RIMINI – Seconda giornata boom per Macfrut, con i padiglioni del Rimini Expo Centre che registrano il pieno di visitatori sin dalle prime ore del mattino, in un afflusso di pubblico che mai si è fermato. La fiera della filiera internazionale dell’ortofrutta, venerdì 10 maggio, è all’ultimo atto con apertura sempre dalle ore 9.30.
Repubblica Democratica del Congo
Tra i tanti eventi nella seconda giornata, la Repubblica Democratica del Congo ha presentato le opportunità di partnership per le imprese italiane che desiderano investire nello stato africano. Questo il filo conduttore dell’evento ospitato nella seconda giornata di Macfrut (giovedì 9 maggio) al Rimini Expo Centre. L’occasione è stata la presentazione del Programma di Trasformazione Agricola (ATP) del Paese, alla presenza di Renzo Piraccini, Presidente Macfrut e dell’Ambasciatore Mauro Battocchi, Direttore Generale per la promozione del sistema Paese presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Ad illustrare il Programma di Trasformazione Agricola sono stati Philippe Ngwala Malemba, coordinatore nazionale di Fonds Social, ente attuatore del Piano, e l’agronomo Alphonse Roger Ntoto. La Repubblica Democratica del Congo presenta un potenziale molto elevato e vuole lanciare opportunità di partnership per le imprese italiane che desiderino investire nello stato africano.
“Questo appuntamento fieristico – ha dichiarato Piraccini – rappresenta un format molto particolare, che affianca all’opportunità di collaborazione con aziende italiane ed europee, che siamo lieti di offrire qui nella cornice di Macfrut, anche un’occasione di conoscenza”. Tante le opportunità per le imprese estere che vogliono investire nella Repubblica del Congo che ha messo in atto un progetto di modernizzazione attraverso il Programma di Trasformazione Agricola, un approccio di investimento che mira ad aumentare la produttività degli agricoltori.
L’ATP è scaturito dal Patto Nazionale per l’Alimentazione e l’Agricoltura nella Repubblica Democratica del Congo e rientra – come ha spiegato agli intervenuti Philippe Ngwala Malemba – nell’iniziativa Presidenziale che consacra la ‘rivincita del suolo sul sottosuolo’ come nuovo paradigma di resilienza e sviluppo economico nazionale. “Vogliamo far conoscere il nostro Piano e creare partenariati vantaggiosi per entrambi i Paesi. La Repubblica Democratica del Congo ha 80 milioni di ettari di terreni arabili. Il Programma mira ad aumentare la produttività degli agricoltori attraverso un accesso sicuro ai fattori di produzione e ai servizi agricoli essenziali e a garantire la connettività dei bacini di produzione ai centri e ai mercati di trasformazione agroindustriale attraverso un miglioramento dell’offerta mirata di infrastrutture”.
Per gli stati esteri ci sono opportunità di investimento nelle catene del valore. A tal proposito l’Ambasciatore Mauro Battocchi, Direttore Generale per la promozione del Sistema Paese presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha dichiarato: “Confermiamo la nostra disponibilità a sviluppare progetti con l’Africa, testimoniati dal grande sforzo che la Farnesina sta portando avanti in questo senso, una grande azione che possiamo definire di sistema. L’Africa può contare sull’interesse del Governo italiano a sviluppare partenariati commerciali”.
Lo sviluppo della ricerca a livello africano è esteso anche alla pesca e all’acquacoltura: è presente una fitta rete idrografica ricca di risorse ittiche e un’ampia varietà di ecosistemi con elevata biodiversità. La filiera orticola rappresenta poi un grande potenziale per la sostituzione delle importazioni. Nella Repubblica del Congo, per esempio, lo sviluppo del mercato internazionale della manioca va a beneficio dei grandi allevamenti di bestiame e si paventa la possibilità di sostituire il grano con la manioca per la panificazione, che rappresenterebbe anche la risposta alla crisi Ucraina-Russia.
I progetti della Repubblica del Congo prevedono inoltre di migliorare il clima degli investimenti e la politica commerciale, riorganizzando i settori target e la loro supervisione. Obiettivo del governo è ridurre del 60% il valore delle importazioni entro cinque anni, stimato in quasi 6,5 miliardi di dollari l’anno.
Sono in fase di preparazione due progetti per migliorare la governance settoriale e la qualità della forza lavoro e dell’imprenditorialità e per ridurre l’incidenza dell’insicurezza alimentare e delle importazioni alimentari nella Repubblica Democratica del Congo.
I progetti della Repubblica del Congo prevedono poi di migliorare il clima degli investimenti e la politica commerciale, riorganizzando i settori target e la loro supervisione. Obiettivo del governo è ridurre del 60% la fattura delle importazioni, stimata in quasi 6,5 miliardi di dollari l’anno entro cinque anni.
Sono in fase di preparazione due progetti per migliorare la governance settoriale e la qualità della forza lavoro e dell’imprenditorialità e per ridurre l’incidenza dell’insicurezza alimentare e delle importazioni alimentari nella Repubblica Democratica del Congo.
Simposio uva da tavola, bilancio prima giornata
Nuvau e Italian Club Variety, due dei tre breeder pugliesi specializzati nel miglioramento varietale dell’uva da tavola made in Italy, stanno lavorando su un obiettivo che è considerato il Colorado del settore dell’uva da tavola italiano: avere un’uva di varietà ‘Italia’ che sia precoce ad invarianza di proprietà qualitative e quantitative. È una delle principali novità emerse nella prima giornata del Simposio sull’uva da tavola (mercoledì 8 maggio) ospitato a Macfrut. Un’occasione per fare il punto della situazione dello stato dell’arte della ricerca in questo settore strategico per l’Italia.
Tra le ultime tecniche agronomiche presentate ci sono quella cosiddetta di ‘embryo rescue’ e un’innovativa tecnica di campo che anticipa la produzione addirittura a maggio.
“Nella prima giornata del Simposio sull’Uva da tavola – afferma Bruno Mezzetti, docente dell’Università Politecnica delle Marche, coordinatore del Simposio – sono stati approfonditi tutti i programmi di ricerca pubblici e privati dedicati all’uva da tavola sia da parte di enti italiani che internazionali”.
Presenti all’evento tutti i big breeder che hanno annunciato il lancio di nuove varietà entro il prossimo anno. Ma anche la ricerca locale non rimane indietro perché i due breeder pugliesi, Nuvaut e Italian Club Variety, hanno annunciato che ne lanceranno sul mercato una ventina, ciascuno entro il prossimo anno. La tendenza è quella di sviluppare prevalentemente uve senza semi, precoci o tardive, coltivabili nel sud del Paese che garantisce la giusta resa e qualità.
“Nel campo sperimentale presente in fiera – specifica Mezzetti -, con una combo di tecniche agronomiche si è riusciti ad anticipare la produzione di un’uva bianca e apirena addirittura a maggio. Un record assoluto. Si è lavorato, come spiegato dall’azienda tester intervenuta a testimoniare la sua esperienza, su una varietà precoce e a basso fabbisogno di freddo che è stata coltivata in fuori suolo. Dall’insieme di questi fattori si è arrivati al primo test riuscito di uva più precoce d’Italia che arriverebbe in una finestra di mercato estremamente interessante, pre-estiva. Sulle varietà tardive si sta lavorando per arrivare al raccolto tra ottobre e novembre con interessanti opportunità di mercato durante il periodo natalizio”.
Italian Variety ha presentato i suoi test sulla tecnica cosiddetta di embryo rescue basata su tecniche in vitro. “L’obiettivo è quello di fare sviluppare l’embrione in vitro prima che si verifichi la degradazione. Lo si ottiene facendo incroci programmati e una volta identificato il momento ideale per andarlo a prelevare quando è ancora vitale. Rispetto al lavoro dei grandi breeder, quello dei piccoli enti pugliesi è che hanno la capacità di andare a cercare le antiche varietà autoctone che possono creare delle filiere dall’identità territoriale ben precisa se il materiale vivaistico è disponibile”.
In fase di rivoluzione anche il mondo vivaistico dell’uva da tavola. Chi non si adeguerà a queste rivoluzioni di mercato rischia di rimanere fuori dai giochi. “In Italia – chiosa Mezzetti – le aziende che possono permettersi di investire in questa direzione sono poche. Questo lascia prevedere che solo poche aziende vivaistiche italiane avranno la possibilità di crescere e anche di parecchio rispetto a chi non saprà rispondere alle mutate richieste di mercato”.
Rivoluziona il mondo dei portainnesti la Vitroplant, che abbina le tecniche di micropropagazione sia per le piante di vite che per i portinnesti impiantati quando sono in verde e, quindi, non legnosi ( e quindi vettori di fitopatologie) come quelli usati tradizionalmente. Con questo sistema si ottengono piante indubbiamente sane. Questa tecnica è stata mutuata dal pomodoro dagli agricoltori Israeliani che già la usano in campo. Test simili sono in attivo anche in Francia.
Succhi freschi: trattamenti non termici emergenti di stabilizzazione/funzionalizzazione
Nei prossimi dieci anni il mercato dei succhi di frutta è destinato a raddoppiare: +83%, dai 147 miliardi di dollari del 2023 ai 270 miliardi di dollari con un tasso di crescita annuo del 6,2% (fonte: Scuola Superiore di Biotecnologia dell’Università Cattolica portoghese). In queste proporzioni cresceranno tutte le tipologie di succhi, da quelli di frutta a quelli a base di miscele di frutta e verdura, sino alla sola verdura.
È quanto è emerso nell’incontro “Succhi freschi: trattamenti non-termici emergenti di stabilizzazione/funzionalizzazione” ospitato questa mattina (9 maggio) presso il nuovo Salone Innovation Hub Healthy Food.
La crescita si sta dirigendo verso obiettivi di sostenibilità, freschezza e qualità, oltre che ottimizzazione dei processi. Le vecchie tecniche a base di trattamenti termici sono ormai sorpassate anche perché l’innovazione tecnologica ha già raggiunto quegli obbiettivi in maniera economicamente molto competitiva.
È il caso della tecnica a campi elettrici pulsati, uno dei cavalli di battaglia del centro di ricerca tedesco DIL le cui ultime novità, e quelle di altri centri di ricerca europei, sono state presentate nel corso del convegno. “Con questo sistema – ha detto il Prof. Kemal Aganovic – riusciamo a elettroperforare le cellule ed eliminare così i batteri di cui sono composti. Questo metodo è applicato nella produzione di yogurt e in genere prodotti lattiero caseari ma lo stiamo già testando sulla patata, sulla fragola e sulla birra con significativi abbattimenti di costi (investimento, energetici e di funzionamento) non solo rispetto ai trattamenti termici ma anche su quelli a base di HPP che nel giro di qualche lustro potrà essere considerato archeologia industriale. Il centro tedesco sta lavorando anche su tecnologie basate sulla pressione idrostatica che usa temperature di 30-40° contro i seimila dei trattamenti termici”.
Dalla combinazione di questa tecnologia con quella a base di radiofrequenze, si possono creare alimenti a base di proteine vegetali (ultima tendenza del mercato, realizzata con processi ultrasostenibili).
Dall’Università di Porto in Portogallo arriva il processo di trasformazione ad ultrasuoni e la termo-sonorizzazione che hanno, tra i vantaggi, quello di accelerare la trasformazione dei succhi in maniera sostenibile. Mentre, per la decontaminazione microbica veloce, l’Università sta lavorando su un processo che usa la radiazione UVC come alternativa concreta alla pastorizzazione.
I batteri lattici sono al centro della ricerca del SAF di UniParma. Nel progetto guidato da Camilla Lazzi, sono stati isolate seimila forme di batteri derivanti dal cibo, dai processi di lavorazione o dagli ambienti di lavoro. La ricerca li sta impiegando per creare succhi fermentati che si sono dimostrati utili anche per la cura di alcune malattie cardiovascolari come il diabete.
Macfrut è organizzato da Cesena Fiera e si svolgerà in Fiera a Rimini nelle giornate 8-9-10 maggio 2024, orario 9.30-18.00.
www.macfrut.com