In questi casi, il titolo edilizio, cioè la possibilità di eseguire l’intervento, sarà rilasciato dopo il pagamento della prima rata (che dovrà avvenire entro 90 giorni dalla variante urbanistica) e il deposito della fideiussione.
La rateizzazione dovrà essere espressamente autorizzata dalla Giunta comunale e per gli accordi già in essere ma non ancora perfezionati ci saranno 120 giorni di tempo dall’entrata in vigore delle modifiche al Regolamento per presentare domanda di frazionamento dell’intervento in stralci funzionali autonomi e rateizzazione del contributo.
La nuova modalità di rateizzazione con fideiussione potrà essere applicata anche nel caso in cui la capacità edificatoria riconosciuta con l’Accordo non sia in parte realizzabile a causa di vincoli sopravvenuti da parte della Soprintendenza per i Beni artistici e architettonici, e che il contributo venga ricalcolato. Nel riconteggio del contributo verranno inoltre tenuti in considerazione gli eventuali ritardi non dipendenti dal privato.
Sul tema sono intervenuti alcuni consiglieri. Fabio Poggi del Pd ha evidenziato: “Se ci possono essere ulteriori opportunità, seppur piccole, per agevolare gli interventi, riteniamo vadano colte. La scelta di togliere la soglia di importo del contributo per accedere alla rateizzazione va in quella direzione; saranno i cittadini a valutare se è meglio il pagamento a rate o in un’unica soluzione”.
Della stessa idea Luca Fantoni del M5s: “Forse casi di questo tipo ce ne saranno pochi – ha detto – ma andare nella direzione di aprire tutte le opportunità può agevolare la riqualificazione. Mettere limiti può voler dire ostacolare in qualche modo interventi di recupero”.
In chiusura di dibattito anche l’assessora Vandelli si è detta favorevole all’emendamento. “I valori di riferimento – ha precisato – sono stati individuati sulla base degli importi cui ammontano normalmente i singoli stralci. Al di sotto dei 100-150 mila euro si tratta normalmente di interventi unitari e dove c’è un unico stralcio la rateizzazione non è accessibile”. Vandelli ha infine ricordato che “con lo Sblocca Modena, la politica dell’Amministrazione è di incentivare interventi nei quali, anziché proporre una monetizzazione, il privato si accolli la cura di un’area della città attraverso un intervento diretto o indiretto”.
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