È il tema della tavola rotonda in programma giovedì 27 ottobre presso l’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara
FERRARA – Domani, giovedì 27 ottobre, alle ore 15 presso l’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, (c.so Ercole I D’Este, 37), si terrà una tavola rotonda sul tema delle misure patrimoniali di contrasto alla criminalità organizzata.
Parteciperanno Antonio Balsamo della Procura Generale presso la Corte di Cassazione, Roberto Chenal della Corte europea dei diritti umani e Alberto Ziroldi, Giudice presso il Tribunale di Bologna.
L’evento, organizzato dal Laboratorio di Studi interdisciplinari sulla mafia e le altre forme di criminalità organizzata (MaCrO), istituito presso il Dipartimento di Giurisprudenza, si inserisce nell’ambito della Festa della Legalità e della Responsabilità 2016, realizzata dal Comune di Ferrara, con il contributo della Regione Emilia Romagna, Libera e di altre associazioni del territorio.
L’evento è gratuito ed accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Ferrara con il riconoscimento di 2 crediti formativi.
Gli avvocati possono iscriversi inviando una email all’indirizzo laura.salvadego@unife.it
“Dissezione e resurrezione nell’anatomia dell’età moderna”. La conferenza di Andrea Carlino nell’ambito della Mostra “IL CORPO SVELATO”
Prosegue il ciclo di conferenze correlate alla Mostra “IL CORPO SVELATO. Arte, Anatomia e Ostetricia nella ceroplastica del ‘700”, organizzata dal Sistema Museale di Ateneo e curata dai Professori Silvano Capitani e Marco Bresadola dell’Università di Ferrara, aperta fino all’11 novembre.
Il quarto appuntamento si terrà domani, giovedì 27 ottobre, alle ore 17 nell’Aula 1A di Palazzo Turchi di Bagno (c. so Ercole I d’Este, 32), con la conferenza di Andrea Carlino, docente di storia della medicina all’Università di Ginevra, sul tema “Dissezione e resurrezione nell’anatomia dell’età moderna”.
“I testi anatomici dell’età moderna – spiega il Prof. Carlino – rivelano sovente una nostalgia per un tempo mitico in cui medici e filosofi avevano la possibilità di osservare i corpi sulla frontiera tra la vita e la morte grazie alla pratica della vivisezione. Pratica efferata per ovvi motivi e inaccettabile nell’età moderna, essa costituisce comunque un orizzonte ideale nelle pratiche autoptiche dei grandi anatomisti di questo periodo. D’altro canto, questa frontiera e il desiderio indicibile di osservare l’interno del corpo umano nel momento stesso in cui la vita sfugge, sono recuperate nelle illustrazioni anatomiche tra Cinque e Settecento”.