Il servizio collega i 6 Comuni dell’Unione intercomunale Terre d’Acqua Anzola dell’Emilia, Calderara di Reno, Crevalcore, Sala Bolognese, San Giovanni in Persiceto, Sant’Agata Bolognese.
La realizzazione del progetto di “Prontobus Terre d’Acqua”, avviato nel 2002, ha consentito la riorganizzazione del servizio di trasporto pubblico su gomma dell’area di pianura dando un importante contributo alle diverse esigenze di potenziamento e adeguamento della rete ai bisogni di collegamento e alle richieste di una tipologia di servizio a chiamata, che si è rivelata molto adatta al territorio servito, specie per quelle aree a domanda più debole.
Per il primo semestre 2018 (dal 1 gennaio al 7 giugno) i Comuni sottoscrittori della Convenzione si impegnano a versare un contributo complessivo di 116.965,20 euro, valutato sulla base di una previsione di effettuazione del 62% della percorrenze programmate. Nel caso in cui le percorrenze effettuate superassero o fossero inferiori a questa percentuale, il contributo a carico dei Comuni sottoscrittori sarà rideterminato sulla base del servizio realmente erogato.
La Città metropolitana di Bologna si impegna a coordinare i rapporti tra gli Enti, SRM e il gestore, nonché a ricercare possibili nuove fonti di contribuzione.
“Con questa – ha sottolineato il consigliere delegato Marco Monesi – che definirei proroga tecnica del servizio “Prontobus Terre d’Acqua” e che si aggiunge all’approvazione per un anno di quello denominato Prontobus di Pianura (Reno Galliera e Terre di Pianura), si mantengono in essere quei collegamenti trasversali che mancano sulla rete del Trasposto pubblico per lo più radiale. Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile servirà anche a definire meglio quelle esigenze. Nel frattempo SRM, Agenzia per la Mobilità metropolitana, sta concorrendo su un progetto europeo per la creazione di una piattaforma di supporto per servizi di bus a chiamata. D’intesa con la Città metropolitana, SRM ha proposto l’area della montagna bolognese, e in particolare il territorio dell’Alto Reno (Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese), quale area pilota per avviare un servizio innovativo a chiamata che svolga la funzione di adduzione alle linee del SFM e alle linee portanti del trasporto pubblico. La proposta è stato presentata lo scorso novembre, e se accolta, sarà possibile finanziare un servizio sperimentale di trasporto a chiamata.”
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