FERRARA – Nell’ambito delle sue riproposizioni documentarie legate alle tradizioni rurali, quest’anno il Maf – Centro di Documentazione del ripristinerà l’antica pratica delle croci di maggio, che un tempo veniva attuata per proteggere i frutti della terra e, in particolare, il raccolto per eccellenza, quello del grano. Le croci venivano (e, in parte, vengono ancora oggi) apposte sulla sommità dei campi di grano il 3 maggio di ogni anno, popolarmente conosciuto come “Giorno di Santa Croce”.
Al Maf verrà ripristinata proprio l’antica pratica cerimoniale che un tempo si effettuava con l’impiego dei fusti legnosi della canapa, già liberati della fibra. Si utilizzava un fusto lungo per il braccio verticale e uno più corto per quello orizzontale. Con la roncola si praticava un’incisione nella parte alta del braccio verticale per potervi inserire il braccio orizzontale con un ramoscello di ulivo, benedetto dal parroco la Domenica delle Palme. Alcuni collocavano anche un frammento della candela che veniva distribuita in chiesa il 2 febbraio, giorno della Purificazione di Maria, popolarmente conosciuto come “giorno della Candelora”.
La tradizione delle croci è molto antica e si collega alla celebrazione del ritrovamento della Croce di Cristo (“Invenctio Sanctae Crucis”), avvenuto in data imprecisata, oscillante dai primi anni della sua morte al 335 dopo Cristo.
La pratica prevedeva una croce per ogni campo di grano; dopo il raccolto, non doveva essere assolutamente distrutta: soltanto la forza della natura avrebbe potuta distruggerla. I pochi contadini che ancora la praticano, essendo scomparsa la coltivazione della canapa, impiegano canne palustri o rami d’albero. Il Maf si avvarrà invece dei fusti legnosi della canapa conservati nella sua struttura museale.