A Macfrut è stato il giorno della fragola

172

Due appuntamenti con Strawberry talks sul frutto simbolo dell’edizione 2017. E ancora, le opportunità con l’Angola, il progetto del nocciolo. Domani (venerdì 12 maggio 2017) presentazione di Macfrut 2018

Strawberry Talk 1RIMINI – A Macfrut è stato il giorno della fragola al centro di un doppio appuntamento “Strawberry Talks” organizzato da Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) e Image Line, nell’ambito della kermesse dedicata all’ortofrutta in Fiera a Rimini.

“La fragola è un frutto che decine di anni fa aveva avuto un gran sviluppo, soprattutto in Romagna – ha aperto il convegno Renzo Piraccini, presidente di Cesena Fiera – poi anche in Italia. Ma subito dopo ha avuto un tracollo. Si produceva poco perché non si vendeva più. Ora, da problema sta diventando nuovamente un’opportunità. La Basilicata, per esempio, è rinata con la produzione della fragola. Per questo motivo abbiamo pensato di prenderla a simbolo del Macfrut 2017. Fragola come riscatto di tutto il settore dell’ortofrutta”.

Il convegno puntava sull’innovazione varietale e sull’immenso lavoro che stanno facendo i vari gruppi di ricerca in tutta Europa per mettere a punto un tipo di varietà che resista a temperature molto fredde e si adatti a vari tipi di terreno. L’obiettivo è di ottenere una continuità stagionale della fragola sul mercato dando la possibilità ai consumatori di acquistare fragole sia d’estate che d’inverno. Una scelta non semplice, è stato spiegato dai relatori, dal momento che è probabile che da 200 selezioni, se si è fortunati, si arriverà a una sola varietà. I tempi di lavoro e di ricerca sono molto lunghi e complicati.

“La Melissa – ha spiegato Nicola Tufaro (Nova Siri Genetics) – è nata nel 2010, quindi 7 anni fa, ma era stata concepita ben 4 anni prima. E solo nell’ultimo anno sta diventando una realtà sul mercato”.

Jesus Medina di Ifapa, Huelva, ha illustrato le tendenze legate alle varietà adatte agli ambienti mediterranei, mentre Bruno Mezzetti dell’Università Politecnica delle Marche ha completato il panorama illustrando il miglioramento genetico per varietà adatte agli ambienti continentali.

Al termine della prima sessione è stato sviluppato un talk show dedicato alle novità del breeding fragola a cui ha partecipato un gruppo di costitutori formato da Gianluca Baruzzi di Crea Frutticoltura, Michele Montanari, Raggi e Geoplant-New Fruits, Emilio Fuertes, Planasa, Carmen Leida, Mazzoni, Salvi e Tagliani-Civ, Bruno Mezzetti dell’Università Politecnica delle Marche e Nicola Tufaro di Nova Siri Genetics.

“L’innovazione varietale è un ambito di sempre maggior interesse per tutti gli operatori del settore – ha affermato Gianluca Baruzzi di Crea Frutticoltura – in primis per i produttori ma anche per i vivaisti, gli operatori commerciali, fino ad arrivare al consumatore che comincia a riconoscere le diverse varietà nel prodotto che acquista”.

Tra le altre varietà che sono state citate ci sono la Murano, varietà di fragola con grande adattabilità al terreno e che trova riscontro positivo soprattutto nelle zone in cui i tempi di raccolta sono lunghi. La Candonga, varietà rustica, con una buona resilienza, buon sapore, alta qualità. Si contraddistingue dalle altre fragole perché ha una buona conservazione e soprattutto richiede pochi trattamenti fitosanitari perchè è resistente. È una fragola sostenibile. La Melissa è una fragola di grande lucentezza e con ottime qualità nutriceutiche. La sua forza è la precocità abbinata alla qualità. Quest’anno, per esempio, a guadagnare sono stati solo i produttori che avevano fragole con queste caratteristiche. Il primo raccolto, quello più precoce, ha avuto un’ottima resa in termini economici, poi il resto del raccolto ha dato poco. I produttori hanno fatto fatica a coprire le spese.

Nel pomeriggio il talk show
“In questi ultimi anni la fragola sta funzionando bene sul mercato ma non deve abbassare la guardia e la sua sfida futura riguarda, soprattutto, la capacità di comunicare meglio la sua salubrità e le sue qualità nutritive”. A esaminare il mercato e il consumo del frutto eletto a regina nella 34esima edizione di Macfrut è stata la seconda parte del convegno “Strauberry Talks”.

Paolo Bruni del Cso ha fornito qualche numero relativo alla produzione della fragola. “In Italia sono 3640 gli ettari coltivati a fragole e l’80% riguarda la coltivazione protetta – ha spiegato – Non ci sono quasi più campi all’aperto dove le fragole devono combattere con le variazioni meteorologiche e gli attacchi parassitari. Quindi oggi come oggi le fragole hanno molto meno residui da trattamenti fitosanitari”. “Solo in Basilicata – è intervenuto Luca Braia della Regione Basilicata – sono 1000 gli ettari coltivati a fragola per un fatturato pari a 80 milioni di euro. Un settore che coinvolge 11 mila addetti. Siamo stati bravi anche a comunicare e a fare marketing sul brand Candonga. Talmente bravi che non è più il territorio a dare valore alla fragola, ma la fragola al territorio”.

Intervento incentrato sul futuro della fragola quello di Mike Knowles (Fruitnet Media International). “Se l’Italia cresce del 10% nell’export, Messico ed Egitto vanno fortissimo raggiungendo il 30%. E’ necessario quindi – ha spiegato Knowles – guardare a quei mercati che potrebbero essere ancora più ricettivi al prodotto italiano. Primo fra tutti la Norvegia che paga molto bene le fragole e per ora non annovera l’Italia tra i Paesi da cui le acquista. Anche la Francia può essere un’opportunità per l’Italia. Nell’ultimo anno è cresciuto il consumo interno di fragole ma il consumatore francese non ha ancora l’abitudine di mangiare fragole a merenda o come snack. Se venisse presentato il prodotto italiano con questa finalità e con il giusto packaging, potrebbe riscontrare un ottimo successo”. In ultimo Knowles ha parlato di mirtillo e di come il mercato premi questo frutto, più comodo da mangiare e con una fama di frutto più nutraceutico. E’ importante che la fragola lavori su questi aspetti per non farsi scippare una fetta di mercato. Knowles ha accennato anche a un futuro fatto di robot utilizzati per raccogliere le fragole e “vertical farm”, ovvero la possibilità di coltivare il frutto all’interno di container.

Alfonso Bendi di Agroter e Pietro Ciardello di Coop sole si sono entrambi soffermati sull’importanza di migliorare la comunicazione sugli aspetti salutari della fragola. Ci sono ancora pregiudizi relativi all’utilizzo di pesticidi in maniera massiva. “Al giorno d’oggi – ha spiegato Ciardello – le fragole sono molto controllate, direi sostenibili, perché vengono coltivate in colture protette, con irrigazioni sotterranee, in zone ventilate e controllate da insetti utili”.

AngolaAngola, l’ortofrutta per crescere
Una superficie di oltre 1 milione e 200 mila chilometri quadrati, circa 58 milioni di ettari agricoli, solo il 4% delle terre arabili coltivate. Sono tante e ampie le prospettive di sviluppo agricolo per le aziende ortofrutticole italiane in Angola, realtà africana tra le più dinamiche, tanto che lo Stato investe il 10% in questo settore. Chiusa la terribile parentesi della guerra civile, l’agricoltura ha ripreso a crescere e oggi rappresenta il 12% del Pil: l’obiettivo è quello di incrementarlo in maniera vertiginosa. Da qui la presenza dell’Angola a Macfrut con un grande stand, con l’obiettivo di intessere rapporti con l’Italia, tra i principali paesi al mondo nella produzione ortofrutticola nonché leader nelle tecnologie, oggi in questo mercato con tecnologie e mele.

“Siamo alla ricerca di investitori stranieri su più fronti: tecnologie, prodotto e formazione. Le opportunità sono tante anche con possibilità di partnership”, è stato detto nel workshop “L’Angola si apre al mondo agricolo internazionale”.

Italia secondo produttore di nocciolo: il progetto dell’Emilia Romagna
Dopo la Turchia (600 mila tonnellate), l’Italia è il secondo produttore mondiale di nocciolo con oltre 109 mila tonnellate di nocciole prodotte. Tradizionalmente diffusa in Piemonte e Lazio (dove continua ad espandersi), la corilicoltura appare un settore in pieno sviluppo. Se ne è parlato al convegno “Il nocciolo: una filiera agroindustriale in espansione” organizzato da Regione Emilia Romagna in collaborazione con Ferrero.

“Già da un anno stiamo lavorando con Ferrero al Progetto Nocciolo Italia per valutare il potenziale di questo frutto nella nostra regione e ora siamo pronti a scommettere sul settore”, ha detto l’assessore all’agricoltura Simona Caselli intervenuta al convegno.

Per coltivare il nocciolo serve un terreno ben definito (profondo, ben drenato e scarsamente calcareo), la volontà a un investimento iniziale consistente e una cura continua che porta i suoi primi frutti solo dopo 4 anni. A sostenere il lavoro degli agricoltori le Organizzazioni di produttori che rappresentano un’interfaccia ideale per il sistema industriale, garantiscono organizzazione della produzione e salvaguardia del territorio, oltre ad una assistenza tecnica capillare e una meccanizzazione in continua crescita.

“Anche la Basilicata ha deciso di investire sulla coltivazione sperimentale del nocciolo, intravediamo in questo settore un grande indotto per il futuro. Crediamo inoltre nella coesione tra le Regioni che porta a un miglior dialogo con il governo locale ed europeo”, ha detto Luca Braia, assessore alle politiche agricole della Basilicata intervenuto al convegno.

I principali eventi di venerdì 12 maggio
Ben tredici gli appuntamenti di venerdì in Fiera. Di rilievo alle 11.30 la presentazione di Macfrut 2018, con novità e anticipazioni della prossima edizione sempre in Fiera a Rimini.

Info Macfrut
Macfrut è organizzato da Cesena Fiera e si svolgerà in Fiera a Rimini nelle giornate 10-11-12 maggio 2017, orario 9.30-18.00.