MISANO ADRIATICO (RN) – Misano Adriatico ha celebrato questa mattina l’Anniversario della Liberazione dal nazifascismo con una serie di iniziative partite con la posa delle corone d’alloro al Monumento ai Caduti che sorge davanti alla residenza comunale, e a quelli in località Misano Monte e nella piazzetta “Matatia”. A seguire, nella Chiesa Parrocchiale di Misano Mare, si è celebrata una Santa Messa in memoria dei caduti di tutte le guerre.
Poi, alle 11:00, ci si è spostati in Piazza della Repubblica, dove si sono tenuti i discorsi commemorativi con gli interventi del sindaco di Misano Adriatico Fabrizio Piccioni e il presidente Anpi di Misano Nicola Semprini. Erano presenti anche i ragazzi della scuola media di Misano che hanno proposto delle letture dedicate alla ricorrenza. Per concludere il cantautore Davide Ricci ha eseguito una selezione di brani suggestivi e riflessivi del repertorio musicale italiano.
Dopo due anni di limitazioni a causa della pandemia, la cittadinanza è tornata a prendere parte alle celebrazioni. Tanti i misanesi che non hanno voluto rinunciare all’appuntamento.
“Oggi ricordiamo la liberazione dell’Italia dal nazifascismo – ha detto il sindaco Fabrizio Piccioni nel suo intervento– e la fine della Seconda guerra mondiale che costò al mondo più di 60 milioni di morti tra militari e popolazione civile. Sono passati 77 anni, quante volte abbiamo sentito pronunciare le parole “mai più guerra”, “mai più sofferenza”, “pace” e quante volte queste parole sono state ignorate e tradite! Quanti altri conflitti abbiamo visto nel mondo in questi anni! L’ultimo, in ordine di tempo, è quello drammatico determinato dall’invasione armata della Russia nei confronti dell’Ucraina. È evidente che l’uomo non impara mai dai propri errori, non impara mai dalla storia recente. Per questo, oggi, nel 2022, alla luce di quello che sta accadendo alle porte dell’Europa, è ancora più importante ricordare gli effetti nefasti della guerra. Il nostro territorio, attraversato dalla linea gotica, sa cosa significa essere bombardati, conosce l’atrocità della tortura e delle fucilazioni, sa cos’è la fame, la disperazione la distruzione che portano i conflitti. E quindi facciamo tesoro di quanto è successo. “La memoria è necessaria, dobbiamo ricordare, perché le cose che si dimenticano, possono ritornare”, questo è il testamento che ci ha lasciato Primo Levi, Partigiano, ebreo deportato nel campo di concentramento di Auschwitz, sopravvissuto all’atrocità dei lager. Continuiamo a ricordare la resistenza, continuiamo a commemorare la liberazione del nostro Paese, continuiamo a festeggiare il 25 aprile e facciamolo fieramente”.
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