PIACENZA – «Una più equa distribuzione sui vari comuni dei migranti sbarcati sulle coste italiane tenendo però conto anche degli arrivi spontanei che in alcune realtà, come Piacenza, sono maggiori rispetto ad altre».
È la richiesta che la sindaca Katia Tarasconi ha rivolto direttamente al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi prendendo la parola durante un vertice presso il Palazzo del Governo di Bologna alla presenza del presidente della Regione Stefano Bonaccini, di tutti i prefetti dell’Emilia-Romagna, compresa Daniela Lupo di Piacenza, e di tutti i sindaci delle città capoluogo del territorio regionale.
Un incontro-confronto di circa due ore aperto proprio dal ministro che si è detto disponibile all’ascolto in un’ottica di collaborazione con le istituzioni di un territorio, quello emiliano-romagnolo, che da un lato si è sempre dimostrato – numeri alla mano – un modello di accoglienza e dall’altro si trova oggi in particolare affanno proprio per l’emergenza migranti che si somma alla gestione del post alluvione dello scorso maggio in Romagna con i suoi 9 miliardi di danni e cittadini ancora senza casa.
«Non è giusto che alcuni comuni si trovino con cento e altri con zero» ha esordito la sindaca rivolgendosi al ministro. I numeri sono solo esemplificativi ma il concetto è chiaro: «Ci sono Comuni a cui viene richiesto di occuparsi di un numero di migranti superiore ai posti effettivamente a disposizione, mentre altri non vengono considerati nella ripartizione. Oppure vengono considerati con criteri che però non tengono conto di una prassi che ad esempio a Piacenza è ormai consolidata ed esce dalla gestione nazionale e in qualche modo programmata: parlo dell’arrivo spontaneo di stranieri, spesso minori non accompagnati dei quali per legge, e giustamente, dobbiamo occuparci. Un problema nel problema, perché sono in numero sempre maggiore e richiedono un livello di accoglienza e assistenza che non è paragonabile a quello delle persone adulte». Anche se, come è emerso durante l’incontro di oggi, una percentuale consistente di sedicenti minori è composta in realtà da adulti. Si tratta quasi esclusivamente di giovani maschi, in gran parte provenienti dall’Egitto e dalla Tunisia, quasi tutti dalle stesse città.
«A Piacenza la situazione è difficilmente sostenibile» ha quindi ribadito la sindaca nel suo intervento. «Anche perché – ha aggiunto – la somma di migranti assegnati dal Governo e migranti che arrivano spontaneamente fa sì che ad oggi non abbiamo posti sufficienti a garantire un’accoglienza degna di questo nome. E fatichiamo a trovare strutture adeguate, anche perché con i fondi statali a disposizione non riusciamo a confezionare bandi appetibili per i privati. Il che prima di tutto va a svantaggio degli stessi migranti, ma che ha anche un impatto sulla vita sociale, sulla comunità. Alcuni di questi giovani non solo non riescono a integrarsi ma spesso tengono comportamenti che contribuiscono a creare quella sensazione di insicurezza e di paura che noi, come rappresentanti delle istituzioni, non possiamo non considerare come un fatto reale, un fatto di cui occuparci».
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