Al Teatro Comunale Abbado, “Un teatro lungo un giorno”: convegno, approfondimenti e riflessioni su migranti e migrazioni
FERRARA – Si è svolta questa mattina, mercoledì 7 settembre in residenza municipale, la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa ‘Un teatro lungo un giorno’, in programma martedì 13 settembre al Teatro Comunale Abbado, a chiusura di EstateBambini 2016.
All’incontro con i giornalisti sono intervenuti l’assessora comunale alla Pubblica Istruzione Annalisa Felletti, la dirigente pedagogica dell’Istituzione dei Servizi Educativi Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara Donatella Mauro, la coordinatrice dell’Ufficio Integrazione scolastica stranieri del Comune Laura Lepore, la direttrice artistica di EstateBambini e Festebà Anna Giuriola, il direttore della Fondazione Teatro Comunale Abbado Marino Pedroni, Anna Maria Bovinelli (Circi) e Alessandra Goberti (Centro per le Famiglie).
“Estate Bambini è una rassegna che coinvolge bambini, famiglie e operatori educativi della città – ha affermato l’assessora Felletti – e il tema dei migranti e delle migrazioni è molto importante per la collettività e di grande attualità. Ferrara è città accogliente che ha fatto e continua a fare la propria parte anche su questo fronte e il convegno insieme alle iniziative organizzate il 13 settembre, ne costituisce un tassello importante”.
Info e iscrizioni al convegno del 13 settembre 2016 “L’Italia e le migrazioni contemporanee: accoglienza, emergenza e razzismi” – Ridotto del Teatro Comunale Abbado:
Ufficio Integrazione Alunni Stranieri email integrazione.alunnistranieri@comune.fe.it, tel. 0532-752486.
LA SCHEDA (a cura degli organizzatori)
Il gran finale di Estate Bambini al Teatro Comunale Claudio Abbado
E’ ormai abitudine consolidata quella di offrire, al termine di Estate Bambini, un momento di riflessione sui temi che più ci toccano da vicino e che sono d’attualità. Dall’anno passato il rituale convegno conclusivo si è spostato presso il Teatro Comunale, ideale platea aperta a tutta la cittadinanza, che quest’anno, martedì 13 settembre, ospiterà “Un Teatro lungo un giorno”.
Tema conduttore della giornata saranno i migranti, le diversità culturali e i razzismi, che dà il titolo al convegno del mattino “L’Italia e le migrazioni contemporanee: accoglienza, emergenza e razzismi”. Un’intera giornata, interamente gratuita, che avrà inizio con un convegno e che proseguirà, nel pomeriggio, con laboratori, giochi teatrali narrazioni e musica.
La proposta nasce da una riflessione in merito ai cambiamenti che hanno caratterizzato gli scenari geopolitici ed economici negli ultimi 20 anni. Accanto alle migrazioni cosiddette economiche, questi ultimi anni sono caratterizzati dall’arrivo di ampi e molteplici flussi di gente in fuga da condizioni di guerra, violenza e a questi aggiungiamo anche coloro che fuggono da disastri climatici e ambientali, categoria poco considerata.
L’impatto di quello che chiamiamo occidente sul resto del mondo, con i suoi neocolonialismi, guerre, sfruttamenti indiscriminati delle risorse, protezionismi, sfruttamento del lavoro nei “sud” del mondo, è rilevante e potente. E spesso è all’origine e si intreccia con conflitti locali, fondamentalismi, violenza e condizioni di grande precarietà e miseria. Questa è la cornice da cui ampie masse di persone fuggono e continueranno a fuggire alla ricerca di migliori condizioni di vita. Mutati gli scenari, non pare particolarmente mutato in questo paese (ma anche in Europa) l’approccio emergenziale a un fenomeno che tuttavia è da considerarsi strutturale.
Nonostante i flussi vedano una crescita moderata (in un anno, dal 2014 al 2015, gli stranieri residenti in Italia sono aumentati dell’1,9%, passando da 4milioni e 922mila a poco più di 5 milioni – Fonte Rapporto Caritas Migrantes) e dall’esperienza quotidiana dei servizi rileviamo che molte famiglie si spostano verso altri paesi o addirittura tornano nei paesi di origine, rimane comunque una significativa presenza di cittadini stranieri che in questo paese vive. Ci sono le prime generazioni, ci sono i loro figli che qui sono nati e qui crescono come cittadini. Ci sono coloro che ancora oggi giungono in questo paese per cercare migliori condizioni di vita o per ricongiungersi ai familiari.
Ci sono poi i richiedenti asilo, fascia di popolazione ai margini della società ma fulcro delle politiche emergenziali.
Tra di essi, in questi anni sono arrivati e stanno arrivando molti minori stranieri non accompagnanti (MSNA) che portano al sistema di accoglienza bisogni diversi, richieste e problematiche specifiche, in un sistema dei diritti dei minori che spesso confligge con le istanze di adultità dei ragazzi che arrivano.
L’aumento di rifugiati porta con sé anche moltissime problematiche sanitarie per le modalità con cui faticosamente, se fortunati, approdano in occidente, ma anche molte vittime di guerra e tortura: un mondo sofferente al quale è necessario portare risposta e supporto adeguato.
In questo scenario, i razzismi non smettono di prodursi e riprodursi, sotto diverse vesti.
Per tutte queste ragioni ci è parso opportuno fare il punto sulla situazione in Italia, da un lato provando a dare una fotografia socio demografica dell’esistente, che dia conto anche di quanto attiva e produttiva su diversi piani sia la presenza dei migranti (intervento di Allievi e Dalla Zuanna.) e di quanto strutturale sia la presenza di cittadini che provengono da altrove.
Vedremo inoltre come la sofferenza accompagna le vite di queste persone. Sofferenza fisica e psichica (correlata alle condizioni migratorie, di fuga e della violenza subita nei paesi di arrivo, ma anche alla marginalità e disagio sociale che molti migranti incontrano in questo paese (intervento di Medici senza frontiere)
Dall’altro ci pareva interessante una riflessione sul razzismo e su come esso si produce, provando a mostrare come i costrutti razzisti siano facilmente decostruibili e non abbiano alcuna radice nella genetica ma siano prodotti storico-sociali usati come strumenti di oppressione e dominio (interventi di Aime e Barbujani). Anche i razzismi culturalisti degli ultimi venti anni prodottisi in seno alle retoriche dell’integrazione e alle narrazioni sulla valorizzazione della diversità sono senz’altro qualcosa su cui ragionare.
Infine ci occuperemo di gettare uno sguardo su quella fascia di giovani in condizioni di maggiore rischio e marginalità sociale, tra cui i Minori stranieri non accompagnati, con la testimonianza di Civico Zero, organizzazione che opera a favore della protezione e orientamento e promozione dei diritti di questi ragazzi.
Nel pomeriggio, al Ridotto del Teatro Comunale, a partire dalle ore 14.30, per i bambini a partire dai 5 anni, ma anche per operatori, educatori e adulti, verranno organizzati laboratori, giochi teatrali, narrazioni e musica.
Luigi dal Cin, autore per ragazzi, ci racconterà “La migrazione dei racconti: le fiabe luogo d’incontro”. Un viaggio con le favole, nei loro percorsi e luoghi, attraverso i quali le favole stesse subiscono cambiamenti e vengono modificate e arricchite dalle diverse culture.
Silvano Antonelli condurrà un gioco teatrale dal titolo “Il gioco del muro”, tema più che attuale sul quale inviterà a giocare i bambini a partire dai 5 anni. A metà tra un laboratorio teatrale e un gioco, per cercare di guardare insieme “al di là del muro”, perché quando si ha paura ci si difende costruendo un muro: un muro di mattoni e un muro di ragioni, un muro reale e un muro immaginario.
Marcello Brondi e Roberto Manuzzi saranno i protagonisti dello spettacolo di narrazione e musica dal titolo “Ruby va a scuola”, che narra la storia di Ruby Bridges, la bambina nera che a 6 anni, nel 1960 sfidò il razzismo dei bianchi a New Orleans osando iscriversi in una scuola pubblica.
L’intolleranza di un paese, il coraggio di una bambina e della sua famiglia e la solidarietà di tanti.
Nel 1960, secondo un piano di progressiva integrazione dei neri nella società americana, la famiglia di Ruby Bridges accetta di iscrivere la figlia di 6 anni alla “William Franz Elementary”, una scuola tradizionalmente frequentata esclusivamente da alunni bianchi.
Le proteste, le ritorsioni, le minacce non fermano la determinazione della madre e il coraggio di una bambina che vive l’incredibile avventura di essere la più giovane paladina in quel processo infinito che è l’integrazione degli afro-americani negli Stati Uniti.
Un Teatro lungo un giorno chiuderà alle 21.00 con uno spettacolo di e con Giuseppe Cederna “Di passi e di respiri”. “Cosa succede nelle nostre vite ‐ cosa deve succedere ‐ perché qualcosa di quello che viviamo ‐ un incontro, un avvenimento, un libro, uno spettacolo, un film, un viaggio ‐ ci tocchi così profondamente da lasciare un’impronta e diventare parte di noi?”
Con questa domanda comincia lo spettacolo di Giuseppe Cederna: un racconto che nasce dall’incontro con gli studenti delle scuole superiori di Vignola e approda sulle coste di Lesbo; un viaggio sulle orme dei pellegrini e dei camminatori erranti del nostro mondo, il ritorno nel Mediterraneo e la scoperta della poesia Home di Warsan Shire. Un grido necessario perché il coraggio, il dolore, la rabbia e la disperazione dei migranti del Mediterraneo siano un po’ anche i nostri.
Storie d’acqua e di pietra: dai sentieri di polvere dell’Himalaya alle barche dei migranti in fuga. Dall’Oscar di un piccolo grande film italiano, al miracolo dei fiumi di Ungaretti sulle rive dell’Isonzo Passo dopo passo. Incontri straordinari, naufragi, derive e illuminazioni. Sempre con la poesia nello zaino, sempre con la meraviglia delle storie: le parole giuste che illuminano la strada e scaldano il cuore.