CESENA – La magia sta per compiersi. Venerdì 6 maggio, a partire dalle ore 22, le lucciole saranno protagoniste al teatro “Alessandro Bonci”, e non solo. Per la prima volta infatti Italia, Spagna e Canada trasmetteranno contemporaneamente l’ultimo grande ambizioso progetto di ricerca visiva e sonora sviluppato dall’artista visionario Anton Roca. L’atteso evento si compone di due parti: Aspettando lo spettacolo, momento iniziale, della durata di un’ora, in cui il pubblico sarà invitato ad entrare in sala per intrattenersi con la visione di un filmato del paesaggio collinare di San Romano al momento del tramonto. Durante questo approccio graduale, è previsto un intervento in diretta dell’artista che conversa con degli ospiti sul progetto e sulle lucciole. Eventualmente, potrà essere aperto un canale di dialogo con il pubblico. La seconda parte, intitolata Performance, sarà invece costituita dalla simultanea proiezione dei video preregistrati, utilizzati dal software per la traduzione notale, e dall’emissione spaziale dei suoni corrispondenti, emessi dal Disklavier. Anton Roca selezionerà con cura i video che il software leggerà e trasformerà in note sul pianoforte a coda MIDIficato da Avatar, in Quebec City. Così, in tutta la loro poesia dinamica, le lucciole offriranno un concerto per pianoforte e proiettore digitale e il pubblico assisterà all’ascolto e alla visione della precarietà delle lucciole nel paesaggio contemporaneo.
Le lucciole sono sempre state presenti nella vita di Anton Roca. “Ricordo – commenta l’artista – le sere di tarda primavera e di inizio estate quando il progredire di questo mistero cangiante nell’aria illuminata dalle stelle mi assorbiva già completamente da bambino. Tuttavia, a partire dagli anni ‘60 il passaggio a sistemi di allevamento basati sull’uso indiscriminato di erbicidi e pesticidi ha avviato il loro lento declino. La loro presenza e il loro numero sono diminuiti, anno dopo anno”. Nel 2010, appena arrivato nel piccolo paese di San Romano, l’artista ha costruito il suo studio e il centro d’arte Rad’Art prendendosi cura del terreno accanto all’edificio. Con il tempo, le lucciole sono ritornate. Ad ogni primavera degli ultimi cinque anni, delle luci irregolari brillano in costellazioni sulle colline circostanti. Il paesaggio diventa teatro della danza fragile e spettrale delle lucciole. Questa coreografia frenetica e aerea è eseguita da lucciole maschi, mentre le femmine rimangono a terra in scintille verde brillante. Nella loro sensuale danza di accoppiamento, i due sessi evocano la passione, la caducità e l’evanescenza della vita.
Per la realizzazione di questo progetto, gli impulsi luminosi in movimento sono stati ripresi in video e fotograficamente. Successivamente, durante una residenza ad Avatar nel mese di ottobre 2018, è stato sviluppato un software con l’obiettivo specifico di analizzare lo sfarfallio luminoso di questi coleotteri della famiglia dei Lampiridi. Grazie al software, ogni impulso luminoso nell’inquadratura video trova una corrispondenza con un suono. Un valore notale sulla partitura che tiene conto dell’intensità luminosa, della durata e della profondità. Nonché della dimensione, determinata dalla posizione prossima, vicina o lontana dell’impulso luminoso rispetto all’obbiettivo di ripresa. Il software sviluppato traduce questa partitura in suoni digitali e, contemporaneamente, comunica con l’hardware speciale del pianoforte MIDIficato (Disklavier) che li trasforma in suoni analogici eseguendoli, in modo simultaneo, sulla tastiera. Il suono emesso dal pianoforte è accompagnato dal movimento dei tasti che agiscono, come per magia, da soli. Lo spartito è dunque scritto dalle lucciole in tempo reale e definito con precisione dalla iniziale posizione e dal movimento spaziale, registrato dalla video ripresa e dalla macchina fotografica, delle lucciole nel paesaggio. Quindi, si tratta di uno spartito tridimensionale e di una relazione con lo spazio. Di conseguenza, la trascrizione degli impulsi luminosi in degli impulsi sonori, dovrà attenersi, per restituire all’ascolto la tridimensionalità della visione, agli stessi principi che governano lo spazio euclideo in cui ogni punto dello spazio tridimensionale è determinato da tre coordinate: x, y e z. Vale a dire, larghezza, profondità e altezza.
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