A battagliare in questa edizione sono una coppia di scienziati della politica. A guidare l’accusa sarà il politologo dell’Università di Bologna Carlo Galli, la difesa sarà condotta da Maurizio Viroli dell’Università di Princeton negli Stati Uniti. Presidente del Tribunale Gianfranco Miro Gori, fondatore del Processo, Presidente di Sammauroindustria.
Lo scenario dell’evento è sempre la Torre di pascoliana memoria a San Mauro Pascoli, luogo dal forte carico simbolico: amministrata da Ruggero Pascoli, padre di Giovanni Pascoli, ucciso da ignoti proprio il 10 agosto del 1867.
Il verdetto del Processo viene emesso dal pubblico presente munito di paletta. L’organizzazione è di Sammauroindustria.
Perché processare Machiavelli
Il pensiero politico di Machiavelli è tornato prepotentemente d’attualità alla luce di un percorso di personalizzazione della politica esploso nel corso dell’ultimo ventennio, non solo in Italia. Il ruolo del leader che si fa interprete delle masse e ne cavalca gli umori, l’uso spregiudicato del potere: sono tutti temi al centro del pensiero politico di Machiavelli.
Come afferma l’accusatore Carlo Galli: “Machiavelli è il primo a percepire la politica moderna come crisi, conflitto, distruzione e creazione di ordinamenti. Per lui la politica è la dimensione nella quale tutti problemi umani e tutte le contraddizioni alla fine si manifestano con urgenza non differibile: dove tutti i nodi vengono al pettine e chiedono di essere decifrati e decisi. Un tribunale senza appello, una lotta senza premi di consolazione […]”. Prosegue Galli: “La sua audacia, la sua novità rivoluzionaria sono ammirevoli ma resta una domanda se la sua prestazione scientifica e politica non sia forse fin troppo grande, se la sua indicazione politica per l’Italia – ripresa più volte con forza nel XX secolo – non sia fin troppo impegnativa. Più utopistica che realistica, dopo tutto”.
Per il difensore Maurizio Viroli è giunto il momento di stabilire una volta per tutte la grandezza di Machiavelli: “Nei secoli Niccolò Machiavelli è stato accusato di essere maestro del male, servo dei Medici, fautore della tirannide, ammiratore del paganesimo antico e spregiatore del cristianesimo, teorico del primato della forza sul diritto e dell’autonomia della politica dall’etica, assertore della potenza imperiale e della conquista… Ad un esame attento dei suoi scritti nessuna accusa regge. Sono tutte ispirate da odio ideologico, da bassezza morale o da semplice ignoranza. Più ancora dei suoi scritti, la sua vita è la prova più eloquente della sua grandezza morale e politica”.
Un po’ di storia del Processo del 10 agosto
Promosso da Sammauroindustria, il Processo è nato nel 2001 dall’idea di riaprire il caso sull’omicidio del padre del Poeta, Ruggero Pascoli, assassinato in un agguato il 10 agosto del 1867. Da quella prima intuizione si sono susseguiti, il 10 agosto di ogni anno, altri Processi su personaggi che hanno fatto la storia della Romagna (e non solo): il Passatore di Romagna (2002), La cucina romagnola (2003), Mussolini (2004), Mazzini (2005), Secondo Casadei (2006), Garibaldi (2007), Togliatti (2008), Badoglio (2009), il Romagnolo (2010), Cavour (2011), Processo d’Appello Pascoli (2012), Rubicone (2013), Pellegrino Artusi (2014), Il ’68 (2015), Giulio Cesare (2016), Rivoluzione Russa (2017), 5 Marce su Roma (2018).
Chi sono i protagonisti del Processo.
Carlo Galli è stato professore ordinario di Storia delle dottrine politiche presso il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna. Si è occupato di storia del pensiero politico moderno e contemporaneo, pubblicando articoli e libri – tradotti in diverse lingue – sulla Scuola di Francoforte, sui controrivoluzionari cattolici, su Machiavelli, Gentile, Hobbes, Weber, Arendt, Strauss, Voegelin, Löwith, Jünger, Schmitt, Vitoria. Si è inoltre dedicato ad una serie di ricerche su alcuni concetti-chiave del pensiero politico (autorità, rappresentanza, tecnica, Stato, guerra, totalitarismo, modernità, nichilismo, globalizzazione, multiculturalismo, destra/sinistra). E’ direttore della rivista “Filosofia Politica”; dirige diverse collane presso gli editori Laterza e Il Mulino, e altre case editrici. Ha presieduto il Consiglio Editoriale della editrice Il Mulino, e la Classe di Scienze Morali dell’Accademia delle Scienze di Bologna; è ora presidente della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna e membro del Comitato direttivo dell’Associazione Il Mulino. Collabora a diversi periodici di politica e cultura. Dal 2013 al 2018 è stato deputato al Parlamento. E’ “Professore dell’Alma Mater”.
Maurizio Viroli è Professore Emerito dell’Università di Princeton, Professor of Government all’Università del Texas (Austin) e Professore di Comunicazione politica all’Università della Svizzera Italiana (Lugano). Si è laureato in filosofia all’Università di Bologna e ha conseguito il dottorato in Political and Social Sciences all’Istituto Universitario Europeo di Firenze. Ha insegnato e svolto attività di ricerca nelle università di Cambridge (Clare Hall), Georgetown (Washington, D.C.), Trento, Campobasso, Ferrara, Urbino, San Marino, degli Emirati Arabi Uniti e di Brisbane, nonché all’Institute for Advanced Study di Princeton, alla Scuola Normale Superiore di Pisa, all’European University Institute of Firenze (Jean Monnet Fellow), al Collegio di Milano, alla Scuola Superiore di Amministrazione dell’Interno, all’Institute of Humanities and Social Science di Pechino e al Collège de France.
Ha ricevuto l’onorificenza di Ufficiale della Repubblica Italiana per meriti culturali. Ha promosso e diretto numerosi progetti di educazione civica nelle scuola italiane. Dirige il Laboratorio di Studi Civili dell’Università della Svizzera Italiana e ha diretto il Master in Civic Education dell’associazione Ethica (Asti), di cui è stato anche fondatore. È stato consulente della Presidenza della Repubblica durante il settennato di Carlo Azeglio Ciampi ed ha coordinato il Comitato per la valorizzazione della cultura della Repubblica presso il Ministero dell’Interno. È stato un consulente per l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
Gianfranco Miro Gori. Detto Miro, in ricordo dello zio materno partigiano della 29ª Brigata Gap “Gastone Sozzi”, è nato e cresciuto a San Mauro Pascoli, comune di cui è stato sindaco. Ha scritto testi poetici, letterari e saggistici, ma soprattutto si è occupato di cinema, sia sul versante della critica e della storia del cinema, sia su quello dell’organizzazione della cultura cinematografica. Ha ideato e diretto la cineteca di Rimini, organizzato festival (Riminicinema e Anteprima per il cinema indipendente), manifestazioni culturali in Italia e all’estero (tra le altre “Rimini et le cinéma” al Centre Pompidou), collaborato a opere collettive, quotidiani e riviste, e scritto un certo numero di saggi tra cui, tra i primi in Italia, un gruppo dedicato ai rapporti cinema e storia. I suoi ultimi libri sono: Le radici di Fellini romagnolo del mondo (Il Ponte Vecchio, 2016), Il cinema nel fascismo (curatela con Carlo De Maria, Bradypus, 2017), Rimini nel cinema. Immagini e suoni di una storia ultracentenaria (Interno4, 2018), Cinema e Resistenza. Immagini della società italiana, autori e percorsi biografici dal fascismo alla Repubblica (curatela con Carlo De Maria), (Bradypus, 2019). Nel 2001 ha fondato il Processo del X agosto nella Torre.
Processo a Machiavelli
Carlo Galli (accusa) – Maurizio Viroli (difesa)
Il verdetto sarà emesso dal pubblico presente
Sabato 10 agosto ore 21.00
La Torre-Villa Torlonia a San Mauro Pascoli (FC)
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