A partire da lunedì 18 maggio, le sale della Palazzina dei Giardini accoglieranno nuovamente i visitatori, che potranno finalmente osservare dal vivo le sorprendenti e inedite sculture meccaniche esposte in mostra, che durante il periodo di lockdown hanno già ricevuto grande attenzione da parte della stampa nazionale ed estera.
La riapertura della mostra, a ingresso libero, avviene applicando le prescrizioni di sicurezza, con una capienza massima di 10 persone e mascherina obbligatoria.
L’esposizione, a cura di Diana Baldon, presenta una nuova installazione site-specific commissionata da Fondazione Modena Arti Visive, incentrata sul progetto più recente di Geumhyung Jeong. L’artista si è distinta a livello internazionale nell’ambito delle arti performative per le sue coreografie allo stesso tempo divertenti e inquietanti in cui si esibisce con apparecchi elettronici con sembianze umanoidi. Combinando diversi mezzi espressivi – danza, teatro, film e scultura – l’artista realizza le sue opere con una varietà di dispositivi protesici, strumenti hardware meccanici e tecnologici, cosmetici, manichini medici, inserendo performance dal vivo che “dimostrano” come i suoi oggetti possano essere utilizzati. Quando li presenta in contesti dedicati alle arti visive, l’artista dispone gli oggetti secondo strane sequenze e li ordina su piedistalli all’interno di ambienti molto illuminati, imitando gli archivi scientifici e le collezioni museali.
Nata nel 1980 a Seoul, dove vive e lavora, Jeong ha studiato recitazione alla Hoseo University di Asan (Corea del Sud), danza e performance alla Korean National University of Arts e cinema di animazione alla Korean Academy of Film Arts (entrambe a Seoul). Fin dall’inizio della sua carriera, l’artista ha dedicato il suo lavoro allo studio del rapporto tra il corpo umano e gli oggetti quotidiani inanimati attraverso delle produzioni che combinano linguaggi e tecniche provenienti dagli ambiti della danza contemporanea, del teatro di figura e delle arti visive.
La sua pratica performativa prevede movimenti ordinari e riduce al minimo indispensabile i codici specifici e le convenzioni dell’arte e del teatro. Durante l’interazione fisica tra il suo corpo e gli oggetti, è sempre più ambiguo chi controlla chi. Ciò che invece diventa evidente è l’indagine compiuta dall’artista sull’inesorabile legame tra il nostro corpo e la tecno-sfera contemporanea, ovvero il modello dominante attraverso cui facciamo esperienza della nostra quotidianità. Mettendo in discussione la falsa convinzione secondo cui saremmo in grado di controllare la realtà, le opere di Jeong analizzano il modo in cui si manifestano le inafferrabili e mutevoli sfumature dello sviluppo tecnologico, che modellano la nostra percezione, condizionano le nostre scelte e ci fanno fare esperienza del tempo e dello spazio.
Upgrade in Progress è l’ulteriore sviluppo di Homemade RC Toy, una serie di sculture meccaniche a controllo remoto realizzate dall’artista nel 2019 per la sua personale alla Kunsthalle Basel, e di Small Upgrade, presentato lo stesso anno alla 5° Ural Industrial Biennial of Contemporary Art (Russia). Per via della loro realizzazione fai-da-te con componenti acquistati online, e avendo Jeong imparato da autodidatta codici meccanici e di programmazione, i suoi “robot” risultano estremamente amatoriali e i movimenti ad essi infusi alchemicamente dall’artista appaiono imprevedibili e sgraziati.
Come suggerisce il titolo della mostra, questo nuovo gruppo di opere è il prosieguo di una narrativa allegorica intrapresa lo scorso anno. I robot meccanici a controllo remoto sono costruiti con caratteristiche visive e strutturali simili a quelle dei “modelli” precedenti, ma possiedono una maggiore varietà di movimenti grazie a una progettazione che, oltre ad aumentarne la flessibilità, controlla anche lo strano aspetto di alcune parti del loro corpo. Le sculture sono collocate su una serie di piani di lavoro modulari che trasformano le sale della Palazzina dei Giardini in un unico palcoscenico. Grazie a questa specifica ambientazione spaziale, l’opera non è solo una statica rappresentazione del luogo in cui Jeong svolge test ed esperimenti sui propri “giocattoli”, ma si trasferisce, tramite l’azione dell’artista, in una serie di video che agiscono come tutorial, appositamente prodotti e disposti lungo il percorso espositivo.
Come sottolinea la curatrice Diana Baldon, “trasformando questa scenografia ipertecnologica con il solo potere dell’immaginazione creativa, la mostra di Jeong rivela ciò che sta oltre la profonda materialità del corpo tecnologico: una gabbia che ha bisogno di riappropriarsi sia del corpo mortale che del suo controllo, di cui però solo la mente dell’artista ha la chiave”.
Geumhyung Jeong (Seoul, 1980) è artista e coreografa. Le sue ultime mostre personali in istituzioni di arte contemporanea internazionali comprendono: Homemade RC Toy, Kunsthalle Basel, Basilea (2019); Private Collection: Unperformed Objects, Delfina Foundation, Londra (2017); Tate Live: Geumhyung Jeong, Tate Modern Tanks, London (2017); Private Collection, Atelier Hermès, Seoul (2016). Ha anche preso parte a numerose mostre collettive tra cui: Immortality, la 5° Ural Industrial Biennial of Contemporary Art, Ekaterinburg (2019); la 9° Asia Pacific Triennial, Brisbane (2018); ANTI, Athens Biennale, Atene (2018); The Public Body 02, Artspace, Sydney (2017); The Promise of Total Automation, Kunsthalle Wien, Vienna (2016); Surround Audience: New Museum Triennial 2015, New Museum, New York (2015); The Beast and the Sovereign, MACBA Museu d’Art Contemporani de Barcelona, Barcellona (2015); East Asia Feminism: FANTasia, Seoul Museum of Art, Seoul (2015); Gesture, Württembergischer Kunstverein, Stoccarda (2014); Burning Down the House, 10° Gwangju Biennale, Gwangju (2014).
Nel ruolo di coreografa ha partecipato a prestigiosi festival di arti performative a livello internazionale tra cui Kunstenfestivaldesarts, Bruxelles (2019); Kyoto Experiment(2018); BOUGE B Festival, deSigel, Anversa (2018); Theater Spektakel, Zurigo (2017); La Bienal de Performance, Buenos Aires (2017); Time-Based Art Festival, Portland Institute for Contemporary Art, Portland (2016); Tanz im August, Berlino (2015); Oslo Internasjonale Teaterfestival (2015); ImPulsTanz Festival, Vienna (2014); Spielart Festival, Monaco (2013); Festival Bo:m, Seoul (2009).
Nel 2016 Jeong ha vinto il premio Award by Hermès Foundation Missulsang e nel 2009 il premio Excellence Award for Alternative Vision al Seoul New Media Art Festival.
Geumhyung Jeong.
Upgrade in Progress
A cura di
Diana Baldon
Sede
Fondazione Modena Arti Visive
Palazzina dei Giardini | Corso Cavour 2, Modena
Data riapertura
18 maggio 2020
Orari
Mercoledì, giovedì e venerdì: 11-13 / 16-19; sabato, domenica e festivi: 11-19
Apertura straordinaria: lunedì 18 e martedì 19 maggio: 11-13 / 16-19
Ingresso
Libero
Informazioni
Tel. +39 059 2033166 (in orario di mostra) | www.fmav.org
Fondazione Modena Arti Visive nasce nel 2017 per iniziativa del Comune di Modena e della Fondazione di Modena come centro di produzione culturale e di formazione professionale e didattica finalizzato a diffondere l’arte e la cultura visiva contemporanee. Grazie alla molteplicità delle sedi che gestisce e raccogliendo l’eredità delle tre istituzioni confluite in essa – Galleria Civica di Modena, Fondazione Fotografia Modena, Museo della Figurina – Fondazione Modena Arti Visive si presenta come un distretto culturale che propone e organizza mostre e corsi di alta formazione, laboratori, performance e conferenze, valorizzando il proprio patrimonio e costruendo un sistema di reti a livello locale ed extraterritoriale.
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