Per domani, lunedì 28 ottobre, l’allerta resta arancione per criticità idraulica nella pianura piacentina-parmense e nel ferrarese, sulla costa, a causa della piena del Po, gialla nelle aree della pianura reggiana e modenese per il passaggio della piena del fiume Secchia e nel ferrarese, verde in tutto il resto dell’Emilia-Romagna.
La situazione nei territori
È la frana a Cà di Sotto, nel bolognese, nel Comune di San Benedetto Val di Sambro in questo momento il maggiore problema di carattere idrogeologico. La frana si è riattivata dopo aver interessato la zona una trentina di anni fa: è lunga un chilometro e mezzo, con un fronte largo 300 metri in progressivo movimento. In via precauzionale sono state evacuate nelle ultime ore una settantina di persone a monte e a valle della frana. Al lavoro una decina di idrovore (di varie provenienze, tra cui Consorzio di bonifica, Misericordia, Aspi) per contenere l’innalzamento del livello del vicino invaso. Si stanno cercando tubazioni di grosse dimensioni per intervenire sulla portata del Sambro e garantirne lo scorrimento: le condotte già presenti infatti sono state danneggiate dall’avanzamento della frana.
Nel reggiano, parmense e modenese si è rientrati sostanzialmente alla normalità.
In provincia di Reggio Emilia proseguono i lavori di pompaggio delle acque nella zona di Novellara e man mano i volontari procedono con la fase delle pulizie. Ha chiuso di centro di accoglienza di Cadelbosco.
Nel ferrarese permane critica la situazione nella località di Campotto nel comune di Argenta, interessata nei giorni scorsi da una rottura arginale, non ancora chiusa per le difficoltà a raggiungere con i mezzi la zona, che risulta ancora allagata. Tra Ferrara e Bologna si procede con lo svuotamento del Cavo Napoleonico (Reno) rallentato dalla piena di Po e dalla saturazione dei canali di bonifica.
L’esercito sta ancora operando a San Lazzaro di Savena e a San Benedetto Val di Sambro (dove ha messo a disposizione un’idrovora sul luogo della frana).
Gli evacuati
Il numero delle persone in carico al sistema pubblico di protezione civile è pari a 20 unità, mentre 129 persone sono alloggiate presso alberghi, appartamenti, strutture approntate dai Comuni. Gli evacuati, anche desunti dalle ordinanze dei Comuni, sono 2.765, di cui 953 nel bolognese (il numero più consistente di 474 persone è a Budrio), 192 in provincia di Parma (San Secondo Parmense, Fornovo di Taro) e 1.620 in provincia di Reggio Emilia (Cadelbosco di Sopra, Bagnolo e Gualtieri). Per molti di loro è previsto il rientro nelle loro abitazioni già nelle prossime ore.
Il volontariato di protezione civile
Nella giornata di ieri sono state allestite dal volontariato di protezione civile una postazione sanitaria a cura di ANPAS a San Lazzaro di Savena, in località Farneto, e un ambulatorio mobile sanitario con sala visite e un gazebo a cura di Croce Rossa a Pianoro, località Botteghino di Zocca (vedi foto allegata).
Operativi sul territorio circa 350 volontari. Circa 200 appartengono alle colonne mobili delle Regioni rimaste a supporto (Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Provincia autonoma di Trento), a cui si aggiungono le Colonne mobili delle organizzazioni nazionali del volontariato (altri 90 volontari) e i volontari della Regione Emilia-Romagna.
L’allerta
Per lunedì 28 ottobre non si prevedono fenomeni meteorologici significativi. La piena del Secchia, in attenuazione, transiterà lungo il tratto a valle con livelli idrometrici ancora superiori alle soglie 1. La criticità idraulica nella pianura reggiana è riferita ai problemi presenti nel reticolo di bonifica. Non si escludono occasionali fenomeni franosi sui versanti del settore montano caratterizzati da condizioni idrogeologiche particolarmente fragili.
La criticità idraulica sulle pianure rivierasche di Po è riferita al transito della piena, con livelli superiori alle soglie 2 nell’asta occidentale e nei rami deltizi, dove è ancora in corso l’esaurimento della piena precedente, e superiori alle soglie 1 nell’asta centro-orientale.
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