L’ufficio Oggetti rinvenuti nel 2016 ne ha già restituiti 450, tra chiavi e portafogli. Ma per visionare bici, cellulari e articoli di valore serve una denuncia
MODENA – Una trentina di biciclette, qualcuna anche da bambino, 28 cellulari, una valigetta, una fotocamera, un paio di anelli e diversi oggetti di bigiotteria. Più decine di chiavi, portafogli, paia di occhiali e materiali scolastici come libri e quaderni. E ciò che è stato consegnato negli ultimi tre mesi all’ufficio Oggetti rinvenuti del Comune di Modena e che i proprietari possono recuperare. La procedura è semplice: per le biciclette e per gli altri oggetti di qualche valore, quindi registrati, è necessaria una denuncia di smarrimento, il più possibile dettagliata in modo da essere certi dell’effettiva proprietà del bene che si reclama. In mancanza di un documento che consenta di individuare l’oggetto che si sta cercando, infatti, non si può nemmeno entrare a dare un’occhiata. Proprio per evitare che qualcuno si approfitti della situazione prendendo nota di ciò che è disponibile per poi andare a presentare la denuncia di smarrimento.
Per gli altri oggetti, come le chiavi o gli occhiali, invece, è sufficiente recarsi all’ufficio in via del Murazzo 117 per verificare se qualcuno ha recuperato ciò che abbiamo perso e lo ha consegnato al Comune affinché venisse restituito. L’ufficio è aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12; al lunedì e al giovedì anche dalle 15 alle 17. Per informazioni: oggettirinvenuti@comune.modena.it, tel. 059 2033247.
Ogni anno ritrovano i legittimi proprietari centinaia di oggetti non registrati, tra chiavi, occhiali, portafogli senza denaro o documenti: nel 2015 sono stati complessivamente 737 quelli restituiti, l’anno prima 488; nei primi sette mesi di quest’anno sono già circa 450. I documenti dei residenti vengono riconsegnati, gli altri inviati ai rispettivi Comuni. Anche qualche bicicletta viene restituita ai proprietari: già quattro quest’anno, una cinquantina tra il 2013 e il 2015.
In alcuni casi, quando si tratta di oggetti di particolare valore affettivo, ci sono ringraziamenti molto calorosi agli operatori (“qualcuno telefona per gli auguri anche ad anni di distanza”, ricordano) con momenti di autentica commozione o, addirittura, di festa, con danze e canti come è successo quando si è trattato di documenti di stranieri, dai passaporti ai permessi di soggiorno.
La maggior parte degli oggetti rinvenuti, anche se di qualche valore e quindi registrati, però, è destinata a rimanere senza un padrone. La legge, come ricorda il Regolamento comunale (www.comune.modena.it) prevede che al termine di un anno dalla pubblicazione sull’Albo pretorio senza che nessuno si sia presentato a reclamarne la restituzione, il ritrovatore possa diventarne proprietario: nel 2015 è successo una trentina di volte (anche per quattro biciclette), l’anno prima 34 (otto biciclette), per quest’anno siamo ancora a quota zero.
Gli operatori sono particolarmente attenti a “ritrovatori” eccessivamente interessati a questo aspetto, ma non è certo il caso di chi periodicamente porta chiavi e portafogli trovati durante le passeggiate con il cane nel parco. Anzi, sembra proprio che alcuni tra i ritrovatori più assidui siano persone che in passato hanno recuperato i loro oggetti smarriti e ora, anche per riconoscenza, sono particolarmente attenti quando trovano qualcosa in giro. Molti degli oggetti rinvenuti, inoltre, sono stati dimenticati sui treni regionali, su bus, pullman e taxi, mentre le bici vengono prevalentemente dai recuperi delle forze dell’ordine e dalle cooperative che hanno l’incarico di rimuovere quelle abbandonate.
Alcuni degli oggetti riutilizzabili che non ritrovano il proprietario vengono assegnati a scuole, parrocchie o associazioni di volontariato, il denaro viene depositato in tesoreria, molte cose vengono distrutte (per esempio i cellulari, per ragioni di privacy), mentre per le biciclette si realizzano aste periodiche dove ne vengono vendute diverse decine e il ricavato destinato in beneficenza. La prossima è in programma il 25 settembre.
Tra gli oggetti smarriti che sono ancora in attesa di ritrovare il proprietario non mancano certo le curiosità: tra gli scaffali e gli armadi di via del Murazzo 117 si possono notare due pellicce di visone non particolarmente in forma, qualche apparecchio acustico, coppe di gare sportive, tende da campeggio e sacchi a pelo. Negli ultimi anni ci sono stati anche un inginocchiatoio e un candelabro elettrico, l’insegna di una strada (non di Modena), un set di posate d’argento, alcuni tablet e, addirittura, un drone, che evidentemente aveva perso la rotta di casa.