Modena, nell’Oratorio di S. Nicolò si disvelano pitture originarie

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L’intervento di restauro ha visto la rimozione di pitture e alterazioni mettendo in luce figure e decori di un tempo

MODENA – Il lavoro di restauro nell’Oratorio di S.Nicolò, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza, ha previsto la rimozione di pitture e alterazioni, mettendo in luce figure e decori originari, in particolare sugli affreschi quattrocenteschi, che ora trovano continuità formale, e con l’apertura permanente dei due passaggi tra le nicchie degli altari laterali e le pareti di fondo dell’antica chiesa.

Qui, sulla parete destra, si rileva l’antica presenza di un altare, con sovrapposta figura centrale della Madonna con Bambino ai cui lati si trovano le figure di un Angelo e di Sant’Antonio, mentre nell’angolo destro rimane il peduncolo decorato di una volta rimossa, che separa il fondo della parete sud, in cui è stata dipinta la figura di San Rocco. Al lato sinistro di quello che fu l’altare è stata svuotata e riaperta una nicchia, probabilmente il Tabernacolo, anch’esso decorato internamente in continuità con la parete. La nicchia era stata murata con materiale di scavo, tra cui sono stati ritrovati anche alcuni resti umani che sono stati portati al Museo archeologico di Modena per gli opportuni approfondimenti.

Dietro l’altare di sinistra, nell’intercapedine, sulla parete di fondo, ricoperta da detriti, è riapparsa ben conservata una nicchia affrescata con figura di Madonna con Bambino e, sulla parete laterale, sotto stratificazioni di successive pitturazioni decorative è stata scoperta, ben conservata, la figura affrescata di San Girolamo.

Di grande interesse anche il restauro effettuato negli altari laterali seicenteschi, con cornici in pietra e stucco preziosamente decorate ed il recupero dello strato pittorico originario della figura di Madonna con doppio Bambino, sopra il capo e tra le braccia, posta sull’altare di sinistra.

Da precedenti note storiche e prime valutazione del progettista del restauro e delle stesse restauratrici, si tratta di autori di scuola toscana, su cui eseguire studi e ricerche scientifiche più approfondite, ora fattibili con la disvelatura e la conservazione di tutte le tracce del lavoro originario eseguito a fresco, i colori e la loro composizione, i disegni e le tracce sulle malte di fondo.

Il lavoro di restauro e conservazione pittorica proseguirà fino ad ottobre e si concluderà con l’esecuzione di un nuovo e adeguato impianto di illuminazione per la migliore fruibilità e visibilità del bene, e per favorire un attento studio di quanto restaurato e conservato.

Infine, dalla ricerca effettuata presso la Galleria Estense, si proporrà la ricollocazione del quadro di San Luigi rimosso nel 1941 dall’altare di destra, mentre si conferma la perdita delle figure di apostoli strappate contemporaneamente dal ciclo di affreschi absidale.