L’appuntamento è a Bologna, al Mambo, il 16 marzo a partire dalle 18.00 per celebrare l’acquisizione museale dell’opera d’arte visiva realizzata da Giovanna Ricotta, datata 2016, dal titolo: “Non sei più tu, azione 02”.
Era il 12 maggio del 2016 quando Giovanna Ricotta eseguì al Mambo l’azione performativa a cura di Silvia Grandi e Fabiola Naldi: un lungo tappeto di carta di cotone si dipanava nell’ampio salone del museo. Qui, il corpo dell’artista procedeva più volte in avanti e indietro, tracciando e imprimendo con la sua gestualità e attraverso la polvere di grafite segni astratti che connettevano idealmente presente e passato. All’estremità finale di questo percorso, a rappresentare la performance che si stabilizzava in un corpo scultura, si trovava l’opera Non sei più tu (2015): un’urna nera, dalle forme morbide, realizzata tramite tecniche di stampa 3D. L’enigmatica struttura monocroma occultava volutamente al pubblico il suo contenuto: il “corpo assente”. Il nucleo interiore dell’artista, composto di polvere di grafite, era racchiuso al suo interno. A chiudere l’urna, una calotta che, se sollevata, svela il segno grafico GR inciso in oro.
Oggi il Museo bolognese acquisisce l’opera di video art che andrà quindi a far parte della collezione permanente del Mambo. Giovanna Ricotta sarà protagonista di una conferenza a ingresso libero che, a partire dalle ore 18.00, alla presenza dell’autrice, vedrà convergere su di lei e sul suo lavoro i ragionamenti e gli interventi di Lorenzo Balbi: Direttore Museo Mambo; Silvia Grandi: Critica d’Arte e docente Unibo; Fabiola Naldi: Critica d’Arte e docente Ababo; Giorgio Chinea Canale: Gallerista di Giovanna Ricotta.
E se Bologna acquisisce il video della performance, Padova ne celebra invece i reperti, ospitando l’archeologia performativa: gli oggetti – reperti a testimonianza dell’azione svoltasi nel 2016.
Tre fotografie monumentali, a testimonianza della performance realizzata al Mambo, sono ora curati del gallerista padovano di Giovanna Ricotta, Giorgio Chinea Canale, che proprio dal 16 marzo a Padova le esporrà nella sua galleria bow window in Galleria Cappellato Pedrocchi. A completare l’esposizione anche l’Urna, il luogo sintattico testimonianza morfologica dell’azione performativa di Ricotta. Il corpo scultura dell’artista.
Le due operazioni attivano quindi un cortocircuito a sua volta performativo: il corpo dell’artista che diventa opera d’arte, traslato nella dimensione visiva e reificato in nome di un’assenza-presenza ubiqua.
Giovanna Ricotta, una e trina.
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