Alla festa ha partecipato anche il senatore Stefano Vaccari.
Facendo i complimenti agli ortolani, “che hanno messo mani ed energia in questa terra, tanto che ci sono già i primi prodotti”, il sindaco Muzzarelli ha sottolineato la soddisfazione di “vedere nascere e poter gustare il frutto del proprio lavoro: è questo infatti lo spirito degli orti urbani che sono luoghi di comunità e di benessere grazie ai quali si favorisce anche un’alimentazione sana e di qualità, com’è nella tradizione del nostro territorio”.
“Si tratta di un progetto sperimentale – ha spiegato l’assessora Urbelli – che siamo riusciti a consolidare anche nel gruppo degli ortolani, molti giovanissimi, e che coniuga istanze sempre più sentite come la riqualificazione urbanistica di luoghi pubblici, la sostenibilità ambientale e la necessità di un’alimentazione più sana e a chilometri zero. Gli Orti urbani, radicandosi nella lunga tradizione modenese degli orti per anziani, hanno una forte valenza di carattere aggregativo e sociale di cui cominciano a vedersi i frutti”.
Dei 60 ortolani, che possono coltivare ortaggi, piante officinali e fiori non a scopo di lucro, 36 sono uomini e 23 donne con età compresa tra i 18 e i 54 anni che vede la predominanza della fascia tra i 30 e i 50; hanno occupazioni e formazioni molto differenti e risiedono tutti a Modena anche se in diverse zone della città.
A loro si aggiunge un’associazione, il Gruppo di acquisto solidale GasMo. Obiettivo, oltre a valorizzare spazi inutilizzati del tessuto urbano, è sostenere la produzione alimentare biologica, a chilometro zero e stagionale destinata al consumo familiare o collettivo, in una prospettiva di miglioramento della qualità della vita e anche di supporto alle famiglie in difficoltà per la spesa alimentare.
Al tempo stesso, sulla scorta di quanto da molti anni ormai avviene negli orti per anziani, l’attività di socializzazione e animazione promossa nell’area ortiva intende favorire la coesione e il presidio sociale.
Tra i requisiti preferenziali per l’assegnazione, l’aver partecipato da volontari alla rigenerazione di un bene comune o l’essere iscritti all’elenco dei cittadini attivi “Io partecipo”, istituito presso i Quartieri, e l’impegno a curare l’orto con tecniche di coltivazioni anche alternative o comunque rispettose dell’ambiente.
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