Modena

Maltempo, chiedere al Governo stato di emergenza

Il sindaco ha riferito al Consiglio comunale sugli eventi del fine settimana. Ringraziamento a tutto il personale impegnato nella gestione di ore difficili in cui sono caduti 120 mm di pioggia in due giorni

MODENA – Un’informativa al Consiglio Comunale per fornire ai consiglieri comunali dati e considerazioni sull’ondata di maltempo che in questi giorni ha caratterizzato anche Modena.

Il sindaco, partendo da un ringraziamento a tutti coloro che hanno lavorato nel sistema dell’emergenza, ha circoscritto il fenomeno atmosferico spiegando che tra sabato 19 e domenica 20 ottobre si è abbattuta su Modena pioggia per complessivi 120 mm, lo stesso quantitativo che cade mediamente negli interi mesi di ottobre e novembre (tra i più piovosi), un quinto delle intere precipitazioni annue (la media è intorno ai 600mm).

Questo gigantesco e infinito temporale ha determinato quindi allagamenti di scantinati e garage, in alcuni casi anche di abitazioni al piano terra perché, essendo i canali di scolo già pieni, il sistema fognario non ha potuto drenare con sufficiente velocità l’acqua caduta in ambito urbano in alcuni punti della città. Non potendo scolare, l’acqua ha ristagnato o ha addirittura rigurgitato.

Passata la fase acuta, il sindaco ha auspicato che venga richiesto e concesso lo Stato di Emergenza dal Governo per ottenere il rimborso dei danni; se sarà così il Comune attiverà la procedura per le segnalazioni dei privati volte a ottenere rimborsi ai cittadini.

In questi mesi, da quando si è insediata l’Amministrazione Comunale due sono state le allerte rosse e una quella arancione. Fenomeni che si stanno ripetendo con una frequenza ravvicinata e che sono frutto di un cambiamento climatico che determina fenomeni estremi in un territorio che non è stato adattato a questo tipo di eventi.

Dopo aver riepilogato gli interventi attuati sulla viabilità e in soccorso della popolazione, tra distribuzione di sacchi di sabbia e coordinamento con i Vigili del fuoco per lo svuotamento di locali pieni d’acqua, è stata ricordata anche l’attività di monitoraggio sui fiumi e il livello ragguardevole raggiunto dal Secchia a Ponte Alto con m.10,46 nel pomeriggio di domenica 20 ottobre. I lavori svolti negli ultimi anni sugli argini, le casse di espansione (quella del Secchia ha invasato 10milioni di metri cubi d’acqua), hanno svolto un ruolo determinante anche in questa occasione.

Le piene si stanno ora esaurendo e il fronte critico della giornata di lunedì 21 ottobre è quello della frazione di Albareto dove la combinazione di alcuni fattori – la piena del Po con il Panaro che non riesce a scaricare a valle e appesantisce ancora di più il Naviglio – determina importanti rigurgiti d’acqua che hanno allagato le campagne e stanno lambendo l’abitato e alcune importanti aziende. Per affrontare la situazione sono impegnate diverse pompe idrovore di grande portata per complessivi circa 60.000 metri cubi all’ora.

L’ultimo passaggio dell’informativa è stata dedicata ad alcune considerazioni finali e alla necessità di sostegno e finanziamenti nazionali, perché la scala a cui intervenire non è quella delle manutenzioni, ma delle grandi strategie trasformative che richiedono risorse straordinarie e ingenti.

Tutto questo affrontando questo processo con parole di verità perché il maltempo e i disastri sono sempre avvenuti, ma è innegabile che ora stiano colpendo il nostro territorio e tutto il Paese con una frequenza e un’intensità inaudite. Vuol dire che la difesa del territorio andrà interamente riprogettata perché non sappiamo cosa ci attende. Nel breve e medio periodo sono necessarie ulteriori e straordinarie opere idrauliche come casse di espansione e bacini di laminazione oltre ai rinforzi arginali. Ma sul medio/lungo periodo i modelli di sviluppo e antropizzazione seguiti finora non sono più sostenibili nello scenario climatico che si va delineando e di cui le emissioni in atmosfera di gas serra sono la principale causa.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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