BOLOGNA – Cinque i vincitori tra le 22 opere selezionate per la settima edizione di Mente Locale – Visioni sul territorio, il primo festival italiano dedicato a promuovere e valorizzare il racconto del territorio attraverso la narrazione audiovisiva, che per la prima volta si si è presentato in formato online sulla piattaforma docacasa.it, creata dall’associazione DER – Documentaristi Emilia-Romagna, alla pagina dedicata
https://festivalmentelocale.docacasa.it.
La pagina rimarrà attiva fino alle 10 di martedì 17 novembre per la visione dei film vincitori.
Anche la cerimonia di premiazione si è svolta in diretta streaming, domenica 15 novembre alle 18.30, con la partecipazione della giuria, dei partner, dei registi dei film vincitori e di tutto lo staff organizzativo del festival, ciascuno collegato dalla propria abitazione. Nonostante la virtualità, la serata ha regalato numerose emozioni e sorprese. Ecco tutti i premi.
La giuria del festival Mente Locale – Visioni sul territorio 2020, presieduta da Enza Negroni, Presidente DER-Associazione Documentaristi Emilia-Romagna e composta da Marco Cucco, docente del Dipartimento Arti Visive dell’Università di Bologna, Loris Lepri, esperto di cinema e audiovisivo, Olga Torrico, Sayonara Film; Silvestro Serra, Touring Club Italiano, ha assegnato il premio di 1000 euro come Miglior Film Documentario a Il passo dell’acqua di Antonio di Biase, e il premio sempre di 1000 euro come Miglior Film di Fiction a La vendedora de lirios di Igor Galuk che si è aggiudicato anche il nuovo premio Elenfant Distribution per un cortometraggio, del valore di 2000 euro, offerto dalla società Sayonara Film.
Tra gli altri premi, la Menzione del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano, del valore di 500 euro, e la Menzione Speciale del Touring Club Italiano è andata a Through the lens di Costanza La Bruna (videomaker) e Claudia Speciale (archeobotanica).
Le Menzioni Speciali del Segretariato Regionale MiBACT Emilia Romagna “Mente Locale – Filmare per Bene” alle migliori opere sulla tematica beni culturali e/o promozione dell’identità culturale del territorio emiliano-romagnolo hanno invece premiato I giorni nel tempo di Enrico Poli e Gli anni che cantano di Filippo Vendemmiati.
Per il Foto-contest Grand Tour Emil Banca legato al partner Emil Banca, il primo premio del valore di 300 euro è andato a ‘Lago Calamone’ di Lara Bartoli scattata nel territorio dell’Appennino Reggiano; mentre il secondo premio del valore di 200 euro, è stato dato a ‘Borgo La Scola’ di Daniela Salati scattata nel territorio dell’Appennino bolognese.
Di seguito tutti i film vincitori con le motivazioni.
La giuria del festival Mente Locale – Visioni sul territorio 2020, presieduta da Enza Negroni e composta da Marco Cucco, Loris Lepri, Olga Torrico e Silvestro Serra ha assegnato i premi MENTE LOCALE, VISIONI GLOBALI.
Miglior Film Documentario a:
Il passo dell’acqua di Antonio di Biase, 52’25’’ – Italia 2019
Con la seguente motivazione: La grana antica della pellicola con cui è girato “Il passo dell’acqua” restituisce al documentario un profumo di classicità, relegando l’attualità a un rumore di fondo, ma nello stesso tempo non potendo fare a meno di questo rumore. Lo stile asciutto ed essenziale del regista nel raccontare e leggere la realtà circostante mostra di aver fatto tesoro degli insegnamenti derivanti da un approccio documentaristico rigoroso, così come il vecchio pescatore Nicola tiene in gran conto l’insegnamento degli anziani di un tempo per saper leggere il cielo e i suoi mutamenti. Lo sguardo della macchina da presa cerca quasi di nascondersi tanto è l’amore nei confronti dei personaggi e delle loro azioni; così i gesti più usuali, anche quando il filo della narrazione appare esile e rarefatto, sono costantemente percorsi da una viva tensione che sorprende, e il silenzio eloquente delle immagini racconta con rara intensità dell’antico legame fra i paesaggi e i suoi personaggi.
Miglior film di Fiction a:
La vendedora de lirios di Igor Galuk, 18’31’’ – Argentina 2019
Con la seguente motivazione: La vendedora de lirios riesce in pochi minuti a dare voce a due donne di generazioni diverse, al loro bisogno e desiderio di lavorare, nonché alla loro dignità di persone che ogni giorno con perseveranza affrontano le difficoltà della vita. Nel far questo, La vendedora de lirios mostra la persistente ghettizzazione delle popolazioni indigene, ma anche il rispetto che queste nutrono nei confronti della terra, a cui innalzano le loro preghiere e la loro riconoscenza. Con delicatezza e sobrietà, La vendedora de lirios racconta una piccola storia privata in cui convergono temi e conflitti di portata universale.
Elenfant Distribution, partner del festival, ha assegnato il Premio “Elenfant Distribution” del valore di 2.000 Euro per la distribuzione di un anno al migliore cortometraggio a:
LA VENDEDORA DE LIRIOS di Igor Galuk, 18’31’’ – Argentina 2019
Con la seguente motivazione: Abbiamo deciso di assegnare il Premio Elenfant Distribution a La Vendedora de Lirios di Igor Galuk, un corto che ci porta lontano, come in un sogno, tra rumori, profumi e colori di viaggi sperduti, di musiche esotiche, di paesaggi d’artista, di volti dolci e contrastati. Una poesia leggera, non spiegata, ma recitata in maniera lieve e intensa, che lascia spazio e parola alle emozioni dei personaggi, raccontate da occhi che del mondo hanno visto tutto e niente allo stesso tempo. Due eroine così ben dipinte da essere capaci di svelare il loro mondo interiore con ingenua spontaneità, anche grazie a un linguaggio cinematografico che non si perde in estetismi vanitosi e che fa dell’essenzialità il collante di tutta la vicenda. Vita, Morte, Natura, Terra emergono nel film con la grazia di una nonna e una nipote indigene, che da sole, in territori lontani, combattono quotidianamente la loro battaglia con la consapevolezza e la serenità di far parte di un unico corpo, della stessa Pachamama.
Premio Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano del valore di 500 Euro all’opera che meglio rispecchia i valori del Consorzio a:
Through the lens di Costanza La Bruna e Claudia Speciale, 55’ 51’’ – Italia 2020
Con la seguente motivazione: Appena abbiamo visto il paesaggio e sentito parlare gli intervistati è stato subito chiaro che non si trattava di gente delle nostre parti. Eppure i visi segnati dal tempo come solchi di campi di grano, il linguaggio apparentemente ruvido ma tradito da un viso sorridente e a tratti quasi “tenero”, ci sono familiari. E’ vero che si parla di lenticchie e non di Parmigiano Reggiano ma chi frequenta i nostri mercati, le nostre feste di paese ritrova molti di questi loro discorsi. Provate a chiedere ad uno dei nostri casari dov’è nato il Parmigiano Reggiano e dove lo fanno più buono: “a Parma,” “no a Reggio Emilia”, “ma a Modena,” “ma no a Mantova ma attenzione, alla destra del fiume Po”, “eh no il migliore è a Bologna, a sinistra del fiume Reno”. Ogni isola della Sicilia ha le migliori lenticchie… tutte lenticchie ma tutte diverse.
Anche il Parmigiano Reggiano ha la sua isola, definita dai più “isola del tesoro“ dove clima, territorio, tradizioni e cultura si mescolano con le persone che ci vivono ed esattamente come per le lenticchie, danno carattere e peculiarità uniche, anzi i due prodotti sono indissolubilmente legati al territorio.
Cosa possono avere ancora in comune questi Davide (la piccola lenticchia) e Golia ( la grande forma di formaggio) ? Perché nonostante il duro lavoro l’uomo ha continuato nel tempo a produrle? Certamente è un fatto economico ma viene da pensare che il loro sia nutrimento non solo per lo stomaco ma anche per il cuore e la mente : attraverso la coltivazione e la raccolta della lenticchia passano ricordi, emozioni e una comunità tutta: il dividere fatiche e paure durante i mesi d’attesa; la felicità e l’allegria delle feste nell’aia dove tutte le famiglie si riunivano. Un tempo presso i caseifici, consegnando il latte, si parlava di politica…ma si trovava anche la fidanzata! Parliamo di condivisione e comunità. L’agricoltore fa il fieno e alleva le vacche, il casaro aggiunge il sapere e l’arte casearia, il tempo e la cura dell’uomo aggiungono la stagionatura. Le parole del giovane che torna nella propria terra e si mette a coltivare lenticchie accendono speranza…esattamente come i giovani che sempre più spesso decidono di continuare il lavoro nell’azienda della famiglia…allevare vacche per fare latte per il Parmigiano Reggiano. Per questo quando ci spostiamo dalla nostra terra abbiamo la necessità di portare con noi qualcosa che ci tenga legati ad essa, oppure quando dobbiamo fare un dono a qualcuno che non è delle nostre zone pensiamo subito ad un qualcosa che dica chi siamo e da dove veniamo. Per noi è il Parmigiano Reggiano, per questi isolani sono le lenticchie.
Questi prodotti in modo così semplice e naturale risultano fortemente identitari. D’altronde a Capodanno chi non mangia lenticchie, ritenute portatrici di fortunate ricchezze….e perché si dice “da tavola non ti alzare mai, senza aver mangiato un po’ di formài” …. Si sa che i “detti popolari” sono solo consigli, ma arrivano dall’esperienza e dalla saggezza, elementi che abbiamo ritrovato guardando questo film e che anche per questo sentiamo un po’ nostro.
Menzione Speciale Touring Club Italiano “Mente Locale – Visioni sul Territorio Italiano” alla migliore opera che racconta il territorio italiano a:
Through the lens di Costanza La Bruna e Claudia Speciale, 55’ 51’’ – Italia 2020
Con la seguente motivazione: Un piccolo, minuscolo, apparentemente trascurabile legume. Di incerta provenienza, di colore vago, per chi biondo, forse rosso o “nivoro“. Duro da lavorare, faticoso da coltivare, antieconomico da raccogliere. Eppure attraverso i piccoli grani di questa “lens culinaria” passano i flussi di una cultura secolare, si condensano storie, tradizioni, saper fare, sapienza antica e originale intensamente raccontata per immagini, testimonianze, musiche, dalla lente dell’obiettivo di La Bruna e da quella del microscopio di Speciale. Dal gesto antico del seminatore ai vari riti che popolano i territori delle piccole isole siciliane, da Ustica alle Eolie, la cultura della lenticchia, la regista ha saputo “zoomare” con professionalità ed empatia svelando quello che resiste di questa manifestazione di archeologia agricola: la nostalgia, la rassegnazione l’orgoglio, il dispiacere per la renitenza dei giovani e il rimpianto, non tanto per la dura fatica, quanto per la perduta solidarietà, “aiuto per aiuto”, le feste e le cerimonie sull’aia che riunivano tutta la comunità, giovani, donne, bambini e asini, per la “pistata”, la “spagliata”, la raccolta… E quell’inevitabile malinconia che traspare dalle facce cotte dal sole dei testimoni per un mondo sradicato come le piante delle loro lenticchie più buone del mondo dalla globalizzazione agroalimentare viene mitigata dalla testimonianza di chi come Luigi, giovane e in forze, non si arrende, torna e vuole ripopolare la campagna, coltiva lenticchie e accetta la sfida: vedere se è vero l’antico detto delle terre vulcaniche “jetta’n terra che Dio governa”.
Menzioni Speciali del Segretariato Regionale MiBACT Emilia Romagna “Mente Locale – Filmare per Bene” alle migliori opere sulla tematica beni culturali e/o promozione dell’identità culturale del territorio emiliano-romagnolo a:
I giorni nel tempo di Enrico Poli, 21’ – Italia 2020
Con la seguente motivazione: Per il misurato equilibrio con cui è descritta, attraverso l’esperienza drammatica della pandemia, la mutazione del paesaggio storico e monumentale di una città in un nuovo paesaggio interiore e in una inedita prospettiva sui valori identitari.
Gli anni che cantano di Filippo Vendemmiati, 90’ – Italia 2020
Con la seguente motivazione: Per la capacità di raccontare con grande lucidità ed efficacia narrativa un periodo storico che ha profondamente mutato i valori della società italiana attraverso la ricostruzione della biografia artistica di un gruppo musicale di impegno sociale e politico la cui produzione rappresenta un importante bene immateriale che può inscriversi a pieno titolo nella grande tradizione della musica popolare del nostro Paese.
Primo premio del Foto-contest Grand Tour Emil Banca a:
‘Lago Calamone’ di Lara Bartoli
Con la seguente motivazione: Il lago Calamone nell’Appennino reggiano, uno specchio di acqua pura circondato dai boschi. La foto di Lara Bartoli ha una robusta composizione verticale con i piani tra di loro sovrapposti ognuno dei quali si assume la responsabilità di comunicarci un tema, in basso i bambini, la loro amicizia, la voglia di scoprire e capire. In mezzo c’è un livello dedicato al paesaggio con un controluce che dona tridimensionalità alla vegetazione e sopra c’è la esplosione di colori di un arcobaleno che è segno di cambiamento, di superamento delle avversità e quindi di speranza.
Secondo premio del Foto-contest Grand Tour Emil Banca a:
‘Borgo La Scola’ di Daniela Salati
Con la seguente motivazione: Borgo La Scola nel comune di Grizzana Morandi in provincia di Bologna uno dei borghi medioevali meglio conservati dell’Appennino. La foto di Daniela Salati è illuminata da una luce estiva vigorosa. L’armonia della composizione si rafforza con la dinamica della corsa delle due amiche che riempie di energia la diagonale sulla quale avanzano. Una diagonale che sboccia nella luminosità del cielo azzurro in alto a sinistra. Abbiamo quindi il racconto di un borgo antico che protegge e svela la promessa di futuro delle due giovani.
Per tutta la giornata di lunedì 16 novembre, dalle 10 per le 24 ore successive, saranno di nuovo disponibili per la visione tutti i film vincitori alla pagina https://festivalmentelocale.docacasa.it.
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