Nel 2023 a Modena il dato è al 63,5%, cresciuto con gradualità negli ultimi anni, anche per effetto della pandemia. Nella metà dei casi le ceneri vengono tumulate
MODENA – Sono ormai più di sei su dieci i modenesi che scelgono la cremazione rispetto alle sepolture o ai loculi. La tendenza è cresciuta negli ultimi anni (nel 2015 erano poco più del 40 per cento), e continua gradualmente ad aumentare: alla metà di ottobre di quest’anno, infatti, il dato statistico è del 63,5 per cento, dopo che nel 2021, con l’impulso dovuto alle conseguenze della pandemia, si era raggiunto il 60,5 per cento.
In esattamente la metà dei casi, le ceneri dei defunti cremati nel corso del 2022 sono state tumulate nei cimiteri, nell’11 per cento dei casi sono state affidate a familiari residenti nel comune, mentre nel restante 39 per cento sono state disperse in aree concordate.
L’analisi dei dati che si riferiscono alle scelte dei cittadini modenesi, realizzata dal Servizio statistica del Comune di Modena in occasione delle giornate dedicate alla Commemorazione dei defunti, evidenzia per gli ultimi anni una crescita graduale: nel 2017 erano ancora meno della metà (il 46,4 per cento), per poi raggiungere il 51 per cento tra 2018 e 2019 e passare al 58,2 per cento nel 2020, con l’inizio della pandemia, per raggiungere il 60,5 nel 2021 e il 60,2 lo scorso anno.
La percentuale più elevata di cremazioni, l’80 per cento di tutti i defunti residenti, è stata registrata nell’aprile del 2020, durante la pandemia.
I Servizi demografici del Comune, nell’anno 2022 hanno registrato in città 2.149 deceduti fra i residenti. Il 40 per cento sono stati sepolti in terra, loculi o cappelle. Di questi, il 34 per cento sono stati sepolti a San Cataldo, un altro 32 per cento nei cimiteri frazionali di Modena, e il restante 34 per cento in altri comuni italiani.