MODENA – Si chiamano Ridvan, Stepan, Israa, Aasem e Said. E poi Nabil e Angela, Rayan, e Giada, Dimitri e Amir, Stella, Yan e Lorenzo e in tanti di altri modi. Sono nati in Italia dieci anni fa da famiglie straniere provenienti un po’ da tutti i continenti, studiano nelle scuole di Modena e oggi, almeno simbolicamente, diventano modenesi a tutti gli effetti. Anche se, probabilmente, per i loro compagni di classe e per i loro amici della squadra di calcio o dei giochi al parco, modenesi lo sono sempre stati.
Sono 160 i ragazzini e le ragazzine che ieri, sabato 21 novembre, al Forum Monzani di Modena hanno ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli e dalla presidente del Consiglio comunale Francesca Maletti, insieme all’assessore alla Scuola Gianpietro Cavazza e alla professoressa Fiorella Balli in rappresentanza dell’Unicef. Con loro anche i famigliari dei ragazzi e tanti compagni di classe e insegnanti.
Nel salutarli, il sindaco Muzzarelli ha sottolineato come l’attestato, dal grande valore simbolico, sia innanzitutto “un gesto di accoglienza, affetto e fiducia da parte di una città che, nonostante le tragedie dell’attualità, resta una città aperta che investe sulle nuove generazioni. Non ci faremo intimidire dai terroristi che vogliono seminare odio fra i popoli”. Dopo aver ricordato che la cittadinanza rappresenta un diritto e che comporta doveri, il sindaco ha concluso con un riferimento alla libertà, “che non è un regalo, è un impegno di ognuno con tutti, affinché ciascuno possa costruire liberamente il proprio progetto di vita: tocca anche a voi – ha detto Muzzarelli rivolto ai ragazzi – fare la vostra parte e progettare liberamente il vostro futuro”.
L’iniziativa è in linea con gli indirizzi contenuti in un ordine del giorno approvato lo scorso anno dal Consiglio comunale che, come ha ricordato la presidente Francesca Maletti, ha previsto anche nella delibera sulle cittadinanze onorarie la possibilità di impiegare questo istituto “per promuovere i diritti degli stranieri immigrati residenti e sollecitare in questo modo il Parlamento affinché riscriva la legge sulla cittadinanza superando il criterio della sola discendenza biologica”.
Sono una trentina le scuole frequentate dai 160 ragazzi (13 alle Rodari e altrettanti alle San Giovanni Bosco, 12 a Sant’Agnese, 11 alle Leopardi, alle Cittadella, alle Collodi e alle Gramsci, solo per citare i gruppi più numerosi), 28 dei quali hanno famiglie che provengono dalle Filippine, due dallo Sri Lanka, uno dall’India e uno dal Bangladesh, mentre 16 sono i cinesi. Ventiquattro quelli di famiglie originarie del Marocco, undici dalla Tunisia, due dall’Algeria, tre dalla Turchia, una dall’Egitto e una dalla Siria. I ghanesi sono 22, sei i nigeriani, uno è di una famiglia del Sudan, di un altro i genitori provengono dal Burkina Faso. I ragazzi di origini albanesi sono 19, 15 quelli le cui famiglie provengono dalla Romania e 13 da altri Paesi dell’Est europeo: Polonia, Moldavia, Ucraina e Serbia. Un ragazzo è di famiglia argentina.
L’iniziativa è stata organizzata in occasione delle manifestazioni per il 26° anniversario dell’approvazione della Carta dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. “Tra i diritti, uno dei fondamentali è proprio quello della cittadinanza – ha ricordato l’assessore Cavazza – e, insieme agli altri, rappresenta una delle fondamenta su cui edificare la casa comune. Il motto di Modena “Avia pervia” significa rendere facili le cose difficili – ha spiegato -e questo deve essere un impegno di tutti da perseguire insieme perché da soli non ci si riesce”.
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