Mercoledì 17 ottobre, alle ore 21, al Teatro degli Atti di Rimini “Ogni volta che si racconta una storia”. Ingresso libero e gratuito
RIMINI – Non poteva che essere Marco Baliani, attore, regista, scrittore, a inaugurare mercoledì 17 ottobre (Teatro degli Atti, ore 21), la decima edizione della rassegna “Biblioterapia. Come curarsi (o ammalarsi) coi libri”, dedicata quest’anno al nostro bisogno di significare il mondo attraverso il racconto, per introdurvi un senso, vincere la paura, conoscere ciò che siamo, e cosa sono gli altri.
“Mi viene da pensare – ha scritto – che forse il racconto, l’atto orale del narrarsi, per sua natura, è sempre debitore della speranza, racchiude un senso di alternativa alla morte.”
Con la sua maestria di narrattore, Marco Baliani ci accompagnerà in una narrazione/spettacolo, sulle tracce di “Ogni volta che si racconta una storia” (Laterza, 2017). Nel suo ultimo libro Baliani, che nel 1989 ha dato vita al teatro di narrazione con lo spettacolo Kohlhaas, parte dalla capacità antropologicamente inscritta nel nostro Dna di raccontare e ascoltare storie traendone piacere e nutrimento, mettendo in moto un corpo che si fa voce, rendendo visibile l’invisibile fino ad esplorare quello speciale allenamento artistico che permette a un racconto di convocare un pubblico di ascoltatori.
Attraverso una parola creatrice che è tutta corporea: “Quando narro una fiaba – scrive Baliani – raggiungo uno stato di felicità piena che nessun altro spettacolo teatrale mi ha mai dato, sento che sono un tutt’uno con quell’aquila […]. Non è una precisa imitazione pantomimica dell’animale, è invece la cattura del suo cuore pulsante, la sua aquilosità”.
Parola capace di far rivivere a chi lo ascolta l’antica esperienza di quando, davanti al fuoco, si stava stretti insieme, ammaliati da “quella voce che ci riempie di uno stupore conosciuto, quello del ritrovamento”.
Marco Baliani Attore, autore e regista. Con lo spettacolo Kohlhaas del 1989, attraverso un originale percorso di ricerca, dà vita al teatro di narrazione che segna la scena teatrale italiana. Figura eclettica e complessa del teatro italiano contemporaneo, ha sperimentato drammaturgie corali creando spettacoli-evento per molti attori, come Come gocce di una fiumana (premio IDI per la regia), o Antigone delle città, spettacolo di impegno civile sulla strage di Bologna del 2 agosto, o ancora dirigendo progetti come I Porti del Mediterraneo con attori provenienti da diversi paesi dell’area mediterranea. Per il cinema è stato diretto da registi quali Francesca Archibugi, Roberto Andò, Saverio Costanzo, Cristina Comencini e Mario Martone. Tra i lavori più recenti, la regia e la scrittura del testo per lo spettacolo Decamerone. Vizi virtù passioni e Giocando con Orlando (anche interprete) con Stefano Accorsi. Come attore e autore, insieme a Maria Maglietta, ha realizzato lo spettacolo Identità.
Negli ultimi due anni ha firmato come autore librettista e regista le opere liriche contemporanee Il sogno di una cosa e Corpi eretici, su musiche di Mauro Montalbetti. Nel 2015, nella ricorrenza del centenario del primo conflitto mondiale, è protagonista dello spettacolo Trincea, per cui ha vinto il premio Enriquez come migliore interpretazione. Nel 2016 è regista e autore, con Lella Costa, dello spettacolo Human. Come scrittore ha pubblicato romanzi, racconti e saggi tra cui Ho cavalcato in groppa ad una sedia (Titivillus edizioni, 2010) e per la Rizzoli Corpo di stato: il delitto Moro (2003); Pinocchio Nero. Diario di un viaggio teatrale (2005); L’Amore Buono (2006); Nel Regno di Acilia (2013), La metà di Sophia (2008), e L’occasione (2013). Nel 2017, per i tipi di Laterza, Ogni volta che si racconta una storia.