BOLOGNA – Modena, Reggio Emilia e Parma: un sopralluogo nei territori delle province emiliane più colpite dall’ultima ondata di maltempo. Sette le tappe, oggi, in cui Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, ha incontrato gli amministratori.
“Era doveroso essere qui per supportare le amministrazioni comunali negli interventi di ripristino- ha commentato-. Diverse le criticità sulla viabilità, in alcuni casi interrotta o danneggiata a causa della gran quantità di materiale sovralluvionato che ha invaso strade, spesso in corrispondenza degli attraversamenti e dei tratti tombinati. Grazie agli interventi realizzati negli scorsi anni e al funzionamento delle casse- ha aggiunto Priolo-, i fiumi hanno retto ai colmi di piena. Stiamo iniziando con i Comuni la ricognizione dei danni per poter poi avviare un’interlocuzione con il Dipartimento nazionale di Protezione civile, ai fini della richiesta dello stato di emergenza nazionale”.
L’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile ha già dato il via ad alcuni interventi di risagomatura degli alvei e di rimozione del materiale trasportato dalle piene, in somma urgenza; altri ne partiranno nei prossimi giorni.
Prima tappa, in mattinata, Polinago, sull’Appennino modenese, dove Priolo ha incontrato in municipio la sindaca, Simona Magnani; presenti anche la direttrice dell’Agenzia regionale, Rita Nicolini, e il presidente della provincia, Fabio Braglia. Ai sopralluoghi sul territorio comunale è seguito il trasferimento a Prignano sulla Secchia insieme al sindaco, Mauro Fantini. Dal modenese al reggiano: terza tappa Scandiano, con una delegazione della giunta comunale, poi Rubiera, nel primo pomeriggio, con il primo cittadino, Emanuele Cavallaro, e Vezzano sul Crostolo. Infine, nel parmense, la tappa a Lesignano de’ Bagni con il sindaco, Andrea Borchini – presente anche il presidente della provincia, Andrea Massari – e successivamente a Neviano degli Arduini, con la sindaca, Raffaella Devincenzi.
Il punto per provincia
Modena
L’evento meteo, particolarmente intenso, ha generato quattro diversi colmi di piena che, nelle sezioni appenniniche e collinari a monte della cassa d’espansione del Secchia, hanno raggiunto in alcune sezioni massimi storici mai registrati (ponte Veggia, Rubiera Tresinaro, ponte SS9) superando abbondantemente la soglia 3. La stessa cassa d’espansione del fiume Secchia ha superato il suo livello massimo raggiunto in occasione della piena del dicembre 2020. L’evoluzione della piena, a valle della cassa, ha determinato livelli superiori alla soglia 3 fino a ponte Bacchello, rendendo necessaria la collaborazione del volontariato di Protezione civile per il monitoraggio degli argini. Chiusi (e poi riaperti) i ponti di Modena e della Bassa. Attualmente la piena è in lento esaurimento nel tratto arginato. Si sono verificati, inoltre, allagamenti estesi nell’area dei laghi Curiel, a Campogalliano.
Numerosi i dissesti idrogeologici che si sono verificati a partire dalla giornata di lunedì 24 (frane, piene di rii minori), e che hanno causato allagamenti diffusi, interruzioni alla viabilità e isolamento di abitazioni, rendendo necessaria anche l’evacuazione di alcune famiglie. L’Ufficio territoriale di Modena dell’Agenzia regionale è intervenuto con urgenza su tre situazioni particolarmente critiche nei comuni di Serramazzoni, Prignano e Polinago. A supporto delle attività di monitoraggio degli argini e di diversi interventi su tutto il territorio montano, collinare e di pianura, sono state coinvolte 37 associazioni di volontariato di Protezione civile, con un impiego (a oggi) di più di 350 volontari, sempre sotto il coordinamento della Consulta provinciale del Volontariato di Protezione civile di Modena.
Reggio Emilia
Nella zona della media montagna, nell’arco di 48 ore, sono caduti tra i 150 e i 200 millilitri di pioggia. I problemi principali si sono verificati nel reticolo minore di torrenti e corsi d’acqua di collina e montagna e, via via, hanno alzato il livello dei quattro corsi d’acqua principali, Secchia, Tresinaro, Crostolo ed Enza. In particolare, si sono verificate piene di portata storica per il Tresinaro e il Crostolo.
Tra il pomeriggio di lunedì (quando hanno cominciato a verificarsi piccole frane e smottamenti) e martedì mattina si sono svolte sei riunioni del Centro coordinamento dei soccorsi con la Prefettura. 20 i Centri operativi comunali aperti. Sul campo, circa 250 volontari di Protezione civile reggiani più altre 7 squadre arrivate da fuori provincia. Si sono aggiunti anche 15 Vigili del Fuoco da fuori provincia, per assicurare ulteriore supporto. Tutti i tecnici dell’Agenzia regionale sono stati impegnati per il servizio di piena sul torrente Tresinaro e nei sopralluoghi sul territorio.
Parma
Molto colpita dal maltempo la zona est della provincia, principalmente i comuni di Neviano degli Arduini, Lesignano de’ Bagni e Traversetolo, con l’ingrossamento dei corsi d’acqua secondari. I danni più importanti in Val Termina, con l’omonimo torrente, e a Mulazzano Ponte, dove si sono verificati allagamenti. In Val Termina, in particolare, sono stata allagate le attività produttive, soprattutto in località Isolanda. Criticità hanno riguardato anche il Rio Riccò e il torrente Scodogna, affluenti del Taro.
Dall’inizio dell’ondata di maltempo, sono stati impiegati 250 volontari di Protezione civile e attivati 23 Coc (Centri operativi comunali); circa 50 le persone isolate e circa 150 utenti senza energia elettrica. Una settantina gli interventi di assistenza alla popolazione gestiti dai volontari, in supporto ai Vigili del Fuoco.